Courteney Cox omaggia “Dancing in the Dark”. “Californication” spegne 25 candeline, gli album in uscita a giugno e molto altro…
L’estate è ormai alle porte e anche la calura sembra già essersi abbattuta sulle nostre vite. E se vi state chiedendo con quale album allietare le vostre giornate di giugno, il mese che sta a cavallo tra la primavera e l’estate, anche se ormai le mezze stagioni pare che non esistano più. Tenetevi forte. Perché le novità sono veramente allettanti e non sono certo poche.
Il 7 giugno infatti, in tutti i negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali, è approdato “Forever”, il nuovo album di Bon Jovi.
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Se invece siete appassionati del buon rock italiano allora non perdetevi “Deserti” (anch’esso disponibile dal 7 giugno), il nuovo album di Piero Pelù, seconda parte della “Trilogia del Disagio” cominciata quattro anni fa con “Pugili Fragili”.
E se non siete convinti, allora sappiate che il disco del cantante fiorentino contiene una versione unplugged di “Il mio nome è mai più”, per omaggiare il 25esimo anniversario del brano composto assieme a Ligabue e Jovanotti.
Ma parliamo delle novità in arrivo nelle prossime settimane. La prima da segnalare è senza dubbio “Always Centred at Night” di Moby, in uscita il prossimo 14 giugno. A dovere di cronaca, si tratta del 22esimo (e dico 22esimo) album in studio del cantante americano.
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Ma una delle più grandi novità, con data di uscita sempre 14 giugno, è un disco dal titolo “One Hand Clapping”, registrato ben cinquant’anni fa agli Abbey Road Studios niente meno che da Paul McCartney e i Wings. Naturalmente l’album sarà composto da alcune imperdibili rivisitazioni dei successi sia dei Beatles che dei Wings.
Infine, il 28 giugno, usciranno “Early Daze”, frutto della collaborazione tra Neil Young e i Crazy Horse. E “Songwriter” del grande Johnny Cash, che conterrà 11 brani inediti della leggenda del folk, scomparso nel 2003.
Ma, come enunciato poc’anzi, le novità non finiscono qui. Quindi ecco alcune news dal mondo della musica.
1 – Nel 1984 Brian De Palma, che all’epoca aveva già diretto pellicole come “Carrie – Lo sguardo di Satana” e “Scarface”, realizzò il video di “Dancing in the Dark” di Bruce Springsteen. Il primo singolo tratto dall’album “Born in the U.S.A.”.
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Il videoclip, altro non era che una ripresa di uno dei tanti concerti del Boss, con la particolarità che, sulle battute finali della canzone, il cantante invitava a salire sul palco un’attraente giovane ragazza dal taglio mascolino e con indosso la maglietta di “Born in the U.S.A.”. Presto si sarebbe fatta conoscere al mondo intero grazie al ruolo di Monica Geller nella premiata sitcom “Friends”.
Ebbene sì, quella giovane ballerina altri non era che Courteney Cox alla sua prima apparizione televisiva.
A distanza di quarant’anni, per omaggiare l’anniversario del leggendario disco di Springsteen, la star di “Friends” e di “Scream” ha deciso di creare un video, diffuso poi attraverso i social dell’attrice, in cui esegue nuovamente la danza del video del 1984.
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Sulle note di “Dancing in the Dark”, Courteney Cox comincia a danzare indossando una felpa blu per poi toglierla e mostrare una maglietta dedicata al Boss e al suo album.
2 – Facciamo ancora un passo indietro nel tempo. Nel 1967 uscì “Hello, I’m Dolly”, il primo disco di Dolly Parton, una delle più importanti e apprezzate cantanti di tutti i tempi, divenuta un’icona della musica country, del cinema e della filantropia.
Un’artista capace di vincere per ben undici volte un Grammy e di raggiungere la vetta delle classifiche americane almeno una volta per decennio. Per ben quarant’anni di fila.
