Candidato a 8 Premi Oscar, “A Compete Unknown” racconta l’ascesa al successo di Bob Dylan, dall’arrivo a New York al primo concerto con la chitarra elettrica.
Nato Robert Allen Zimmerman, Bob Dylan è uno dei più importanti cantautori di sempre del panorama musicale internazionale. Conosciuto in tutto il mondo per aver composto canzoni straordinarie, poesie canore che hanno appassionato milioni di persone e ispirato generazioni intere di cantanti. Vincitore del Premio Pulitzer e del Premio Nobel, oltre ad essersi aggiudicato innumerevoli Grammy Award, nonché ideatore del genere musicale Folk–Rock, Dylan è sicuramente una di quelle personalità che avrebbe meritato un biopic in grado di raccontare la sua vita, i processi creativi che lo hanno portato a concepire i testi dei suoi brani, da “Blowin’ in the Wind” a “Like a rolling stones”, e la strada che lo ha portato ad ottenere il meritato successo a livello globale.
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Avrebbe meritato una pellicola in grado di rendere giustizia al suo geniale estro ma, purtroppo, così non è stato. “A Complete Unknown” infatti riesce nella difficile impresa di alternare le esibizioni del cantautore con le sequenze dedicate alla sua vita privata senza però raccontare effettivamente niente.

Ogni aspetto della vita di Bob Dylan rimane in superficie, senza essere approfondito. Il passaggio da cantautore da appena mille dischi venduti a idolo delle folle, amato e osannato a tal punto da doversi nascondere per schivare la schiera di fan infervorate, è troppo immediato. Invero, il pubblico, non ha neppure il tempo di rendersi conto come abbia fatto ad ottenere un tale successo.
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Nel 1961, dopo aver abbandonato il college, Dylan giunse a New York portando con sé la sua chitarra, un zainetto e pochi dollari in tasca. Il suo scopo era quello di incontrare il suo più grande idolo, Woody Guthrie, che all’epoca era ricoverato in un ospedale del New Jersey. L’incontro con il suo eroe diede il via alla gloriosa carriera di Bob. Ed è proprio dall’arrivo nella Grande Mela che inizia “A Complete Unknown”. Peccato però che una buona premessa iniziale si perda ben presto nei meandri di una sceneggiatura approssimativa ed epidermica.
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Diretto da James Mangold, già regista di “Walk the Line” (la storia di Johnny Cash e June Carter), il film si presenta come un biopic privo di una vera e propria trama. Soprattutto nella prima parte. La debolezza di una sceneggiatura troppo sbrigativa viene inoltre enfatizzata da personaggi mal caratterizzati. Invero, per quanto Timothée Chalamet si dimostri in grado di interpretare un protagonista come Bob Dylan, preparandosi molto bene al ruolo e cantando personalmente le canzoni, risulta difficile provare empatia verso di lui. I personaggi attorno a lui, soprattutto quelli femminili, appaiono e scompaiono senza una logica definita.
Sia Edward Norton, che impersona il cantante folk Pete Seeger, il primo ad accorgersi del grande talento di Dylan, sia Elle Fanning che interpreta Sylvia (ovvero Suze Rotolo, un amore che per Dylan significò tantissimo), sia Monica Barbaro, ovvero l’immensa Joan Baez, subiscono le conseguenze di una caratterizzazione poco incisiva e di una sceneggiatura inconcludente. Purtroppo.
Certo, le musiche sono belle e Chalamet se la cava decisamente bene sia come attore che come cantante. Il duro lavoro a cui si è sottoposto per far somigliare il più possibile la sua voce a quella del grande Bob si denota fin dalla sua prima esibizione di fronte a Pete Seeger e Woody Guthrie. Ma questo di sicuro non basta a salvare “A Complete Unknown” da una scrittura scadente.
E per quanto la seconda parte riesca leggermente ad appassionare di più rispetto ad un inizio traballante, da un film su Bob Dylan diretto da James Mangold e interpretato dall’idolo contemporaneo Timothée Chalamet ci si aspetterebbe molto di più.
Di seguito, il Trailer di “A Complete Unknown”.
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