Guadagnino torna al cinema con “Challengers” per raccontarci una storia d’amore, gelosia e rivalità.
L’immagine si sofferma su un campo da gioco dove, come due intrepidi gladiatori dell’antica Roma, due tennisti si stanno dando battaglia per aggiudicarsi la vittoria finale del Challenger di New Rochelle. Sugli spalti gremiti dal pubblico in delirio, gli spettatori seguono gli scambi tra i due finalisti. Mentre una donna, seduta in prima fila, tiene gli occhi fissi sulla palla senza far trapelare nessuna emozione.
Ma, vedete, in tutto questo c’è da domandarsi: i due tennisti stanno davvero lottando per aggiudicarsi la vittoria del Challenger o c’è ben altro in palio??
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Con le sue ultime pellicole Luca Guadagnino, cineasta palermitano classe 1976, grazie al suo tocco inconfondibile e la capacità di spaziare tra i generi senza riuscire a perdere quella maestria di narrare attraverso pellicola, ha raccontato al pubblico appassionato di cinema una bellissima e profonda storia d’amore (ricordate “Chiamami col tuo nome”?) che ancora oggi fa palpitare e incuriosire. Un’inquietante vicenda in una scuola di danza controllata da un’antica strega nel remake “Suspiria”. E, cosa non meno importante, ha portato sullo schermo il cannibalismo. Come metafora dell’emarginazione sociale.
Ma definire “Challengers” è una cosa assai più ardua.
Invero, la nuova pellicola del regista “Challengers”, potrebbe benissimo identificarsi come la storia di una bellissima amicizia rovinata da una donna. Oppure un film sportivo sulla rivalità tra due atleti altrettanto bravi. O magari un’intensa storia sentimentale destinata a rimanere incompiuta. E probabilmente, nessuna di queste ipotesi sarebbe errata.
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La storia si dirama su tre linee temporali diverse illustrandoci, attraverso parole e immagini, uno strano rapporto a tre. Patrick (Josh O’Connor) e Art (Mike Faist) sono due amici di infanzia che nutrono la speranza di diventare tennisti professionisti. Ma il loro rapporto sarà messo a dura prova quando nelle loro vite piomberà Tashi Duncan (Zendaya), un’attraente e giovane astro nascente del tennis femminile, la cui carriera viene stroncata a causa di un brutto infortunio al ginocchio.
Josh O’Connor, Mike Fast e Zendaya, che si conferma come una delle attrici più intense e talentuose del momento, danno vita ad una relazione a tre tanto profonda quanto nociva. Ma sono proprio le interpretazioni dei tre giovani talenti il fulcro su cui si regge la pellicola.
Invero, nonostante il film duri poco più di due ore, tutto quanto gira attorno a Patrick, Art e Tisha. Come se tutti i personaggi secondari sparissero.
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“Challengers” è probabilmente l’opera più matura di Guadagnino che decide di usare il tennis come metafora dell’amore, del sesso e del potere. E probabilmente della vita stessa. Come già successo per “Chiamami col tuo nome” e “Bones and All”, il regista pone al centro della trama l’amore, per quanto questo possa essere tossico. E. attraverso una partita di tennis tra i due pretendenti, viaggia a ritroso nel tempo per raccontare i più primordiali dei sentimenti: il desiderio, la gelosia e la rivalità.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Sebbene la colonna sonora risulti piuttosto incisiva in alcune parti del film è decisamente mal sfruttata, arrivando a sovrastare le voci dei protagonisti mentre le parole riecheggiano in sala.
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Tuttavia la sceneggiatura è coinvolgente e ben elaborata fin dalle prime battute. E la regia è sicuramente molto solida e per niente disturbante. Persino nelle sequenze più complicate da girare.
La sublime estetica di Guadagnino riesce a fondere in maniera eccelsa, se non addirittura audace o innovativa, il dinamismo scenico di un film sportivo colorato dalla profondità di una storia sentimentale.
Oltre a offrire uno spettacolo visivo colmo di suspense, colpi di scena e un profondo sentimento che inebria di passione la pellicola, Guadagnino riesce a valorizzare le intense interpretazioni dei tre protagonisti, che impersonano tre personaggi molto diversi tra loro ma legati indissolubilmente da un passato che, in un modo o nell’altro, torna costantemente a mettere in discussione le loro vite.
Luca Guadagnino si conferma quindi come uno dei migliori cineasti italiani a livello internazionale. Regalando una lezione di cinema di rara bellezza. Ma del resto ormai lo sappiamo bene, quello del regista siciliano è Cinema con la C maiuscola!