Pubblicato in Italia da J-Pop, “Doubt” si presenta come un thriller a chiare tinte horror.
Sei ragazzi si risvegliano in una lugubre e fatiscente stanza. Nessuno di loro sa cosa sia successo e come siano finiti in quel misterioso luogo. E, cosa ancora più spaventosa, nessuno di loro sa cosa li attenda.
Nel Giappone dell’età moderna va molto di moda un gioco virtuale, il “Rabbit Doubt”, in cui i partecipanti simulano di essere dei conigli perseguitati da un lupo assassino che finge di essere un membro della loro colonia. Ad ogni turno, il lupo uccide un coniglio, fino a quando non viene smascherato o non ha eliminato tutti i partecipanti.
Su questo principio si basa il gioco a cui saranno costretti a partecipare i sei ragazzi per uscire da quel funereo edificio. Perché, proprio come nel virtual game, tra di loro si nasconde un lupo. Una belva feroce, spietata e calcolatrice, che ha ucciso in passato e che non ha alcuna intenzione di fermarsi.
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Così comincia “Doubt”, un manga Seinen, ovvero destinato ad un pubblico adulto, scritto e disegnato da Yoshiki Tonogai e pubblicato in Italia in un’edizione in quattro volumi da J-Pop. E dopo un inizio che stenta a decollare, la storia si fa sempre più coinvolgente tavola dopo tavola. Invero, è proprio la trama il fiore all’occhiello del fumetto. Tonogai riesce a sviluppare una fitta rete di colpi di scena in un’atmosfera che ricorda tanto una serie horror cinematografica tanto acclamata come “Saw”.

“Doubt” infatti si rivela essere un thriller psicologico in grado di appassionare, avvincere e, a tratti, inquietare il lettore. Difatti, anche se le rappresentazioni di esplicite scene macabre e sanguinose sono ridotte al minimo (non che non ci siano), fino alla sua conclusione, che vi lascerà a bocca aperta (ma di questo ne parliamo più avanti), in “Doubt” aleggia quel vago sentore che potrebbe accadere di tutto e che la vita di ogni partecipante al gioco potrebbe essere in pericolo. Merito soprattutto di una scrittura ben definita e attenta ad ogni minimo febbrile particolare.
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La psicologia dei personaggi, così come il loro passato, affiora con i giusti tempi, tavola dopo tavola, fino a svelare i loro piccoli segreti. Anche se alcuni dettagli vengono intelligentemente lasciati alla libera interpretazione del lettore. Un ottimo espediente per aumentare la curiosità e il mistero che si cela dietro all’intera vicenda. Perché, in ultima analisi, “Doubt” è tutt’altro che un thriller scontato. E quel finale, in grado di lasciare letteralmente a bocca aperta è l’ulteriore dimostrazione di quanto la storia sia ambigua, ma anche estremamente originale. E la scelta di ambientare la trama in un luogo oscuro quale può essere un ospedale abbandonato aiuta a creare quella suspance necessaria per proseguire nella lettura e chiedersi quale sia il destino che attende i protagonisti.

Quindi, anche se l’intera vicenda si dipana in soli quattro volumi, la caratterizzazione dei personaggi e l’approfondimento della storia, comprese le varie sottotrame, non subiscono le conseguenza della brevità dell’opera.
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Ma “Doubt” non è un fumetto perfetto. La nota dolente infatti (perché purtroppo una nota dolente c’è, ed è anche abbastanza importante) sono i disegni. Per quanto lo stile di Yoshiki Tonogai riesca ad enfatizzare l’espressività dei protagonisti, mettendo così in risalto le loro emozioni e i loro dubbi, alcune tavole sono decisamente poco chiare. In alcuni passaggi invero, è difficile capire cosa sia successo o come si sia svolta tale azione. Alcune situazioni trovano dei risvolti piuttosto rocamboleschi ed immediati (forse troppo) e la scarsa nitidezza rende, a tratti, la trama meno comprensibile.
Tuttavia, nonostante alcune tavole siano al di sotto della qualità delle storia, “Doubt” è un thriller degno di nota, coinvolgente ed inquietante quanto basta per rendere l’opera di Yoshiki Tonogai tanto originale quanto (assolutamente) poco prevedibile.
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