Nel 1967, un giovane e semi sconosciuto caratterista, sedusse (o meglio, si fece sedurre) la Signora Robinson (Anne Bancroft). Si trasformò da semplice comparsa a star candidata all’Academy Awards. Decenni e due Oscar più tardi (per “Rain Man” e “Kramer contro Kramer”), Dustin Hoffman è uno dei migliori attori mai esistiti, nonché uno dei più amati.
Nato a Los Angeles (8 agosto 1937), figlio di un ex allestitore della Columbia Pictures e di una pianista jazz. Dustin Hoffman deve il suo nome ad un mito del cinema western dell’epoca del cinema muto, Dustin Farnum.
Aspirante studente di medicina, decise di abbandonare gli studi per dedicarsi alla recitazione, passione che aveva iniziato a coltivare ai tempi del liceo. Si trasferì a New York, dove assieme ai suoi amici e coinquilini, Gene Hackman e Robert Duvall, coltivò il suo interesse per il mestiere dell’attore. Studiò con Lee Strasberg, insegnò recitazione all’Harlem Boys Club e si esibì in modesti spettacoli di Broadway.
Quello fu l’inizio della gloriosa carriera del “Piccolo Grande Uomo”, una leggenda vivente che per decenni ha condiviso la corona di attore più talentuoso e richiesto del panorama hollywoodiano con colleghi del calibro di Robert De Niro, Al Pacino e Jack Nicholson. In oltre mezzo secolo di carriera cinematografica, Dustin Hoffman è sempre riuscito a lavorare in produzioni che hanno ricevuto il plauso di pubblico e critica. Escludendo le discutibili scelte degli ultimi anni. Difatti è il caso di dire che, con l’interpretazione di Ben Braddock, Hoffman ha avuto una partenza col botto che per tutti gli anni ’70 ’80 e ’90 non ha quasi mai subito battute di arresto.
“Il Laureato” donò subito grande notorietà a Dustin, ma la parte che consacrò definitivamente come una delle nuove stelle del firmamento hollywoodiano fu quella di Rizzo in “Un uomo da marciapiede” di John Schlesinger.
Da quel momento partecipò ad un successo dopo l’altro, da “Papillon” a “Tutti gli uomini del presidente”, da “Cane di paglia” a “Il Maratoneta”; fino ad arrivare a due grandi flop: “Vigilato Speciale” e “Il segreto di Agatha Christie”. Tuttavia, il buon Dustin, non ci mise poi molto a rialzarsi da una piccola battuta d’arresto. Difatti, pochi mesi dopo recitò in “Kramer contro Kramer”, a fianco della grande Meryl Streep, pellicola che ebbe il merito di conferirgli il suo primo premio Oscar.
Da allora, la sua fu una delle carriere più gloriose della storia del cinema.
Ma raccontare l’intera esperienza cinematografica di una leggenda come Dustin Hoffman sarebbe decisamente troppo dispendioso, quindi proveremo a narrarvi qualcosa che ancora non conoscente del nostro “Eroe per caso”.
1 – Durante le riprese di “Piccolo Grande Uomo”, per ottenere la voce roca del Jack 121enne, Dustin Hoffman si chiuse nel suo camerino e urlò a squarciagola per più di un’ora.
2 – Mentre girava “Rain Man”, Dustin Hoffman non era per niente soddisfatto di come stava interpretando il suo personaggio, tanto che suggerì al Barry Levinson di licenziarlo e assumere Richard Dreyfuss.
3 – Per impersonare al meglio Raymond Babbitt, Hoffman trascorse del tempo in compagnia di alcune figure affette da autismo e con le loro famiglie. Per prepararsi alla parte, attinse inoltre da una sua precedente esperienza risalente al periodo in cui aveva lavorato in una casa di cura.
4 – Dopo la vittoria dell’Oscar per la miglior sceneggiatura, Levinson donò la statuetta a Kim Peek, l’uomo che funse da ispirazione per il personaggio di Ray. Inoltre Hoffman promise al padre di Peek che nessuno avrebbe mai dimenticato suo figlio e che lo avrebbe fatto conoscere in tutto il mondo. Per quasi vent’anni, Kim Peek ha impressionato milioni di persone in tutto il mondo grazie alla sua incredibile capacità di ricordare, secoli di storia.
5 – Durante le prove dell’incontro in albergo tra Ben e la signora Robinson ne “Il Laureato”, Dustin Hoffman decise di improvvisare afferrando il seno della sua collega, che rimase di stucco. Questo fece sbellicare dal ridere il regista Mike Nichols. Rideva talmente tanto da contagiare anche Hoffman, che iniziò a sbattere la testa contro il muro tentando di smettere e non farsi riprendere dalla telecamera. Il regista trovò ogni cosa estremamente divertente, quindi decise di lasciarlo nel montaggio finale.
6 – Quando Dustin Hoffman si presentò al provino de “Il Laureato”, il produttore Joseph Levine lo scambiò per un lavavetri. Pensando che facesse parte del provino, Hoffman si mise effettivamente a pulire i vetri.
7 – Prima di fare il provino per il “Laureato“, Dustin Hoffman aveva già ottenuto una parte nel film di Mel Brooks “Per favore non toccate le vecchiette”. Brooks, che all’epoca era sposato con Anne Bancroft, conosceva la storia de “Il Laureato” e, convinto che non avrebbe mai ottenuto la parte, diede il permesso a Dustin di fare un’audizione.
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