Da “Brisby e il segreto di NIMH” a “Anastasia”. Ecco cinque bellissime pellicole create dalla mente geniale di Don Bluth, l’uomo che trovò il successo una volta lasciata la Casa delle Idee.
Fin dal lontano 1937, anno di uscita di “Biancaneve e i sette nani”, la Walt Disney Animation Studios ci ha abituati a lungometraggi di altissima qualità. Nel corso dei decenni, in più di un secolo dalla sua fondazione avvenuta nel 1923, la Casa delle Idee è riuscita a incantare milioni (se non miliardi) di spettatori grazie alla creazione di personaggi come Topolino, Pippo, Pluto e Paperino (e chi più ne ha più ne metta). Ma, soprattutto, gli studios del compianto Walt ci hanno regalato delle pellicole indimenticabili, che ancora oggi, a distanza di quasi cento anni dalla proiezione del primo Classico, riescono a far emozionare il pubblico di ogni età.
Grazie alla fantasia e alla genialità degli animatori e degli sceneggiatori a servizio di Walt Disney abbiamo potuto vedere storie ricche di fantasia, emotività. Innovazioni, come nel caso delle Silly Symphonies, dove il vecchio Walt volle inserire il Technicolor nel celebre corto “Fiori e alberi”. Eppure, la Disney non è l’unica casa di produzione che ha saputo rendere grande il mondo dell’animazione.
La DreamWorks Animation per esempio, fondata nell’ottobre del 1994 da Jeffrey Katzenberg, David Geffen e una leggenda del cinema come Steven Spielberg, ci ha regalato dei veri e propri gioielli del genere. Creando saghe animate del calibro di “Shrek”, “Kung Fu Panda”, “Madagascar” e “Dragon Trainer”. Tuttavia, i veri gioielli della casa di animazione del regista di “E.T. Extraterrestre” potrebbero essere pellicole meno conosciute (o ricordate) come “Z la formica”, “Il principe d’Egitto” o “Sinbad – La leggenda dei sette mari”.
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Ma se vogliamo parlare di capolavori dell’animazione non possiamo non citare “Balto”, pellicola datata 1995 e diretta da Simon Wells. Protagonista della storia è un meticcio nato dall’accoppiamento di un cane e una lupa, che vive nella città di Nome, in Alaska. Bistrattato ed emarginato dagli altri cani da slitta, Balto è costretto a vivere da randagio assieme al suo migliore amico Boris, un’oca delle nevi proveniente dalla Russia.

Ma tutto cambia improvvisamente quando, grazie ai suoi acuti sensi da lupo, riesce a soccorrere la squadra incaricata di consegnare al villaggio la scorta di medicinali necessari per curare un’epidemia di difterite.
Una pellicola emozionante e commovente, impreziosita da una forte morale e da alcune frasi entrate di diritto nella nostra memoria: “non è cane, non è lupo. Sa soltanto quello che non è” e “un cane non può affrontare questo viaggio da solo… però, un lupo forse si”.
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Eppure, se c’è un animatore che più di ogni altro è riuscito a distaccarsi dalla Disney (letteralmente), riuscendo così a dar libera fantasia alla propria creatività raggiungendo un successo inimmaginabile, quello è Don Bluth.

Nato a El Paso nel 1937, fino agli inizi degli anni ’80 Bluth è stato uno dei principali animatori della Casa di Topolino. Cominciò la sua carriera lavorando come assistente di John Lounsbery, con il quale curò le animazioni de “La bella addormentata nel bosco”. In seguito, dopo essersi laureato, venne assunto a tempo pieno, occupandosi di molti progetti di qualità, come “Robin Hood”, “Le avventure di Bianca e Bernie” e “Elliot il Drago Invisibile”.
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Tuttavia, dopo la dipartita del compianto Walt, Bluth cominciò a sviluppare l’idea che senza il suo fondatore la Disney peccasse di libertà creativa. Quindi, assieme ad altri sedici animatori, decise di erigere una nuova casa di produzione dove poter dare piena libertà al suo estro.
Nel 1979 nacque quindi la Don Bluth Productions (che poi divenne la Sullivan Bluth Studios), una compagnia che portò l’animatore a collaborare con Steven Spielberg e a creare dei veri e propri gioielli animati. E quindi, ecco alcuni dei titoli più belli creati dal Don Bluth.
1 – Brisby e il segreto di NIMH (1982)

Lasciata la Casa di Mickey Mouse, Bluth decide di ripartire proprio da un gruppo di topi. O meglio, da una topolina conosciuta come Signora Brisby. Tratto dal romanzo di Robert C. O’Brien, “Mrs. Frisby and the Rats of NIMH”, il bellissimo film dell’ex animatore Disney racconta le vicende di una famiglia di topi che, vivendo in un mattone ai margini di un campo della fattoria Fitzgibbon, è costretta a traslocare nel momento in cui si avvicina la stagione dell’aratura.
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Tuttavia cambiare casa sembra un’impresa impossibile considerate le pessime condizioni di salute di Timothy, il più piccolo dei figli della Signora Brisby.
Comincia così un’avventura che porterà la piccola topolina di campagna ad incontrare un corvo sbadato e scoordinato di nome Geremia; il Grande Gufo, un essere leggendario; e una colonia di ratti particolarmente sviluppata sia fisicamente che intellettualmente. Tali incontri però aiuteranno la Signora Brisby a scoprire la verità sulla misteriosa morte di suo marito Jonhatan, da tutti (soprattutto dai ratti) considerato un eroe.
2 – Fievel sbarca in America (1986)

