Carl Barks, meglio conosciuto come “l’Uomo dei Paperi”, è stato uno dei più grandi fumettisti americani, capace di immaginare un intero mondo popolato da stravaganti personaggi col becco, protagonisti di mirabolanti avventure nella metropoli dei paperi: Paperopoli. Le sue storie sono una perfetta combinazione di disegni e testi, e ancora oggi, a distanza di quasi 80 anni dalla creazione di Paperopoli (1944), riscuotono un grandissimo successo.
Fin da bambini i fumetti Disney ci hanno dilettato, allietando le nostre giornate con le divertenti peripezie dei paperi che popolano il mondo di Barks.
Milioni di lettori sono cresciuti con le tavole del Signore dei Paperi, sviluppando un senso di allegria, immaginazione, curiosità e (perché no?!) ispirazione che li ha portati a diventare a loro volta dei fumettisti. Ispirazione che di generazione in generazione ha contribuito a creare nuovi mondi, nuovi personaggi e nuovi artisti.
Nato a Merrill (Oregon) nel 1901, lo stesso anno di nascita di Walt Disney, prima di essere reclutato negli studios del coetaneo Creatore di Idee, si cimentò in altri mestieri, tant’è che la sua attitudine al disegno si sviluppò tardivamente. Difatti la sua prima storia venne pubblicata quando aveva già superato i 40 anni.
La carriera artistica di Carl Barks cominciò nel 1928, quando venne assunto come vignettista dalla “Calgary Eye–Opener”, un giornale umoristico canadese. Durante il suo periodo alla a Calgary, disegnava vignette completamente diverse da quelle che in futuro lo avrebbero consacrato come “l’Uomo dei Paperi”. Si trattava infatti di illustrazioni a scopo umoristico, leggermente osé per l’epoca, accompagnate da delle didascalie che spaziavano da semplici descrizioni del disegno a barzellette o dialoghi.
Nel 1935 si trasferì in California, entrando a far parte dello staff della Walt Disney Studios e, dopo una breve parentesi in cui si occupò de “Lo specchio magico” il corto con protagonista Mickey Mouse, iniziò a lavorare e a modificare l’aspetto di Paperino (Donald Duck), che aveva da poco debuttato sulla scena nel corto delle Silly Simphonies “La gallinella saggia” (1934).
L’identità dell’ideatore di Paperino è avvolta nel mistero. Quel che è certo è che fu Al Taliaferro a dar vita alle prima tavole con protagonista il papero.
Da quel momento, Barks iniziò a collaborare con Jack Hannah, occupandosi a pieno ritmo alle storie dedicate a Donald Duck. Col passare del tempo Barks modernizzò l’aspetto del papero. Ma lasciò inalterate le sue caratteristiche principali: il vestito alla marinara, il carattere iracondo e il talento innato nel cacciarsi nei guai. Attorno a Paperino, Barks iniziò pian piano ad immaginarsi un mondo, abitato solo da paperi, prendendo parte all’esordio animato dei suoi tre nipoti Qui, Quo e Qua, disegnati nel 1937 da Taliaferro.
Qui, Quo e Qua, erano già apparsi per la prima volta in una tavola domenicale nell’ottobre del 1937, ed erano completamente diversi dai bravi scuot che diventeranno di lì a poco. Nel cortometraggio “Donald’s Nephews”, i tre monelli giungono a casa di loro zio Paperino dopo aver combinato una delle loro malefatte ai danni dei genitori. Inizieranno a devastare la sua abitazione e a far passare l’inferno al povero Donald Duck! Barks portò dei notevoli cambiamenti al carattere di Qui, Quo e Qua. Trasformò i tre diavoletti delle prime apparizioni in ragazzini intelligenti, ottimi scout ligi al dovere e, soprattutto, rispettosi verso il prossimo.
Purtroppo negli anni della Seconda Guerra Mondiale gli Studios cominciarono a produrre video di propaganda per l’esercito americano. Corti che vedevano i protagonisti impegnati in missioni belliche. Tra questi, il più famoso e “Paperino sotto le armi”, sceneggiato da Carl Barks, che fu anche il disegnatore degli ironici manifesti che compaiono all’inizio del cortometraggio.
Il 6 novembre del 1942 Barks interruppe il rapporto con la Walt Disney Studios, proprio poco dopo aver lavorato alla sua prima storia a fumetti su Paperino, sempre in collaborazione con Jack Hannah (“Paperino e l’oro del pirata”).
L’allontanamento dagli Studios non sancì la fine della carriera di Barks come disegnatore. Prese contatti con la casa editrice a cui la Disney commissionava gli albi a fumetti, la “Western Printing & Lithographing co.”, e ben presto cominciò a lavorare per loro, disegnando le storie su Donald Duck. Ad aprile del 1944, sulla testata “Walt Disney’s Comics and Stories” apparve la sua prima storia fumettistica: “Paperino e i corvi”. Il mese successivo venne pubblicata la prima storia interamente scritta e disegnata da Carl Barks: “Paperino e il gorilla”. Barks cominciò così a disegnare una serie di storie per la “Walt Disney’s Comics and Stories”, iniziando a sviluppare l’universo dei paperi. Sviluppo che culminerà con l’uscita dello storico numero 49, in cui per la prima volta apparve Duckburg, la città dei paperi, che in Italia è stata tradotta prima come Peperinopoli, poi come Paperlandia, per arrivare alla definitiva Paperopoli.
