Pochi serial killer hanno sconvolto il mondo e influenzato la cultura popolare quanto Ed Gein. Ma cosa fece il Macellaio di Plainfield per essere ricordato come uno dei più efferati criminali?
Una vecchia porta cigolante con i cardini ormai arrugginiti. Un inquietante capanno di legno e un tanfo tanto atroce da penetrare nelle narici, attraversare l’esofago e raggiungere lo stomaco provocando, inevitabilmente, conati di vomito. Sin anche al meno impressionabile degli esseri umani.
Quando lo sceriffo Arthur Schley e gli agenti del dipartimento di polizia di Plainfield entrarono nella proprietà di Ed Gein, quello che si trovarono di fronte fu uno degli scenari più macabri che la storia criminale ricordi.
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Ricordato ancora oggi come una delle menti più contorte e malate del ventesimo secolo, Ed Gein nacque a La Crosse il 27 agosto del 1906. Ma ben presto, dopo l’ennesimo fallimento imprenditoriale del padre, uno zotico violento e alcolizzato, la famiglia Gein fu costretta a trasferirsi in una fattoria a Plainfiled (in Wisconsin). E fu proprio qui nel villaggio di Plainfield, dove tutti conoscono tutti che Ed Gein compì una serie di atti tanto ignobili quanto raccapriccianti.
E se, proseguendo nella narrazione di questa orribile quanto macabra storia, avrete la sensazione di Déjà vu e di aver già visto le gesta di Gein in un film horror o in una serie TV, non vi state sbagliando. Difatti, è proprio a causa dei crimini, dei delitti di questo mite e apparentemente asessuato contadino di Plainfield che sono nati alcuni personaggi storici della cinematografia. Primo su tutti Norman Bates. Poi Buffalo Bill de “Il silenzio degli innocenti” e Leatherface in “Non aprite quella porta”.
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Ma fu Hitchcock, il primo ad accorgersi del romanzo di Robert Bloch, nella vetrina di una libreria durante un viaggio in Inghilterra. E il romanzo di Bloch era ancor più violento rispetto a al film “Psycho”. Ma, come accade spesso, la realtà supera la fantasia. Perché, sebbene il romanzo di Robert Bloch fosse magnifico nel trasporre le gesta di un pazzo, di un folle criminale dalla mente deviata, le violenza di Ed Gein fu molto, ma molto più violenta.
16 novembre 1957. Il vice sceriffo Frank Warden entrò, come ogni giorno, nel negozio di ferramenta della madre, Bernice, ma quello che vi trovò non era ciò che si aspettava di trovare. Il registratore di cassa era aperto, l’incasso della giornata sparito e, soprattutto, nessuna traccia della donna. Sembrava essere sparita nel nulla.
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Sospettando un tentavo di rapina finito male, Warden diramò subito l’allarme. Le ricerche non durarono molto. Grazie alla testimonianza di un residente locale, che dichiarò di aver visto Ed Gein aggirarsi nei dintorni del negozio di Bernice. Così, la polizia di Plainfield si diresse immediatamente alla fattoria che fu del defunto George Gein dove il già citato sceriffo Schley rinvenne il corpo della povera commerciante, pensando che solo un mostro avrebbe potuto compiere un simile omicidio.. Tanto il corpo della poveretta era ridotto.
Infatti, il corpo senza vita di Bernice Warden era appeso per le caviglie privato della testa, del seno e incredibilmente, fin anche dei genitali. In seguito, l’autopsia rivelò che la causa della morte fu un colpo di pistola calibro 22. L’asportazione della testa e dei genitali era difatti avvenuta dopo la morte della donna.
Ma il giro della morte nella casa degli orrori di Ed Gein era solo all’inizio. Cresciuto con un padre violento e amante della bottiglia e una madre timorata di Dio che usava la religione nella maniera peggiore, con l’intento di odiare il prossimo invece che proteggerlo, Augusta Lehrke Gein una donna dispotica che vietò a Edward e a suo fratello maggiore Henry qualsiasi tipo di contatto con il genere femminile, imprimendo per anni nella sua labile mente l’irragionevole fatto che tutte le donne fossero degli emissari del Demonio. Tutte tranne lei ovviamente.
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Augusta Lehrke Gein controllava ogni aspetto della vita del figlio Edward, che sviluppò un amore fin troppo morboso per la madre. Soprattutto dopo la prematura scomparsa di George, il padre di Edward.