Ed ora, la grande cantante, sta lavorando ad un musical che spera di portare sulla scena di Broadway nel 2026. Come il suo primo album, si intitolerà “Hello, I’m Dolly”.
Naturalmente il musical sarà incentrato sull vita della talentuosa e bellissima cantautrice americana. Oltre ad alcuni dei suoi più grandi successi, sarà composto da alcuni brani inediti a cui la stessa Dolly Parton sta attualmente lavorando.
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Inutile dire quanto siamo curiosi di veder realizzato questo nuovo progetto della più grande country girl di sempre.
3 – E continuiamo con il viaggio nel Viale dei Ricordi per tornare all’8 giugno del 1999, quando i Red Hot Chili Peppers pubblicarono quello che forse è il loro migliore e più rappresentativo album: “Californication”.
Venticinque anni fa quindi la band californiana segnò una svolta nella loro già affermata carriera. “Californication” infatti, oltre a sancire il ritorno nella band dello storico chitarrista John Frusciante, divenne in breve tempo l’album più venduto di Anthony Kiedis e dei suoi ragazzi. E, oltre alla canzone che diede il titolo al disco, conteneva grandi successi che rimasero in vetta alle classifiche per settimane.
“Scar Tissue”, per esempio, venne insignita di un Grammy per la miglior canzone rock. E detiene il record di sedici settimane in vetta alla classifica Billboard Modern Rock.
“Around the World” invece, decanta l’amore del frontman per le meraviglie del mondo, comprese le belle donne, concentrandosi sulle esperienze che i Red Hot Chili Peppers hanno vissuto durante i loro tour.
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E poi c’è “Otherside”, la canzone più triste e malinconica del disco, in cui Kiedis narra la sua drammatica dipendenza dalle sostanze stupefacenti. Infine, “Californication”, la tittle track. Il video è ormai entrato nella leggenda, alternando riprese dal vivo della band a sequenze in cui Kiedis e gli altri erano i protagonisti di un videogioco, trovandosi a dover affrontare diverse avventure virtuali.
Nel 1999 realizzare un simile prodotto non era certo cosa da poco. Ma è il testo la parte più importante della canzone. Scritto dal leader della band, oltre a raccontare il deterioramento del pianeta cita numerosi elementi della cultura pop. Dall’album di David Bowie “Station to Station” ad Alderaan, il pianeta di origine della Principessa Leia Organa di “Star Wars”.
4 – Quello Robert Plant, cantautore e musicista che per decenni è stato il frontman dei Led Zeppelin, e Alison Krauss, cantante e violinista di fama internazionale, è ormai un sodalizio che dura da quasi vent’anni.
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Frutto della loro collaborazione, oltre ad una serie di concerti, sono i due album di successo “Raising Sand” del 2007 e “Raise the Roof” del 2021.
Dal 2 giugno 2024, il cantante britannico e la musicista statunitense, hanno inaugurato un tour che ha avuto origine a Tulsa, in Oklahoma (vi ricordate la città dove finirà a lavorare Chandler Bing nella famosa sitcom “Friends”?). Ed è ormai cosa nota che Plant e Krauss spesso si dilettino nel riproporre i classici che hanno reso famosi i Led Zeppelin. Da “The Battle if Evermore” a “Rock and Roll” fino ad un medley che, tra le altre, comprendeva la bellissima “Gallows Pole”.
Ma la grande novità e che, in occasione della loro nuova serie di concerti, hanno deciso di proporre una nuova versione di “Memphis Minnie”. Altro brano reso celebre dai Led Zeppelin, che hanno deciso di intitolare “When the Levee Breaks”. È probabile che la canzone farà parte della scaletta sia di questo che dei futuri tour del duo.
Una notizia che però farà sicuramente dispiacere ai fan è la notizia, confermata direttamente da Robert Plant, che sarà altamente improbabile che eseguirà “Stairway to Heaven”. Anche se… non si sa mai.