Audace, coraggiosa, ironica. “Dying for sex” è la rivincita di Michelle Williams.
Molly Kochan, dopo aver ricevuto la diagnosi di un cancro al quarto stadio, e quindi terminale, prende la coraggiosa decisione di intraprendere un viaggio alla scoperta della sessualità che mai ha potuto vivere fino in fondo.
Si apre così il sipario alla serie “Dying for sex”. Opera tratta dalla storia vera di Molly Kochan, e distribuita da Disney plus.
La serie è difatti basata sulle vere esperienze di Molly Kochan, che nel 2019 si è spenta a causa di un cancro in fase terminale. Durante gli ultimi anni della sua vita, assieme alla sua migliore amica, Nikki Boyer (che nella serie è interpretata dalla talentuosa Jenny Slate) hanno creato un Podcast chiamato “Dying for sex”, dove la vera Molly (interpretata da una meravigliosa Michelle Williams) ha saputo spiegare non solo il terribile male che la possedeva, ma come ha saputo reagire… a suo modo. Molly Kochan, una volta appresa la terribile notizia che la sua vita sarebbe finita prima di quanto immaginato, ha lasciato il marito e, coraggiosamente, ha iniziato un percorso alla ricerca di una soddisfazione sessuale.
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La serie ricalca quindi, anche se in maniera più che colorita, grazie a tanta ma tanta immaginazione ed enfatizzando ovviamente anche la stessa vita di Molly, sia l’ansia, la paura e la confusione psicofisica che la protagonista vive in ogni secondo della sua vita.
Creata da Elizabeth Meriwether (New Girl) “Dying for sex”, la miniserie, composta da 8 episodi, non ricalca esattamente ogni avventura sessuale di Molly (sembra siano stati circa 200 uomini), e pecca di una sola grande verità: il Podcast. Quel Podcast per cui la storia di Molly è divenuta virale ed estremamente vera.

Dopo la diagnosi nel 2015, la cura ormonale che Molly seguiva le aveva fatto aumentare così tanto il desiderio sessuale che poco tempo dopo ha lasciato il marito per avere più orgasmi. L’idea per il Podcast, intitolato “Dying for sex”, è venuta proprio a Jenni, conosciuta anni prima durante alcuni corsi di recitazione, e le due, divenute amiche inseparabili (esattamente come nella serie), decisero di creare questo Podcast, registrato prima del definitivo ricovero in ospedale. “Dying for sex” è stato quindi un programma fatto di aneddoti esilaranti, dove la stessa Molly raccontava le proprie avventure sessuali. Il programma, composto da sole 6 puntate è stato pubblicato postumo e ha destato quindi l’interesse della creatrice dell’irriverente “New Girl”, che, assieme a Jenni Boyer hanno creato la serie in streaming su Disney Plus.
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La serie quindi, è basata sul Podcast, ma nella serie non vi è traccia del desiderio di comunicare al mondo intero quel desiderio “irrazionale” di Molly di reagire in maniera personale alla morte. O meglio, c’è, ma non sotto forma di Podcast.
Ad ogni modo, a parte questo insignificante punto esclamativo, la serie è genuina ed è, incredibilmente, un inno alla vita.
La scrittura infatti ha il grande pregio di creare un incredibile paradosso che rende “Dying for sex” non solo un piccolo grande gioiello, ma una serie perfetta nella sua logica e che non si perde in finti buonismi. “Dying for sex” parla di una donna che, inevitabilmente, dovrà morire. Ma al contempo narra la storia di una donna che vuole vivere la vita fino in fondo, assaporando ogni tipo di emozione. E, cosa più importante, insegnando a chi è accanto a lei, che la morte va vissuta evitando di cadere e cedere ai voleri altrui. Perché quell’altrui non sta morendo. E questo Molly lo grida, lo ribadisce battendo i pugni al muro ogni volta che quell’altrui non ascolta i suoi desideri ma segue l’illogico principio che vuole che il malato si comporti come tale.

Ma Molly non ci sta. E reagisce alla vita, e ostinata detta le sue regole.
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Così la storia prosegue in maniera più che interessante seguendo un’ironia tutta da assaporare, anche e soprattutto grazie ai dialoghi tra Molly (Michelle Williams nella sua migliore interpretazione) e Jenni (una vera e propria rivelazione), due amiche che, unite da una indissolubile amicizia (sfido chiunque a dimostrare così tanto per un altro essere umano) affrontano ogni difficoltà assieme. Perché si, Molly è malata e sta morendo, ma Jenni sta soffrendo. E questa sofferenza è tangibile, e ci annienta. Perché anche se Molly ad un certo punto è felice di aver trovato finalmente il modo di gestire la sua sessualità, la mente di Jenni è divorata dal pensiero di perdere la sua migliore amica (la scena finale è una valle di lacrime, chi ha visto, sa).
La recitazione di Michelle Williams e di Jenny Slate è la punta di diamante di “Dying for sex”, due donne forti e capaci che sono riuscite a trasmettere ai loro personaggi non solo carattere e forza, ma anche una forte dose di empatia nei confronti dello spettatore. Perché quest’ultimo si ritrova a ridere con Molly e a piangere assieme a Jenni.
E aggiungerei, un’ncredibile prova di recitazione di una sempre più brava Michelle Williams che, parliamoci chiaro, ci aveva già fatti versare fiumi di lacrime amare a causa della sua Jen Lindley in “Dawson’s Creek” (anche se quella volta era il cuore, quella video dedica alla figlia non ce la meritavamo). Visibilmente cresciuta, Michelle ha dato dimostrazione che non solo la voce è recitazione. Molly è infatti tutt’uno con il suo corpo, il quale si sta pian piano deteriorando, e Michelle, attraverso alcune prove fisiche, non si è di certo tirata indietro (ricordate la pipì?).
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L’espressività e i movimenti armoniosi di un corpo che sta per essere divorato da un male troppo orribile per poter sopravvivere, spiazzano da quanto sono colorati. Michelle infatti passa dall’oblio all’eccitazione, fino all’ironia, vero cardine della serie, con una tale scioltezza che è illuminante. È affascinante come con naturalezza Michelle si muova e doni al personaggio sfumature sempre più curiose e interessanti.
E se la sceneggiatura, ricca di sotto trame che regalano alla serie un degno epilogo, personaggi che hanno la giusta evoluzione, rapporti che trovano una risoluzione, le interpretazioni ci regalano una serie da ricordare, grazie anche ad alcuni personaggi secondari che vorrei ricordare: Dottor Pankowitz (David Rasche), Gail (Sissy Spacek), Sonya (Esco Jouley), il vicino (Rob Delaney). Per non dimenticare la regia e la fotografia che aiutano nel difficile compito di condurre lo spettatore nel guardare una serie comunque di non facile seguito, a causa del delicato tema trattato.
“Dying for sex” è in conclusione una vera e propria perla, che non solo restituisce il ricordo di una persona cara (Molly Kochan), ma regala a chi è costretto a passare al lato oscuro di una vita che, inevitabilmente, avrà una fine prima del previsto, ironicamente, la speranza di una vita migliore.
Di seguito il Trailer di “Dying for sex”.