Uscita su Netflix e tratta dall’omonimo romanzo di Holly Jackson, “Come uccidono le brave ragazze” è la nuova serie TV con protagonista Emma Myers nei panni di una detective decisamente atipica.
La piccola cittadina di Little Kilton viene sconvolta dall’improvvisa scomparsa di Andie Bell, una delle studentesse più popolari del liceo locale. E dal ritrovamento del cadavere di quello che per tutti è il colpevole del presunto omicidio della ragazza: il suo ragazzo Sal Singh.
Cinque anni più tardi, Pippa Fitz-Amobi bussa alla porta della famiglia Singh per comunicare un messaggio a Ravi, il fratello minore di Sal. “Sono convinta che tuo fratello sia innocente, e ho intenzione di provarlo”.
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Così comincia l’indagine di Pip, moderna Veronica Mars (anche se forse il paragone appare assai generoso), impersonata da Emma Myers, già protagonista di “Mercoledì” a fianco di Jenna Ortega, che risulta perfettamente in parte.
Presentandosi come una versione a tratti un po’ troppo edulcorata del best-seller di Holly Jackson, “Come uccidono le brave ragazze” ripercorre abbastanza fedelmente l’opera originale. Prendendosi delle dovute libertà senza però stravolgere la trama del romanzo.
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Una protagonista decisamente atipica, intelligente e sveglia quanto l’illustre personaggio interpretato da Kristen Bell, anche se meno accattivante. Occhi illuminati ma molto espressivi, Emma Myers riesce a donare a Pippa tanto carisma da riuscire a coinvolgere gli spettatori quanto la giusta dose di umana incertezza e paura da rendere credibile un personaggio non semplice da impersonare.
E per quanto a tratti la sceneggiatura sconfini nel trash, con una chiara situazione ispirata a “So cosa hai fatto” (presente anche tra le pagine del libro), la trama si svolge in maniera convincente. Senza strafalcioni e con molti colpi di scena. Alcuni di essi abbastanza inaspettati.
Il tutto, accompagnato da una colonna sonora avvolgente ma non invadente. Le canzoni di artisti come The Chemical Brothers, Billie Eilish, AWOLNATION e i Moderat (per citarne alcuni) sono parte integrante della storia e hanno il grande pregio di arricchire l’indagine di Pip e Ravi.
Tutto quanto sembra quindi funzionare in maniera egregia. Le sei puntate di cui è costituita “Come uccidono le brave ragazze” scorrono piacevolmente, coinvolgendo lo spettatore fino alla risoluzione che potrebbe essere più inaspettata di quanto si potrebbe pensare.
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La regia riesce a rendere giustizia ad una sceneggiatura ben scritta, che approfondisce in maniera adeguata il rapporto tra i personaggi. Certo, l’evoluzione di alcuni di essi è praticamente inesistente ma non necessaria ai fini della trama.
L’unico personaggio che sembra trovare un’evoluzione è Pippa. Difatti, sebbene fosse fin da subito consapevole della sua intelligenza e delle sue doti deduttive, lentamente prenderà coscienza dei suoi sentimenti, affrontando i propri timori e le proprie paure.
Invero, forse è proprio l’interpretazione di Emma Myers il vero fiore all’occhiello di “Come uccidono le brave ragazze”. Serie di cui speriamo di vedere anche una seconda e una terza stagione (in modo da completare la trilogia di Holly Jackson).
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Pippa è probabilmente l’unico personaggio che conosciamo a fondo. Il fulcro di una trama elaborata in cui gli altri protagonisti (se così si possono definire), compreso Ravi, altro non sono che le tessere di un puzzle che la giovane detective compone scoperta dopo scoperta.
Tuttavia, nonostante il grande peso che Emma Myers si trova a dover portare sulle spalle, la migliore amica di Mercoledì Addams riesce a reggere bene la scena. Sopportando le redini di un’intera serie TV.
Un compito non facile ma che la giovane Myers porta a compimento in maniera più che egregia.
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E se “Veronica Mars”, esattamente vent’anni fa, aveva sconvolto il mondo della serialità adolescenziale, con la sua astuzia, arguzia, talento e intelligenza, dimostrando che una ragazza non è solo un bel faccino, “Come uccidono le brave ragazze” è la conferma che i thriller scolastici possono appassionare. E, soprattutto, coinvolgere quando sono ben scritti.