Una volta creata la città dei paperi, Barks, dando estro alla propria creatività, scrisse e disegnò alcuni tra i personaggi più famosi di Paperopoli, donando loro una propria personalità e delle proprie abitudini caratteriali.
Inventò tutti i personaggi che circonderanno il mondo di Paperino: Paperon De’ Paperoni (1947), lo zio miliardario ed eccentrico di Donald Duck; Gastone Paperone (1948), il papero fortunato che non ha mai lavorato un giorno in vita sua; il gruppo scout delle Giovani Marmotte, di cui faranno parte Qui, Quo e Qua (1951); la Banda Bassotti (1951), i ladri più sfigati della storia fumettistica; Archimede Pitagorico (1952), il geniale e stralunato inventore di Paperopoli; gli eterni rivali di Zio Paperone, Cuordipietra Famedoro (1956) e Rockerduck (1961); Edi (1956), l’aiutante robot di Archimede dalla testa a lampadina; la Strega Amelia (1961); e ovviamente Paperina (1940), il solo ed unico interesse amoroso di Paperino.
I personaggi di Carl Barks non sono dei semplici paperi antropomorfi, ma sono dei veri e propri esseri umani.
Non sono più quelle macchiette comiche che venivano utilizzate semplicemente nelle strisce domenicali di Taliaferro. Ognuno di loro ha una personalità ben definita da una forte caratterizzazione. Barks conferisce ai suoi paperi delle emozioni umane, dei vizi e delle nevrosi. Non solo differenziò un personaggio dall’altro, ma che rese la sua opera unica. Paperon De’ Paperoni, per esempio, è avaro e affezionato ai propri soldi, ma è anche molto intelligente e legato ai suoi nipoti Qui, Quo e Qua, ai quali darà consigli utili per la gestione del denaro. Archimede Pitagorico è un essere dall’animo puro e geniale, ma altrettanto ingenuo. Tant’è che Zio Paperone riesce sempre ad accaparrarsi le sue invenzioni migliori senza mai pagarlo.
Peperon De‘ Paperoni fece il suo esordio nel dicembre del 1947.
Ispirato a Ebenezer Scrooge, il famoso personaggio di “Canto di Natale” di Charles Dickens (rivisitato in chiave disneyana nel cartone animato “Il Canto di Natale di Topolino”), Zio Paperone sarebbe dovuto apparire solamente una volta, nella storia “Paperino e il Natale sul Monte Orso”, ma il pubblico mostrò talmente tanto entusiasmo per il ricco zio di Paperino, che Barks decise di renderlo un personaggio fisso e di dedicare a lui una nuova serie dal titolo “Uncle Scrooge”, in cui fecero la prima comparizione il Deposito (nella storia “Paperino e la ghiacciata dei dollari”); la moneta Numero Uno; la Stanza delle Preoccupazioni; il Manuale delle Giovani Marmotte; Cuordipietra Famedoro; Rockerduck; e la Banda Bassotti.
Riguardo alla banda di ladri, in inglese il loro nome è Beagle Boys, nome ispirato dal fatto che i Beagle sono cani da caccia.
In italiano è stato riadattato come Banda Bassotti per mantenere la doppia B come iniziale; anche se questa traduzione snatura un po’ i personaggi, poiché i Bassotti non hanno l’istinto da cacciatore tipico dei Beagle. Questi fecero la loro comparsa in scena nella storia “Paperino e la Banda dei Segugi”, in cui avevano un aspetto leggermente diverso rispetto a quello a cui siamo abituati. Difatti indossavano dei cappelli verdi in stile Qui, Quo e Qua, le tipiche maschere nere e felpe rosse, ancora prive dei numeri sul petto, e avevano delle orecchie più lunghe e più simili a quelle di un cane.
In seguito, tra le pagine del “Walt Disney’s Comics and Stories” (più precisamente nel numero 140 dal titolo “Paperino e l’amuleto del cugino Gastone”) fece la sua comparsa Archimede Pitagorico (Gyro Gearloose), discendente di una stirpe di geni. Suo nonno, Cacciavite Pitagorico era stato assistente del giovane Paperone durante una spedizione in battello sul Mississippi, mentre suo padre, Fulton Pitagorico fu uno dei fondatori del corpo delle Giovani Marmotte. Fin dalla sua prima apparizione, Archimede comincia ad interagire con gli abitanti di Paperopoli, diventando in breve tempo uno dei personaggi chiave delle commedie disneyane.
Nel 1966 Barks disegnò la sua ultima storia a fumetti, ma continuò a scrivere sceneggiature dedicate alle Giovani Marmotte. Dal 1971 cominciò a lavorare su delle pitture ad olio a tema disneyano, che riscossero un gran successo tra i fan delle sue storie.
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