Politicamente scorretto, prima di iniziare la carriera da solista che lo ha portato più volte a duettare con Fedez, J–Ax è stato uno dei personaggi più importanti, a livello nazionale, del genere Hip–Hop. Fondatore, assieme a DJ Jad, della band degli Articolo 31 e del collettivo di artisti italiani noto come Spaghetti Funk, attraverso i suoi testi ha sempre fatto trasparire ogni suo pensiero riguardo allo stile di vita, le idee politiche e l’amore per la sua città natale, Milano.
Scrivere di brani come “Domani Smetto”, “Ohi Maria” o “Tranqi Funky” sarebbe troppo semplice e, ammettiamolo, anche poco originale. Ecco perché abbiamo deciso di portare alla vostra attenzione una serie di canzoni degne di nota ma di cui nessuno tratta mai. Pezzi con un significato profondo, ma passate inosservate, surclassate da hit più famose e, se vogliamo, commercializzati come “Spirale Ovale”, “La Fidanzata”, “La mia ragazza mena” e “Senza Dubbio”.
1 – “NESSUNO” dall’album “Nessuno” del 1998
“Io sono Nessuno e rappresento tutti quei nessuno che mi stanno intorno
Persi in una routine uguale giorno dopo giorno
Sconvolti sul limite estremo
Per tutti i Polifemo che prima o poi accecheremo.”
Il brano che da il titolo al quarto album degli Articolo 31 è un chiaro riferimento letterario a “L’Odissea” di Omero, in particolare all’incontro di Ulisse con il ciclope Polifemo. In quell’occasione, l’ideatore del Cavallo di Troia, per sfuggire alle grinfie del gigantesco figlio di Odino si presentò con il nome di Nessuno. E quando il Dio delle Acque chiese a Polifemo chi avesse compiuto lo scellerato gesto di accecarlo, la risposta del ciclope fu “Nessuno”.
Il pregio di J–Ax e DJ Jad è quello di essere riusciti a riadattare un mito classico alle tematiche dei giorni nostri. Protagonista della canzone è il classico Signor Nessuno, ignorato da tutti fino a quando non raggiungerà il successo, che in seguito si toglierà la soddisfazione di snobbare tutti coloro che non avevano voluto dargli una possibilità.
“Tu giornalista che ora mi insegui per lo scoop ti ricordi?
Quando venni da te a parlarti eri occupato troppo dal tuo pop
Trovasti solo il modo di screditarmi senza nemmeno prima ascoltarmi”.
2 – VOGLIO UNA LURIDA dall’album “Messa di vespiri” del 1994
“Mi sono rotto delle magre bionde tipo la Barbie
delle maggiorate tipo quelle che si Sgarbi.
Non è una presa di posizione
è che preferisco la cellulite al silicone.”
“Voglio una lurida” comincia con una telefonata ad una linea erotica, in cui la signorina si descrive come una donna perfetta, splendida e spudorata; capelli rossi; occhi verdi; bocca carnosa e fisico da urlo. Ma non è quello che J–Ax cerca. Difatti, dopo pochi secondi il cantante interrompe la signorina dall’altro lato del telefono e le spiega in maniera esaustiva che non vuole la donna bella, con il fisico scolpito, le tette dure e il culetto sodo. Lui vuole una lurida.
Ovviamente è una critica a tutte quelle donne belle fuori e vuote dentro, il cui unico scopo nella vita è quello di apparire. J–Ax critica sia le donne siliconate, dall’aspetto impeccabile ma che non sono in grado di mettere insieme due frasi di forma compiuta, sia tutti gli uomini che hanno un debole per tali esseri umani. Perché diciamolo, l’occhio vuole la sua parte, ma il vero amore è quello che ti colpisce al cuore e alla testa (non ai testicoli).
“Baldo come i Ga-Ga anni fa, vado a caccia per la città, con fascino e carisma
Guidando la mia vecchia prisma vedo una tipa che cammina
Gli chiedo un’indicazione quando si ferma a guardar la vetrina
E colgo l’occasione per attaccare bottone; eila’, come va, che ci fai qua e… BLA BLA BLA
Ma quando apre la bocca mamma mia, mi casca la poesia
Mi dice cose banali e poi ste’ tipe son tutte uguali.”
