La storia dei Berlin e di come “Take My Breath Away” segnò la loro carriera musicale.
Nel mondo della musica esistono gruppi, o artisti, che sono entrati nella storia, guadagnandosi lo status di “Leggenda”, grazie alla loro lungimirante carriera. È il caso, per esempio, di band come i Beatles, o i Rolling Stones, e di interpreti come Bob Dylan e il “Boss” Bruce Springsteen. Tuttavia, la storia ci ha insegnato come alcuni cantanti abbiano trovato la rovina della propria carriera musicale esattamente nel momento di maggior successo. Per i Berlin, un gruppo Synth Pop di Los Angeles, questo fatidico momento è avvenuto dopo la pubblicazione di “Take My Breath Away“, la famosissima canzone di “Top Gun”. Il brano proiettò la band losangelina nell’Olimpo della musica e, allo stesso tempo, li fece sprofondare nel baratro dei disaccordi e del conseguente proscioglimento.
Ma partiamo dall’inizio, ossia dalla fondazione del gruppo.
L’origine dei Berlin risale ai primi anni ’80 in quel di Pasadena (L. A.), quando il bassista John Crawford, assieme alla cantante Terri Nunn e al tastierista David Diamond, decise di formare un trio musicale i cui testi sarebbero stati tanto progressisti quanto provocatori. In seguito, a pochi mesi dalla fondazione, i Berlin si allargarono, raggiungendo la formazione definitiva dopo l’arrivo di Rick Olsen (chitarrista), Matt Reid (secondo tastierista) e di Rob Brill (batterista). Grazie alla pubblicazione dei loro primi due album, “Information” (1980) e “Pleasure Victim” (1982), e all’uscita del singolo “Sex (I’m a)”, in poco più di due anni il gruppo riuscì a farsi conoscere dal pubblico americano. Tuttavia, fu in seguito all’incontro con Giorgio Moroder che ottennero quella consacrazione tanto osannata.
Quando Moroder entrò in contatto con i Berlin era un produttore già affermato. All’epoca vantava collaborazioni con nomi illustri della musica come David Bowie, i Blondie e Donna Summer, aggiudicandosi due Premi Oscar per le colonne sonore dei film “Fuga di Mezzanotte” e “Flashdance”. Giorgio Moroder era uno dei produttori musicali più attivi, nonché uno dei compositori più richiesti dai registi americani, tanto che Terri Nunn e gli altri membri della band, si accontentarono di lavorare ad una sola canzone assieme a lui, convinti che sarebbe stato il loro più grande successo. E, in un certo senso, Terri Nunn non si sbagliava.
I Berlin cominciarono quindi a lavorare con Moroder ad un pezzo dal titolo “No more Words”, che venne incorporato in “Love Life”, il terzo album del gruppo pubblicato nel 1984.
Al produttore bastò quell’unica collaborazione per comprendere il grande talento della band americana. Difatti, una volta finita la registrazione del pezzo propose al gruppo una seconda canzone che avrebbe fatto parte della colonna sonora di “Top Gun”, il nuovo film di Tony Scott con protagonista Tom Cruise.
Così ai Berlin venne proposto di eseguire “Take My Breath Away”, il brano che li avrebbe resi celebri in tutto il mondo ma che, allo stesso tempo, sarebbe stato la causa della loro definitiva rottura.
Terri Nunn si rivelò subito entusiasta della proposta di Moroder, ma John Crawford, co-fondatore del gruppo, era contrario ad eseguire un pezzo che non fosse stato scritto da un membro della band. Pur riconoscendo il potenziale di “Take My Breath Away”, riteneva che fosse troppo dissimile dal loro stile originale. Ma nonostante i dissensi all’interno del gruppo, Moroder era convinto che i Berlin fossero le persone giuste per eseguire “Take My Breath Away”, anche se era totalmente diversa dal loro stile e decisamente lontano dalle loro abituali tonalità. Difatti, fino a quel momento il punto di forza dei Berlin era la componente strumentale dei loro pezzi che, troppo spesso, sovrastava la bellissima voce di Terri. Ma con “Take My Breath Away” il produttore italiano decise di sfruttare il talento della cantante, concedendo molto più spazio alla sua vocalità.
Come ben sappiamo, “Take My Breath Away” fu un vero e proprio trionfo, non solo il più grande successo dei Berlin, ma divenne tra le colonne sonore più ascoltate di sempre.
Una Hit che raggiunse i vertici delle classifiche mondiali, arrivando a vincere il Premio Oscar per la miglior canzone, anche se fu solo Giorgio Moroder a salire sul palco per ritirare la statuetta. Invero, anche se invitata ad assistere alla cerimonia, Terri Nunn decise di non partecipare. L’Academy le aveva infatti comunicato che non le avrebbe permesso di cantare per intero “Take My Breath Away”, ma che avrebbe partecipato alla cerimonia cantando un Medley assieme agli altri cantanti candidati. Terri Nunn rifiutò, ma fu una scelta che rimpianse per il resto della sua vita.
Il successo di “Take My Breath Away” non fece altro che rafforzare la conflittualità all’interno del gruppo, dissipando definitivamente il precario equilibrio che teneva in piedi la band. Per quanto Terri e una parte dei Berlin fossero infervorati da tanta popolarità, John Crawford e gli altri membri della band temevano che sarebbero rimasti ancorati a “Take My Breath Away” per il resto della loro carriera, perdendo di conseguenza la loro identità musicale.
E così, nel 1987, proprio nel momento di maggior successo, i Berlin caddero vittima dei dissapori e giunsero alla dolorosa decisione di sciogliere il gruppo. In seguito, Terri e John si riappacificarono. E, a distanza di dodici anni dal proscioglimento fondarono di nuovo i Berlin e nel 2020 hanno pubblicato il loro nuovo disco, dal titolo “Strings Attached”.
Sebbene siano passati più di trent’anni e il loro stile sia diverso dalle sonorità anni ’80, il loro nome rimane, ancora oggi, legato al successo di “Take My Breath Away”.
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