Disponibile in digitale dal 26 aprile, “Discoteche Abbandonate” riflette su un’epoca che ormai non esiste più.
Per anni Max Pezzali, assieme alla storica band degli 883, ha raccontato, attraverso i suoi occhi gli anni ’90. Anni di primi amori e delle prime cazzate con gli amici. Attraverso i testi delle sue canzoni infatti, Max ha aperto il mondo di noi piccoli ma grandi Millennials, rivelando quanto fossero belli i pomeriggi domenicali con quell’orecchio attaccato, anzi, incollato alle radioline in attesa di un gol di Del Piero, Batistuta, Totti o Roberto Baggio.
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Ma, cosa ancora più importante, gli 883, ancora oggi nei testi delle loro canzoni ci ricordano di quanto fosse immensamente gratificante, o meglio, importante passare quei pomeriggi e quelle serate in compagnia degli amici. Perché a volte come scriveva e ricordava il buon caro Max “gli anni delle immense compagnie…gli anni in motorino sempre in due… e gli anni di qualsiasi cosa fai”. Perché “qualsiasi cosa fai” se sei in compagnia di un amico, avrai sempre una cara e maledetta nostalgia di quei giorni in motorino “sempre in due”.
Anche se pioveva, correndo qua e là in mezzo a pozzanghere di fango esultando per un gol e correndo dagli amici del bar per trovare una mezz’ora di tranquillità. Bevendo birra e mangiando un Camogli dopo una serata “con il groppo in gola e il cuore che batte” per un tacco alto e una gonna corta gli 883 ci hanno regalato (e ci regalano ancora oggi) un viaggio nostalgico in quegli anni che per noi Millennials, sono stati probabilmente i momenti più spensierati ed emozionanti della nostra vita. O comunque, che ricorderemo per sempre.
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Ma il buon Max, cantautore pavese classe 1967, è stato testimone e quindi divulgatore di una realtà che regnava sovrana in quei luoghi considerati magici, dove la musica dominava incontrastata ed era sinonimo di sperimentazione, libertà di espressione e innovazione.
Le discoteche degli anni ’80 e ’90, quelle raccontate dagli 883, erano un punto di ritrovo per tutti i ragazzi che amavano la musica. Un luogo dove poter ballare, divertirsi e vivere i primi amori. E, cosa decisamente da non sottovalutare, dove prendere una sfilza di due di picche “persino dalla cassiera”.
“Discoteche Abbandonate”, il nuovo singolo di Max Pezzali (dal 26 aprile disponibile anche in versione digitale), è quindi il manifesto di un’epoca che purtroppo non c’è più.
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Invero, il brano, scritto ovviamente dall’ex front man degli 883 assieme a Jacopo Ettore e Michele Canova, trae ispirazione da “Disco Mute”, un libro curato da Davide Calloni e Alessandro Tesei. Un libro in cui le discoteche vengono rappresentate come luoghi di culto ormai ridotti ad ammassi di macerie.
Una perfetta metafora di un’era che ormai è ormai estinta. Sovrastata da un mondo governato dai social, dai selfie e …
Sebbene Max adotti delle tonalità contemporanee, con “Discoteche Abbandonate” Pezzali torna finalmente a raccontarci una storia malinconica come solo lui è in grado di fare.
La canzone infatti è un viaggio indietro nel tempo che racconta di un periodo magico e delle risate, dei sogni e delle speranze e di quelle generazioni che hanno avuto il privilegio di vivere le serate in discoteca. Quella vera.
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Ma attraverso le parole, “Discoteche Abbandonate” scava molto a più fondo. Descrivendo quello che sembra essere un sottobosco multiculturale dove ognuno è libero di esprimere la propria natura.
Ecco quindi che nelle “discoteche” di Pezzali compaiono playboy e sventurati, Drag Queen e cubiste. DJ, baristi, e quei “dai punkabbestia alle tipe più chic” perché “chiunque almeno un’ora c’è stato”.
Ma non è tutto.
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Oltre a narrare le avventure e sentimenti di coloro che durante i sabato sera popolavano le discoteche, Max Pezzali si sofferma sullo strano effetto che fa adesso ripensare a quei giorni. Cosa può essere successo adesso a quei luoghi pieni di divertimento, regni di giovani cuori e di innumerevoli prime cotte e primi baci che un tempo erano casa e adesso dispersi tra vecchie foto come “fantasmi di una vecchia compagnia”.
“Discoteche Abbandonate”, in un certo senso, riflette su quanto sia difficile dire addio. A tutto. A quella giovinezza che non tornerà più. E a quella discoteca che “ora sembra un supermercato”. Esattamente come “Stessa storia, stesso posto, stesso bar”. Quei luoghi a noi cari, divenuti nel tempo un ritrovo per vecchi e cari amici, hanno vissuto assieme a noi storie che non dimenticheremo mai. E che racconteremo, forse, un giorno, ai nostri figli.
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Eppure, di quegli anni, adesso non rimane che l’eco. Come del resto viene splendidamente sottolineato attraverso il video girato da Dario Garegnani. Mentre le parole di Max creano la perfetta colonna sonora, sullo schermo scorrono le immagini (prese in prestito proprio da “Musica Mute”) di alcune discoteche ormai diroccate. Ridotte oramai in disuso. Ma che conservano ancora quel sapore di malinconia. E qualche volta di rimpianto. Il tutto accompagnato dalle testimonianze scritte da alcuni tra i DJ più famosi del ventennio ’80 – ’90.
“Discoteche Abbandonate” è dunque una profonda riflessione che può e deve far meditare sui cambiamenti che il mondo sta affrontando. E, come gli stessi 883 dicevano in uno dei loro più grandi successi, forse l’Uomo Ragno è veramente morto.