“A un cuore in pezzi
nessuno s’avvicini
senza l’alto privilegio
di aver sofferto altrettanto.”
(Emily Dickinson)
Emily Elizabeth Dickinson è considerata tutt’oggi tra i migliori lirici del XIX secolo. Poetessa d’infinita immaginazione, non vide mai i suoi scritti pubblicati in un’opera che portasse il suo nome. Difatti, per tutto il corso della sua esistenza tenne ben nascoste le sue lettere e le sue poesie, molte delle quali dedicate al suo amore proibito, sua cognata Susan Huntington Gilbert Dickinson.
Poco tempo dopo la sua morte, avvenuta nel 1886, furono rinvenute all’interno del baule di una domestica più di 2000 tra lettere e poesie scritte su foglietti ripiegati destinate a Susan, tenute insieme con ago e filo.
Ispirandosi al ritrovamento di tali opere, nel 2019 Alena Smith ha creato, prodotto e scritto per Apple TV, una serie dedicata alla vita della poetessa. Una serie che, nel corso di tre stagioni, si è distinta sfoggiando uno stile fresco e attuale, con musiche e dialoghi adatti ad un pubblico contemporaneo.
Fuori da ogni schema, la Smith è riuscita a rivisitare gli anni da giovane donna della Dickinson in chiave moderna. Con musiche e allusioni alla cultura pop contemporanea, senza tralasciare gli aspetti storici e gli eventi realmente accaduti. Come in un romanzo storico, Alena ci trasporta prima negli anni ‘50 del 1800 e poi durante la Guerra di Secessione, raccontando le vite degli abitanti della piccola cittadina di Amherst attraverso gli occhi di Emily (Heilee Steinfeld), una giovane sognatrice che non smette mai di concepire nuove poesie. E sono proprio le poesie e la fantasia di Emily Dickison a condurci verso ogni avvenimento che accompagna l’evoluzione della poetessa e della storia americana.
Difatti, attraverso la regia della Smith, osserviamo il rapporto controverso di Emily nei confronti della Morte (Wiz Khalifa), messo in scena come un lord che si manifesta nella mente di Emily su di una lussuosa carrozza trainata da cavalli fantasma.
La sua immaginazione diviene quasi tangibile, a tal punto da sentire la necessità di un confronto emotivo: Emily è attratta dalla Morte, perché ignota. E l’ignoto non può essere rivelato.
Ma attraverso la Morte si può carpire il perché Emily nutre la necessità di un dialogo, come se prevedesse ogni avvenimento. Come se fosse un presagio.
Difatti, Miss Dickinson, fino al giorno della sua morte, sarà “nessuno”.
I personaggi astratti portati in scena dalla Smith, “La Morte” e “Nessuno”, saranno collegati da un filo conduttore a Emily. Finché sarà in vita il mondo non conoscerà mai la somma poetessa. Ed è grazie a questo concetto di immortalità che nella mente di Emily si formano parole, ogni giorno sempre nuove che, volano attraverso il suo estro come dediche preziose impresse su carta.
Basata sull’amore illecito tra Emily e Susan (Ella Hunt), “Dickinson” esplora non solo il concetto di amore proibito e mai dichiarato, in un’epoca in un cui solo a teatro era ammesso esternare la propria sessualità, ma anche il desiderio e il bisogno di una giovane donna di esprimere su carta i sentimenti che, celati nel profondo dell’anima, la legavano indissolubilmente a Susan, sua musa ispiratrice, legata ad Emily nel cuore e nell’anima.
Concetti come la paura, la morte, il lutto, la guerra, la discriminazione razziale, e il femminismo analizzato come giudizio di identificazione, sono manifestazioni che vengono affrontate con intelligenza e humor nero, in una sceneggiatura che è affrontata più da un punto di vista romantico che storico.
Ogni episodio fa riferimento ad una poesia di Emily, come “Split the Lark”, in cui la protagonista, assieme alla sua famiglia, assiste per la prima volta ad uno spettacolo teatrale, rimanendo ammaliata dalla bellezza dell’opera e dalla bravura della prima attrice.
Un’esperienza che affascinerà Emily talmente tanto nel profondo da farle sognare che un giorno anche le sue opere possano raggiungere il cuore delle persone attraverso la lirica teatrale. E, proprio in quel momento colmo di estasi e splendore, il suo cuore rivelatore forma l’immagine di Sue che, nelle vesti di sua musa ispiratrice canta quelle parole che poco prima erano dentro l’anima di Emily.
Attraverso le abili parole di Alena Smith, ora tutto il mondo (anche i più giovani) è a conoscenza della storia di Emily Dickinson, nata nel 1830 ad Amherst, nel Massachusetts. Visse per tutto il resto della sua vita nella casa di famiglia, scrivendo le poesie che tanto amava comporre, nella sua camera da letto.
Secondogenita di Edward e Emily Dickinson, morì giovanissima all’età di cinquantacinque anni di nefrite.
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