“La gente pensa che gli Stones siano Mick e Keith. Non sarebbe per niente vero se non ci fosse Charlie alla batteria. Alla fine, i Rolling Stones sono Charlie Watts.”
Con queste parole Keith Richards omaggiava il suo amico e compagno di band durante un’intervista del 1979.
Poche settimane fa, Watts aveva annunciato che, a seguito di un intervento chirurgico (che aveva avuto buon esito), non avrebbe partecipato al tour dei Rolling Stones previsto per settembre. Purtroppo, dopo essere stato ricoverato d’urgenza, il suo cuore non ha retto ad un secondo intervento e all’età di 80 anni, uno dei più grandi batteristi della storia della musica ci ha lasciati.
Appassionato di Jazz fin da quando era ragazzino, Charlie Watts si era unito ai Rolling Stones nel 1963. Difatti, dopo aver suonato in diverse Jazz Band e con la famosa Blues Incorporated di Alexis Korner, Watts sostituì Mick Avory (che poi si sarebbe unito ai Kinks) esibendosi con gli Stones per la prima volta il 12 gennaio 1963.
Da quel momento, Watts non ha più lasciato le Pietre Rotolanti, anche se parallelamente ha portato avanti un’illustre carriera da batterista Jazz.
Pur non essendo il più appariscente del gruppo, era un membro insostituibile, capace di donare ad ogni pezzo degli Stones la sua originale impronta da musicista con una formazione classica. Sono proprio i suoi arrangiamenti alla batteria che hanno reso celebri canzoni come “19th Nervous Breakdown”, “Jumpin’ Jack Flash”, “Get Off of My Cloud” e “Beast of Burden”. In una band di teste calde come i Rolling Stones, Watts era l’outsider perfettamente inserito nel gruppo. Infatti, a differenza dei suoi colleghi, aveva una personalità tranquilla e mite, capace di fare da pacere nelle continue discussioni tra le due celebrità Jagger e Richards; fedele a sua moglie, la pittrice Shirley Ann Shepherd; infine, amava la riservatezza, non era per niente interessato alla fama e ai riflettori, tanto che riuscì persino a tenere segreta la sua lotta contro la dipendenza da alcol e droga negli anni ‘80.
Charlie Watts amava la sua vita, e amava i Rolling Stones. Come riportato su Rolling Stone, durante un’intervista del 1981 aveva dichiarato:
“Amo questa band, ma non vuol dire che sia tutta la mia vita. Ho sempre pensato che il gruppo fosse destinato a vita breve, sul serio. Non ho mai pensato che sarebbe durato più di cinque minuti. Però sapevo che avrei vissuto quei cinque minuti al massimo, proprio perché amo la band. Potrei anche ritirarmi oggi, ma non so che fare se mi fermassi. Probabilmente impazzirei.”