Una morbosità tale e innaturale che portò Ed a compiere il suo primo delitto. Ossia l’omicidio di suo fratello, colpevole di aver rifiutato i dettami e le imposizioni della madre.
Tuttavia Ed si è sempre confessato innocente.
Ma quello che lo sceriffo Schley e i suoi uomini trovarono nella tenuta Gein andava ben oltre il semplice omicidio. Dopo aver represso i conati di vomito e affidato il corpo della povera Bernice agli anatomopatologi, i poliziotti perquisirono la fatiscente, degradata, squallida casa di Ed.
Quello che vi trovarono all’interno fu un vero e proprio museo degli orrori. Oltre all’odore nauseabondo e impossibile da descrivere, gli agenti scoprirono cose che mai si sarebbero immaginati di poter trovare. Lampade costruite su colonne vertebrali e rivestite di pelle umana.
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Ciotole fabbricate con le calotte craniche. Femori usati come gambe per il tavolo da pranzo. Teschi umani usati come decorazioni e posti sulla testata del letto. Barattoli colmi di unghie, vulve. E, infine, un cuore.
Ma non è finita qui. La follia di Edward Gein non ebbe freno. Scoprirono infatti che Ed Gein si era cucito molti vestiti con la pelle umana delle sue vittime. E, come se tutto questo non bastasse, lo sceriffo trovò un sacchetto di plastica e una scatola ben sigillati dentro ai quali furono rivenuti un teschio umano integro appartenente a Mary Hogan, una barista uccisa da Gein mesi addietro perché ritenuta impura e peccatrice, e una maschera fabbricata dalla pazzia di Gein con il volto di Bernice Warden.
Ma qual era lo scopo di una mente tanto contorta, malata? E dove aveva raccolto tutte quelle ossa umane trasformate poi nei suoi mobili?
Dopo la morte dell’adorata madre, Gein cominciò a soffrirne tremendamente la mancanza tanto da desiderare di cambiare sesso e, probabilmente, sviluppare una seconda personalità che gli faceva credere di essere letteralmente Augusta.
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Per tali motivi decise di creare un vestito di pelle umana, compresi i seni e i genitali, per trasformare il suo corpo in quello di una donna.
Per farlo, iniziò a profanare le tombe del cimitero di Plainfield. Trafugando i corpi delle donne morte da pochi giorni, con le loro ossa fabbricò gran parte dei mobili che si trovavano in casa Gein.
Durante il processo, oltre all’accusa di omicidio e di furto di cadavere, Ed venne incolpato di necrofilia. Ma si dichiarò innocente sostenendo che non avrebbe mai fatto sesso con i corpi esanimi poiché avevano un odore terribile.
La notizia della macabra opera di Ed Gein si sparse velocemente tra gli abitanti della piccola cittadina di Plainfield, lasciando di stucco tutti i loro abitanti. Infatti, nel corso degli anni, soprattutto dopo la morte dei genitori, Gein si era costruito una reputazione piuttosto rispettabile.
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Da tutti era considerato una brava persona. Solitario, decisamente strambo e con un igiene personale decisamente scarsa (se non inesistente), ma tutto sommato, un uomo affidabile e gentile con i vicini. Ai quali spesso offriva un po di carne di cervo che lui stesso aveva cacciato.
Per tali morivi, la comunità di Plainfield rimase sconvolta quando si diramò la notizia dei ritrovamenti a casa Gein.
Le azioni del Macellaio Pazzo fecero innescare un pensiero di terrore, di paura nella mente delle persone. Chiunque, persino un vicino di casa, l’uomo all’apparenza più affabile, più minuto, tranquillo e (apparentemente) innocuo del mondo, può nascondere un segreto e rivelarsi in realtà un mostro.
Durante gli interrogatori, gli investigatori chiesero a Gein informazioni sul suo orientamento sessuale e sui gusti alimentari, accusandolo di essere omosessuale oltre che cannibale. E ogni volta che gli venivano fatte tali domande, Ed negava ogni cosa.
Non era attirato dagli uomini e, soprattutto, non aveva tendenze antropofaghe. Tuttavia, dopo giorni e giorni di ripetuti colloqui con i poliziotti, Gein dichiarò di non essere mai andato a caccia in vita in sua…