3 – 2030 dall’album “Così com’è” del 1996
“Corre l’anno 2030
L’Italia ha venduto il Colosseo alla Francia, Venezia affonda
2030 e un giorno sì e uno sì scoppia una bomba
2030 e stiamo senza aria
Ma odio ce ne abbiamo in abbondanza
Prima divisero Nord e Sud, poi città e città
E, pensa, adesso ognuno è chiuso nella propria stanza
L’intolleranza danza, non c’è speranza…”
Scritta nel 1996, “2030” è ambientato in futuro che ormai non sembra più tanto remoto, anzi, sembra più attuale che mai. Attraverso questo brano, gli Articolo 31 vogliono cantare tutta la loro nostalgia per gli anni ‘90, raccontando di un futuro distopico in cui un virus ha rovinato la vita sulla Terra.
Nonostante sia stata scritta venticinque anni fa, “2030” sembra più che mai attuale. Difatti, sebbene l’apocalisse sia stata causata da un virus, sono i rapporti umani ciò che veramente preoccupa gli Articolo 31. Nel futuro di J–Ax e DJ Jad la cattiveria dilaga, le comunicazioni tra persone avvengono solo tramite internet, i paesi si dividono, si creano nuove dogane e “un giorno si e uno no si scoppia una bomba”.
Gli Articolo 31 parlavano di un 2030 apocalittico, eppure sembra che quel futuro tanto terrificante immaginato dalla band milanese non sia poi tanto remoto…
“Questo è l’anno 2030 qui chi pensa è in minoranza
Ma non ha importanza non serve più
2030 l’indifferenza è una virtù
I cyber-nazi fanno uno show in TV
I liberatori picchiano barboni in nome di Gesù”
4 – FUCK YOU dall’album “Domani Smetto” del 2002
“C’era una volta una promessa, una carezza
Un bilocale come una fortezza, chiamarti la mia principessa
C’era la fretta, del taxi giù che aspetta ma non vuoi andare
C’era una foto di noi al mare, c’era un vuoto che puoi colmare.”
Eseguita in duetto con Paola Turci. Attraverso i versi di “Fuck You” i due cantanti raccontano la loro storia d’amore finita male, ricordando tutti i momenti più belli e più brutti della relazione. Sia lui che lei esprimono la propria rabbia verso l’altro, senza trattenere insulti o pensieri cattivi, mettendo in chiaro quanto la loro relazione fosse stata tossica e quanto stiano meglio da quando la loro storia è naufragata.
Eppure c’è qualcosa che rimane in sospeso, perché sebbene sembra che i ponti siano definitivamente chiusi e che i due protagonisti si siano detti tutto quello che c’era da dire, rimane sempre la speranza di rivedersi per un ultimo definitivo Fuck You!
Possiamo tranquillamente affermare che “Fuck You” è la canzone che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha dedicato a qualcuno, in fin dei conti nessuno non ha qualcuno da mandare…
“E a dormire ci riesco, esco quando mi va
Bevo, abbondanti sorsate di libertà
Faccio assordanti risate con gli amici al bar
Su come ero spento quando perdevo tempo, stando con quella là”
5 – MILANO MILANO dall’album “Domani Smetto” del 2002
“Milano sguardo distratto
Bacio di ghiaccio
Capto frequenza di intolleranza e mancanza di tempo e di vento
Intenso traffico denso e ripenso
Al motivo per cui vivo tra il grigio di questo cemento”
Ascoltare “Milano Milano” è come fare un tour nella città della moda, passando “dai quartieri duri ai locali tra t…e e avvocati, tra muri e palazzi pittati e futuri pazzi sclerati” ma anche dai luoghi più belli della metropoli milanese come Porta Romana, Piazza del Duomo e Porta Venezia.
Gli Articolo 31 cantano tutto il loro amore per Milano, la loro città natale. “Milano Milano” è una dedica speciale in cui J–Ax e DJ Jad mettono a nudo la loro adorazione per la città Lombarda, evidenziandone sia i pregi che i difetti. Allo stesso tempo esprimono chiaramente quanto le siano affezionati nonostante sia una metropoli avvolta nello smog delle auto, ci siano frequenti rapine e “l’ipocrisia è nuda come modelle sul cartellone”.
“E devo a te quello che sono
E alle luci di un tramonto sopra Piazza del Duomo
Sei troppo bella per dirti addio
Tu chiami e poi
Noi tutti ubbidiamo”
6 – NOI NO dall’album “Domani Smetto” del 2002
“Che posto di merda
Pieno di figli di papà
Che poi, se ci pensi bene, siamo figli di papà anche noi
Perché dici così?
