Con “Animali Notturni”, Tom Ford dirige una pellicola angosciante e violenta. Un noir a chiare tinte hitchockiane.
Un’avvenente gallerista si sveglia nell’elegante appartamento che condivide con il suo secondo marito. L’inaugurazione della sua ultima mostra avanguardista è andata bene. Eppure c’è qualcosa che la affligge. Il marito, che si trova in difficoltà economica, deve partire per New York e tra loro il clima non potrebbe essere più freddo. I soldi non fanno la felicità, e Susan (Amy Adams) e suo marito Hutton (Armie Hammer) ne sono la prova. La gallerista si prepara quindi a trascorrere un fine settimana in completa solitudine, a riflettere sulla propria insoddisfazione. E le cose non migliorano quando le viene recapitato un pacco contenente il manoscritto del nuovo libro di Edward Sheffield (Jake Gyllenhaal), il suo ex marito.
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Tom Ford, stilista di fama internazionale, tra i più annoverati di sempre, per il suo secondo lavoro da regista (dopo l’ottimo “A single man”) decide di dedicarsi all’adattamento di “Tony e Susan” di Austin Wright, intitolando la pellicola “Animali Notturni”. La lettura del manoscritto trascina quindi Susan in un viale dei ricordi che, pagina dopo pagina, le fa mettere in dubbio le sue scelte, arrivando a domandarsi se quello che ha sposato sia veramente l’uomo della sua vita.
Così, grazie al suo libro, lo scrittore americano delinea una storia colma di violenza, riflessiva e introspettiva, soprattutto per quel che concerne i sentimenti di Susan.
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Ma quella che Tom Ford decide di raccontarci, per quanto violenta, è la storia di un dolore. Un dolore che Edward si porta addosso da tanto, troppo tempo, e che adesso è pronto a condividere con Susan, la donna che gli ha spezzato il cuore. Ed è attraverso la parola scritta che il nostro protagonista invisibile riesce a trasmettere la propria angoscia e la propria sofferenza.

Invero, “Animali Notturni”, il romanzo che ha gentilmente spedito alla sua ex moglie, trasuda una veemente brutalità, ad ogni pagina che viene sfogliata. E il tutto è sviluppato come se la storia di Tony, il protagonista del manoscritto, e della tragedia che improvvisamente incombe come un uragano alla sua famiglia, sia la proiezione dell’afflizione provata da Edward. Tuttavia, coloro che vediamo sullo schermo sono i personaggi che Susan immagina nella propria mente mentre ella procede nella lettura. E, non a caso, Tony (interpretato da Jake Gyllenhaal) somiglia incredibilmente ad Edward.
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Ed è proprio attraverso tale proiezione che Susan si immedesima e, finalmente, condivide quell’afflizione che per anni ha attanagliato Edward. Ma è attraverso i piccoli gesti, quelli più naturali e istintivi, che Tom Ford riesce a trasmettere lo sconforto che colpisce improvvisamente la gallerista. Aiutato da un montaggio eccelso (curato da Joan Sobel), la regia indugia sui primi piani, enfatizzando l’effetto dell’incredibile espressività di Amy Adams.
Invero, essendo un personaggio che non compie particolari azioni, se non quella di leggere il manoscritto di Edward, Susan comunica ogni scompiglio emotivo . Un sospiro, uno sguardo attonito, il manoscritto che cade per terra. Piccoli ma importanti gesti che rendono quella di Amy Adams un’interpretazione profondamente ricca di angoscia.

E mentre Susan vive la propria inquietudine tra le mura di casa, i personaggi del romanzo prendono vita nella sua mente, assumendo le sembianze di persone reali. Jake Gyllenhaal infatti impersona un uomo distrutto dal dolore, che non riesce a comprendere e a superare il proprio dramma, e Michael Shannon dona anima e volto ad un detective deluso dal sistema giudiziario americano pronto a tutto pur trovare una sorta di redenzione. Tuttavia è la performance di Aaron Taylor-Johnson, che gli è valsa il Golden Globe, a impressionare maggiormente. Aaron Taylor interpreta Ray Marcus, un essere abominevole, che prova piacere nel tormentare e torturare ogni persona che respiri.
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Così, ispirandosi ad un’opera come “Tony e Susan”, il romanzo di Robin Wright (pubblicato in Italia da Gli Adelphi), Tom Ford sviluppa una sceneggiatura conturbante e minuziosamente approfondita. Nell’adattare l’opera originale infatti, lo stilista divenuto regista, opera i giusti (e probabilmente irrilevanti) cambiamenti senza stravolgere la trama del libro. Il risultato è una pellicola conturbante che, in un certo qual modo, omaggia l’estetica che ha reso celebre un maestro come Alfred Hitchcock.
Distribuita in Italia dalla Universal e accompagnata da una colonna sonora, composta da Abel Korzeniowski, “Animali Notturni” è stato presentato alla Mostra de Cinema di Venezia, dove si è aggiudicato il Premio della Giuria. E grazie all’estro registico di Tom Ford, alle interpretazioni di un cast stellare e alla musica del compositore polacco, “Animali Notturni” risulta fin da subito una di quelle pellicole che, come Hitchcock insegna, riesce a inquietare e incuriosire senza rinunciare ad un chiaro tocco autoriale.
Di seguito il Trailer di “Animali Notturni”.