Per il suo secondo lungometraggio, nonché la prima collaborazione con Steven Spielberg, Don Bluth decide di raccontare il Sogno Americano attraverso i cartooneschi occhi di un topolino russo.
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Durante la festa ebrea di Hanukkah, un gruppo di Cosacchi attacca la comunità ebraica incendiando le loro case.
In quello stesso momento, i gatti dei soldati russi si dilettano nel dare la caccia ai topi del villaggio. Per tal motivo la famiglia Toposkovich decide di lasciare la Russia per trasferirsi in America dove, secondo il capofamiglia, non ci sono gatti. Il viaggio però sarà più difficile del previsto. A causa di una tempesta che danneggia il piroscafo su cui sono imbarcati i Toposkovich e, durante la tormenta, il piccolo Fievel si trova separato dalla sua famiglia. Fortunatamente riesce ad arrivare in America sano e salvo, anche se completamente solo.
Fievel, giunto in America, inizierà quindi a cercare la sua famiglia. Sebbene trovare dei topolini a New York sia un’impresa piuttosto disperata tanto è popolata la Grande Mela. Durante il suo viaggio, il topolino scoprirà che suo padre si sbagliava di grosso, e che in America i gatti ci sono, eccome!
Originariamente il soggetto era basato su un mondo di animali antropoformi descritti come nella storia di Robin Hood della Disney (a cui Bloth fece da animatore). Ma per la storia di Fievel, fu lo stesso Bluth a suggerire un mondo animale differente da quello del grande fuorilegge. Secondo l’idea di Bluth, il mondo di Fievel infatti avrebbe dovuto avvicinarsi più alla società nascosta presentata nel film “Le avventure di Bianca e Bernie”.
3 – Alla ricerca della valle incantata (1988)

Due anni dopo il successo di “Fievel sbarca in America”, Don Bluth decide di abbandonare i topolini per compiere e raccontare un viaggio nell’epoca preistorica, quando il mondo era dominato dai dinosauri.
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Protagonista della storia è Piedino, un membro del branco dei Colli Lunghi che, assieme a sua madre, i suoi nonni e gli altri dinosauri erbivori, decide di mettersi in cammino per trovare un mistico luogo chiamato la Valle Incantata. Un luogo dove il cibo e l’acqua abbondano e la siccità non esiste.
Tuttavia, il cammino verso la felicità si dimostra estremamente arduo. Difatti, a causa dell’attacco di un feroce Denti Aguzzi la madre di Piedino perde la vita. E si rivelerà essere una delle sequenza più strazianti e traumatiche della cinematografia animata.
Accompagnato da Tricky, un’orgogliosa cucciola di Tricorno, e altri tre nuovi amici, Piedino
attraverserà le lande desolate e aride proprio mentre il pianeta si prepara a cambiare ed entrare in una nuova epoca. E come se questo non fosse abbastanza, dovranno vedersela con il Denti Aguzzi che continuerà a braccarli.
Durante la produzione, molte scene furono tagliate, perché Spielberg le considerava troppo cupe, crude per un pubblico di bambini. Anche se Bluth non era d’accordo, furono eliminate circa 19 scene. Esiste una copia della bobina originale, contenente tutte le scene, circa 10 minuti in più di film, che Bluth conserva con cura.
4 – Charlie – Anche i cani vanno in paradiso (1989)

Ed ecco una delle pellicole più belle, profonde e commoventi non solo dell’animazione, ma dell’intera storia del cinema. “Charlie – Anche i cani vanno in paradiso” è una perla di rara bellezza che racconta le vicende di un pastore tedesco fuggito dal canile municipale. E una tenera ragazzina tenuta in ostaggio da un perfido Carface, un cane che gestisce una bisca.
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Tornato dal mondo dei morti, Charlie tenta di realizzare la sua vendetta contro chi lo ha tradito e lo ha fatto uccidere. Tuttavia per farlo ha bisogno dell’aiuto di Anne- Marie, una ragazzina che ha il dono di parlare con gli animali. E quella che all’inizio nasce come una semplice collaborazione si trasformerà in una profonda e bellissima amicizia.
5 – Anastasia (1997)

“Anastasia”, pellicola diretta da Don Bluth assieme a Gary Goldman, racconta l’emozionante storia dell’ultima discendente della famiglia Romanov, regnante in Russia da tre secoli. Ma durante i festeggiamenti per l’anniversario dell’ascesa al potere dei Romanov, il perfido Rasputin, un monaco corrotto che ha venduto l’anima al diavolo, maledice la famiglia predicendo che in quindici giorni verrà sterminata, dando così il via alla rivoluzione russa.
Terrorizzati dalla maledizione e dall’insurrezione del popolo, i regnanti sono costretti a fuggire dalla Russia. Ma la piccola Anastasia rimane indietro e riesce a salvarsi dalla furia del popolo solamente grazie all’aiuto di un garzone. Cresciuta come orfana dopo aver perso la memoria, Anastasia decide di intraprendere un cammino alla ricerca delle proprie origini.
Un viaggio che la condurrà fino a Parigi per ricongiungersi con la sua adorata nonna, l’imperatrice Maria Fedorovna. Ma prima di poter riprendere il suo posto nel mondo, dovrà affrontare un terribile pericolo proveniente dal passato.
Da molti considerato il capolavoro di Don Bluth (anche se io preferisco “Charlie – Anche i cani vanno in paradiso), “Anastasia” è una storia tanto intensa quanto struggente sorretta da un’animazione così efficace da rendere realistica ogni sequenza. E una colonna sonora, curata da David Newman, letteralmente da brividi.
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