Perché non ci manca niente, no?
Sì, non ci manca niente, ma siamo diversi dai brerini
Perché siamo andati al Prinetti
Se andavamo al Manzoni eravamo brerini anche noi
E se nascevamo in periferia?
Eravamo diversi”
“Noi no” comincia con un dialogo tra due ragazzi che riflettono sul fatto di essere o non essere figli di papà. E riflettendo si rendono conto di non avere niente a che fare con quelli che loro definiscono “brerini”, ossia i ragazzi a cui non è mai mancato niente, che grazie alla disponibilità economica della propria famiglia hanno potuto frequentare le scuole più prestigiose senza mai doversi sporcare le mani o faticare per ottenere qualcosa.
Se con “Milano Milano” gli Articolo 31 raccontavano il loro amore e rispetto per la città in cui sono nati e cresciuti, con “Noi no” J–Ax e DJ Jad fanno trasparire tutto il loro desiderio di ribellione. Raccontano di una vita, attraverso i decenni, fatta di sgarri alla legge, di difficoltà economiche e di emarginazione, temi ricorrenti nella discografia degli Articolo 31. È una canzone colma di rabbia rivolta a tutte quelle persone che guardano dall’alto in basso chiunque non si possa permettere una bella macchina o un abito firmato pensando (erroneamente) di essere migliori solo perché più facoltose.
“A scuola stavo non i rifiutati quelli considerati sfigati
Senza vestiti firmati
Gli altri tutti belli e sorridenti ma spenti
Io scrivevo sul diario il credo del mio club dei perdenti”
7 – MANATE dall’album “Italiano Medio” del 2003
“Ero diverso e nessuno mi parlava
Quindi mi misi al centro del campo
Si sono messi a cerchio come pescecani
Coprendomi d’insulti e prendendomi a spintoni”
Sicuramente “Manate” non avrà un testo troppo elaborato, ma nella sua semplicità risulta essere efficace e diretta. Della durata di appena due minuti, il brano degli Articoli 31 si divide in due parti, che messe insieme formano una chiara denuncia contro il bullismo nelle scuole.
Protagonista della storia è un ragazzino che, per sua stessa ammissione, si sente diverso dagli altri. La parte iniziale parla del suo primo giorno in una nuova scuola, dove viene immediatamente preso di mira da un gruppo di bulli che, maltrattandolo e insultandolo, causeranno in lui un forte trauma. La seconda parte invece, racconta della vendetta del ragazzino e di tutti gli altri perseguitati che, come lui, erano state seviziate e tormentate dai prepotenti della scuola.
“La scuola poi finisce e ti ritrovi in strada
È veramente l’altra parte del mondo
Altri diversi a cui nessuno parlava
Si sono messi a fianco e abbiamo fatto branco.”
8 – SPUTATE AL RE dall’album “Italiano Medio” del 2003
“Se non ci fosse la tv chi ce lo direbbe cosa pensare?”
“Sputate al re” è un riadattamento della fiaba di Hans Christian Andersen “I vestiti nuovi dell’imperatore”, il cui protagonista è un re talmente tanto vanesio da spendere ogni suo avere in vestiti, fino a possederne uno per ogni ora della giornata. Non avendo più tessuti in grado di soddisfare le esigenze sempre più strambe del sovrano, uno dei sarti, usando l’ingegno, consegnò al regnante un vestito fatto di una speciale stoffa che cambiava colore e forma in ogni momento, ma che rivelava anche coloro che erano stolti, ignoranti e ottusi, diventando invisibile. Il re decise di indossare il nuovo vestito e sfilando in città tutti i cittadini rimasero di stucco quando videro il loro imperatore cavalcare nudo, ma nessuno osò proferire parola per non essere poi giudicato dal regnante. Solamente un bambino, nella sua ingenuità, gridò “ehi guardate! Il re è nudo!”
In “Sputate al re”, J-Ax veste i panni del bambino che grida contro il re. Nei versi della sua canzone denuncia tutti i fatti strani, illegali e moralmente sbagliati compiuti dal popolo e dai politici italiani. Fatti che ogni giorni sono sotto gli occhi di ogni individuo ma che tutti fanno finta di non vedere.
“Forse lo scorso secolo eravamo un popolo di artisti e menti brillanti
Forse tra tanti emigranti anche arroganti e ignoranti
Esportavamo moda e i sentimenti
Il bel canto la pasta e i condimenti
E anche la mafia e le tangenti”
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