La storia di come Charles Addams, disegnatore del “New Yorker”, creò le vignette che ispirarono la Famiglia Addams.
Quel giorno il famoso produttore televisivo David Levy stava beatamente passeggiando per le vie di Manhattan quando la sua attenzione venne colta da uno strano libro nella vetrina di una libreria della zona.
Incuriosito decise di sfogliarne il contenuto. Ben presto si rese conto che quelle che vi erano rappresentate erano delle illustrazioni che ritraevano alcuni eccentrici personaggi.
Tali personaggi, privi di quel nome che in futuro li avrebbe resi famosi, svolgevano quelle che per loro erano delle normali attività quotidiane: chiedere una tazza di cianuro alla vicina o riempire la mangiatoia dei loro condor domestici. Folgorato dall’originalità di tali vignette Levy decise che ne avrebbe fatto una serie TV. Contattò così Charles “Chas” Addams, l’autore di quei disegni tanto satirici quanto riflessivi, che all’epoca lavorava al New Yorker. Fu così che, i due si accordarono per creare un programma TV dedicato ad una delle più bizzarre e amate famiglie di sempre: la Famiglia Addams.
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Nel 1999 è stata fondata la La Tee and Charles Addams Foundation, con lo scopo di divulgare le opere di Charles Addams.
Nato a Westfield (New Jersey) il 7 gennaio del 1912, Charles Addams fin dall’infanzia era ritenuto un ragazzino decisamente fuori dal comune. Invero possedeva un macabro senso dell’umorismo e una passione sfrenata per i cimiteri, tant’è che nel suo tempo libero era solito passare i pomeriggi nel Cimitero Presbiteriano di Westfield.
Ma soprattutto, il piccolo Charles possedeva una fervida immaginazione e uno sviluppatissimo talento artistico.
In particolare, era ammaliato dalle lapidi e dalle storie che esse potevano raccontare. Invero, molti dei suoi primi disegni raffiguravano proprio quei cimiteri, colmi di pietre mortuarie che da piccolo gli piaceva così tanto osservare.
Incoraggiato dal sostegno del padre, Chas Addams coltivò la passione per il disegno, riuscendo così a coniugare sia le sue doti da artista che quell’umorismo nero che lo contraddistinse per il resto della sua vita.
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Difatti, è proprio a causa di questa sua tetra immaginazione e della sua infida ironia che la stampa spesso lo descrisse come un essere demoniaco, macabro e degenerato. Tuttavia chiunque abbia avuto l’onore di stringere amicizia con lui ha sempre smentito questi voci che lo dipingevano come una sottospecie di diavolo, asserendo che, a dispetto di quelle voci infondate, Charles Addams era una persona estremamente gentile, espansiva e affascinante.
Dopo aver pubblicato le sue prime vignette sul giornale scolastico del Westfield High School, frequentò tre college diversi, tra cui la Grand Central School of Art di New York. Qui affinò notevolmente le sue attitudini al disegno, anche se non conseguì mai la laurea.
Possiamo affermare che la carriera di Charles Addams come disegnatore cominciò nel 1933, non appena firmò il contratto con il New Yorker. Ma prima di approdare alla famosa rivista, con la quale collaborò per il resto della sua vita, Addams svolse un altro interessante lavoretto.
Difatti, appena conclusa la carriera universitaria, Chas venne assunto dal magazine “True Detective”, dove aveva “l’ingrato” compito di ritoccare le foto dei cadaveri in modo da renderle meno macabre (eliminando le innumerevoli tracce di sangue) e più adatte alle esigenze dei lettori. E nonostante preferisse le versioni originali delle foto, svolgeva il suo incarico con estrema diligenza.
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Quella al “True Detective” fu un’esperienza significativa per la formazione del giovane Chas.
Ma la vera svolta arrivò grazie al famoso quotidiano “New Yorker”. Al giornale, anche se frequentava di rado la redazione, pubblicava con costanza ogni sua vignetta, la prima delle quali ritraeva un giocatore di Hockey . Un esordio decisamente differente dai lavori a cui ci avrebbe poi abituati grazie ai disegni della Famiglia Addams.
Fu nel 1938 che sul New Yorker apparvero le prime vignette dedicate a quei personaggi che in futuro sarebbero diventati i componenti della famiglia Addams. Benché inizialmente ognuno di loro fosse nato come singolo personaggio, senza alcun legame famigliare, possiamo ricordare la vignetta apparsa sul quotidiano il 6 agosto del 1938 in cui una prima versione di Morticia e di Lurch, il mostruoso e fedele maggiordomo degli Addams, sono intenti ad ascoltare (senza troppo entusiasmo) le parole di un venditore che tenta di convincerli ad acquistare un aspirapolvere. Grazie alla creazione di tali personaggi, che per anni apparvero nelle pagine del New Yorker, Chas riuscì a trovare il giusto mezzo per dare libero sfogo alla sua personalità tanto singolare quanto amabile.
Fu proprio questa sua indole macabra, ma allo stesso tempo gentile e affabile a renderlo popolare.
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Ciononostante, ci sono voluti quarant’anni e due matrimoni falliti prima di rendersi conto che la sua anima gemella era una delle sue migliori amiche. Quello con Marilyn “Tee” Matthews, che all’epoca della Seconda Guerra Mondiale si era fatta conoscere come modella e pinup di livello internazionale, fu il suo terzo ed ultimo matrimonio.
Molti erano i tratti che accomunavano Chas e Tee. Entrambi possedevano un macabro senso dell’umorismo e amavano trascorrere il tempo nei cimiteri poiché li trovavano estremamente silenziosi e rilassanti. In linea con questa loro passione decisero di scambiarsi le promesse nuziali, nel 1980, proprio all’interno di un sepolcreto, più precisamente nel cimitero degli animali di Water Mill. E, a conferma del suo singolare senso dell’umorismo, per commemorare il giorno delle sue nozze pubblicò una vignetta che ritraeva Morticia e Zio Fester (che riteneva il più affine alla sua personalità) intenti a scambiarsi le solenni promesse e con un personaggio dalle sembianze demoniache come testimone.
Grazie alla sua creatività e al suo innato gusto per il macabro, nella sua vita Chas Addams riuscì ad essere il diretto responsabile della realizzazione di un universo gotico e tremendamente desiderabile. Tant’è che nel 1991 venne realizzato un film, poi un seguito e, successivamente, produzioni teatrali e cartoni animati. Ma quello che più colpisce del suo genio è che ancora oggi, a trent’anni di distanza dalla sua morte, riesce a incantare sia gli storici appassionati sia le nuove generazioni. Non male per dei semplici personaggi con la pelle chiara funerea nati senza nome e senza una caratterizzazione.