La vera storia dell’All-American Girls Professional Baseball League, il campionato di baseball femminile.
7 dicembre 1941. Dopo l’attacco a Pearl Harbor da parte dell’esercito giapponese, il presidente degli Stati Uniti d’America Franklin Delano Roosevelt dichiarò lo Stato di Guerra. L’esercito americano fu quindi costretto a reclutare sotto le armi ogni uomo in età arruolabile, dagli studenti universitari ai campioni dello sport.
All-American Girls Professional Baseball League (AAGPBL)
Molte società persero quindi i loro uomini di punta e le varie federazioni sportive, considerato lo scarso numero di partecipanti, decisero di sospendere i campionati. Senza la NFL e la Major League, che all’epoca erano le maggiori fonti di intrattenimento del pubblico statunitense, l’intero circuito sportivo rischiava di subire un tracollo da cui difficilmente avrebbe potuto rialzarsi. In particolare, gli impresari degli sponsor e i dirigenti delle società, temevano che a causa della prolungata interruzione dei campionati gli spettatori potessero perdere interesse verso le manifestazioni sportive. E quindi che i campionati non riprendessero il loro normale svolgimento. Un gruppo di investitori, tra cui il proprietario dei Chicago Cubs Philip K. Wrigley e l’ex giocatore dei St. Luois Browns, Branch Rickey, prese la decisione di creare una nuova lega che mantenesse attivo l’interesse degli appassionati sportivi.
Tuttavia gli osservatori non riuscirono a trovare abbastanza giocatori per poter formare un numero adeguato di squadre e fondare così un nuovo campionato di baseball professionistico.
Così Wrigley propose, per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, di creare la lega professionistica di baseball femminile che prese il nome di All-American Girls Professional Baseball League (AAGPBL). L’idea del proprietario dei Cubs era quella di combinare la sportività del baseball con l’avvenenza naturale delle donne. Oltre a scendere in campo dovevano obbligatoriamente presentarsi con un aspetto impeccabile. Il regolamento difatti vietava alle giocatrici di bere e fumare in pubblico, portare capelli corti o spettinati e, soprattutto, dovevano apparire eleganti in ogni occasione.
Approvato all’unanimità il progetto di Wrigley si sviluppò velocemente. Il 17 marzo 1943, al Wrigley Fied, allo stadio dei Chicago Cubs, avvenne la prima selezione ufficiale. Una volta terminati i provini vennero formate le squadre complete. La selezione, oltre alle giocatrici, comprendeva dirigenti e accompagnatrici che avevano il compito di organizzare le trasferte e assicurarsi che le ragazze rispettassero le regole dettate dalla All-American Girls Professional Baseball League.
Difatti, ogni atleta che trasgrediva la direttiva di presentarsi con un aspetto impeccabile o sprovvista dell’apposito beauty kit fornito dai fondatori della Lega veniva punita con una sanzione di 50 dollari.
Al primo campionato ufficiale della All-American Girls Professional Baseball League, competizione che nel 1992 ha ispirato la bellissima pellicola diretta da Penny Marshall “A League of their own” (Ragazze Vincenti), parteciparono quattro squadre: Kenosha Comets, South Bend Blue Sox, Racine Belles e Rockford Peaches.
Come nel film con protagoniste Geena Davis e Lori Petty, le Racine Belles risultarono vincitrici del campionato, diventando così la prima squadra ad aggiudicarsi il titolo di campionesse della Lega Professionistica di Baseball femminile.
Tuttavia, a differenza di “A League of their own” in cui le Racine Belles trionfavano sulle Prockford Peaches, nel campionato disputatosi nel 1943 la squadra di Racine (Wisconsin) si scontrò nella Post season Final con le Comets di Kenosha. Naturalmente le Belles trionfarono con una certa facilità, mentre le Rockford risultarono ultime in classifica con quarantatré vittorie e sessantacinque sconfitte.
L’ All-American Girls Professional Baseball League si svolse per dodici stagioni, dal 1943 al 1954. Nel corso degli anni, molte altre squadre parteciparono al campionato, tra cui le Milwaukee Chicks (campioni della stagione 1944), le Chicago Colleens e le Sputh Bend Blue Sox (campioni nel 1952 e nel 1953).
Il baseball femminile riscosse molto successo durante gli anni del conflitto mondiale, difatti migliaia di spettatori accorsero negli stadi per assistere alle partite. Ma con la fine della guerra e il ritorno in patria dei campioni impegnati al fronte, l’All-American Girls Professional Baseball League negli anni ’50 subì un drastico declino fino alla definitiva cancellazione nel 1954.
Nonostante la breve durata della manifestazione, i record stabiliti dalle squadre e dalle giocatrici non furono certo pochi.
Le Rockford Peaches, per esempio stabilirono il record di vittorie aggiudicandosi il campionato per ben quattro volte (1945, 1948, 1949, 1950). In fine, alcune giocatrici come Helen “Nickie” Fox (miglior lanciatrice nelle stagioni ’43 e ’44) e Dorothy “Dottie” Kamenshek (miglior battitrice nelle stagioni ’46 e ’47) entrarono ufficialmente nella Hall of Fame nonché nella storia del baseball femminile.
Nel rendere omaggio alle atlete della All-American Girls Professional Baseball League, con “A League of their own” Penny Marshall ha voluto rimanere il più possibile fedele alla storia, cambiando qualche piccolo particolare. Invero, come abbiamo scritto in precedenza, le Rockford Peaches non si qualificarono per la finale del primo campionato di baseball femminile. Tuttavia, Penny Marshall decise di rimanere conforme alla reale vicenda facendo trionfare le Racine Belles sulle Peaches, e incentrò la partita finale sulla rivalità tra le due sorelle protagoniste, Kit e Dottie Keller (Lori Petty e Geena Davis). Ed anche se Penny Marshall non ha mai rivelato la fonte ufficiale, pare che per creare il personaggio di Dottie Keller si sia ispirata a Dorothy Kamenshek, un’atleta militante nelle Rockford Peaches tra il 1943 e il 1951. Nel 2010 è stata ufficialmente inserita nella National Women’s Baseball Hall of Fame.
Qui, di seguito un video di presentazione delle All-American Girls Professional Baseball League
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