Will Smith è pronto a tornare. “Purple Rain” compie 40 anni. E l’ultimo addio ad una leggende quale Alessandra Valeri Manera.
Nel mondo della musica, come in qualsiasi ambito artistico, capita che un interprete possa prendersi un periodo di pausa. Qualcuno decide di semplicemente di sfruttare tale periodo per rilassarsi, magari per una piccola vacanza o per trascorrere del tempo in famiglia.
Altri invece preferiscono concentrarsi su una carriera alternativa ma altrettanto redditizia e soddisfacente. Ma ad ogni periodo di pausa corrisponde un gradito ritorno in scena, come nel caso di Will Smith.
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Negli ultimi anni infatti il fu Principe di Bel-Air si è dedicato molto alla carriera da attore, che lo ha portato a vincere un Premio Oscar per la sua interpretazione in “Una famiglia vincente” e a lavorare al quarto capitolo della premiata saga di “Bad Boys”, a fianco di Martin Lawrence.
Tuttavia, Mister Man in Black ha deciso di tornare a calcare i palchi musicali esibendosi, per esempio, a fianco di J Balvin al Coachella e collaborando con Sean Paul per la canzone “Light Em Up”, inserita poi nella soundtrack di “Bad Boys: ride or die”.
Ma non è tutto, ovviamente. Il buon caro vecchio Will infatti ha annunciato il suo desiderio di riprendere la carriera da rapper, e lo farà nel migliore dei modi. E cioè presentando il suo nuovo brano ai BET Awards 2024, che avranno luogo domenica 30 giugno e saranno condotti da Taraji P. Henson.
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Purtroppo, per quanto concerne il ritorno in scena di Will Smith sia un lieto evento, ci sono notizie tanto belle quanto brutte.
1 – Il mondo della musica e dell’animazione italiana piange per la prematura scomparsa di Alessandra Valeri Manera, una vera e propria leggenda che ci ha lasciati a soli 67 anni. Grazie a lei e alla sua opera, in quanto responsabile della programmazione delle reti Mediaset dal 1980 al 2001, in Italia abbiamo potuto godere della visione di alcuni tra gli anime giapponesi più popolari, da “Sailor Moon” a “Dragon Ball Z”, di cui ha scritto anche le sigle italiane per Cristina D’Avena e Giorgio Vanni.
Ed è proprio grazie alla collaborazione con Cristina D’Avena che Alessandra Valeri Manera ha riscosso i suoi più grandi successi. Nonché le più grandi soddisfazioni a livello lavorativo. Inoltre, è grazie all’estro della cara Alessandra che Cristina D’Avena ha potuto distinguersi cantando le sigle di cartoni animati come “Pollon Combinaguai”, “È quasi magia Johnny” (“Orange Road” in originale), “Mila e Shiro”, “Georgie” e “Occhi di Gatto” (per citarne alcuni).
Ma come abbiamo già asserito, Alessandra Valeri Manera non ha scritto canzoni esclusivamente per Cristina D’Avena. Difatti ha curato la sigla di “Ti voglio bene Denver”, il dinosauro più adorabile del mondo, mentre per Giorgio Vanni ha scritto quella di “Dragon Ball Z”, un cartone che sicuramente non ha bisogno di presentazioni. E sicuramente, la nostra infanzia e adolescenza, e perché no, anche l’età adulta, senza il suo immenso contributo, sarebbe stato molto ma molto diverso.
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2 – Quest’anno abbiamo assistito a molti duetti, alcuni dei quali con il totale stupore del pubblico. Ma sicuramente, uno dei più belli e commoventi è stato quello dello scorso 23 giugno alla Bridgestone Arena di Nashville.
Alanis Morissette ha deciso di festeggiare l’ottavo compleanno di sua figlia, Onyx, in una maniera veramente speciale. Durante la serata infatti, la cantante canadese (naturalizzata americana) non solo ha invitato il pubblico ad intonare “Happy Birthday to you…” ma ha anche invitato la bambina sul palco (accompagnata da tutta la sua famiglia) con la quale ha cantato “Ironic”, una delle canzoni più belle del suo repertorio.
Un’esibizione veramente commovente che ha visto Alanis Morissette visibilmente emozionata, forse anche più della piccola cantante che ha dimostrato che certe volte il detto “buon sangue non mente” è più che giusto.
3 – Ed eccoci giunti al consueto viaggio indietro nel tempo.
25 giugno 1984. Esattamente quarant’anni fa, quel mattacchione di Prince pubblicava “Purple Rain”, un disco destinato a cambiare e a rimanere nella storia della musica. Il cantante di Minneapolis si era già fatto conoscere dal pubblico e dalla critica grazie ad album come “For You” e “1999”. Ma fu con “Purple Rain” che raggiunse la definitiva consacrazione.
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Il disco infatti lo rese una delle pop star maschili più amate e famose dell’epoca, secondo solo ad una stella come Michael Jackson. Ma il più grande pregio di “Purple Rain”, il fattore che lo rende un album ancora molto amato, è forse la capacità di racchiudere più generi musicali, unendo al funk di un brano come “Let’s go crazy” ad una ballata come “Take me with You”, passando per il Rock e l’R&B.
Difatti, si potrebbe dire che grazie a “Purple Rain”, Prince diede inizio ad un nuovo genere musicale, che gli esperti chiamano “Minneapolis Sound”, caratterizzato da un suono granitico, in grado di influenzare la musica moderna.
Per assurdo, non sarebbe sbagliato pensare che, senza l’avvento di “Purple Rain” non esisterebbero quei suoni elettronici particolarmente diffusi tra gli artisti contemporanei.