Falcon Lake, un film delicato, intimo che ricorda agli adulti cosa vuol dire essere adolescenti
Nel 2017 Bastien Vivès, l’enfant prodige del panorama fumettistico (nonché figlio del pittore di sfondi cinematografici Jean-Marie Vivès), pubblicò una graphic novel dal titolo “Una sorella”. Un’opera di rara sensibilità, oltre che di rara audacia, che racconta l’amicizia, la complicità e la scoperta sessuale tra due giovanissimi adolescenti. Antoine ha tredici anni, è timido, introverso e adora disegnare i Pokemon. Hélène (Chloé nel film) è una sedicenne lasciva e disinibita, sebbene si senta spesso sola e incompresa da tutto il resto del mondo.
Leggi – Mia: da un soggetto di Edoardo Leo – un film tremendamente attuale e doloroso
Col tempo, quello che sembra essere un rapporto distaccato, privo di comuni interessi, si trasforma in un’amicizia tanto solida quanto profonda. Fino allo sbocciare di un sentimento molto più intimo, o decisamente poco appropriato, se vogliamo. Grazie al suo stile perfettamente riconoscibile, tanto delicato quanto diretto, in cui ogni sguardo non è lasciato al caso, quanto il suo bisogno di sconvolgere il lettore con disegni fin troppo espliciti e orientati al desiderio sessuale, il fumettista francese dipinge un intenso quadro narrativo in cui mette in mostra anche le fragilità dei due giovani protagonisti che vivono in maniera differente la propria solitudine. Mettendo quasi in disparte le figure genitoriali, raffigurate prive di volti, quasi del tutto estranee alla storia.
Alla sua prima opera da regista, Charlotte Le Bon, attrice canadese già al servizio di Robert Zemeckis in “The Walk”, riesce a dirigere una pellicola degna di essere presentata in anteprima al prestigioso Torino Film Festival. E sebbene sia un’opera prima, “Falcon Lake” si dimostra un coming of age maturo ed estremamente sensibile. Tanto da riuscire non solo a trasporre sul grande schermo l’anima del romanzo grafico di Vivès, ma a migliorarne la visione ribaltandone il significato.
Leggi – Blue Eye Samurai: tradizione e vendetta nella nuova serie d’animazione Netflix
Sceneggiato dalla stessa Charlotte Le Bon, dall’autore del fumetto Bastien Vivès e da Francois Choquet, Falcon Lake è quindi un luogo dove esplorare la sessualità e in cui mettere continuamente alla prova le proprie paure. Dove ogni istinto è giustificato dal desiderio approfondire ogni gesto e ogni forma del corpo. Ogni sguardo è puro desiderio. Anche se ingenuo, casto. Proibito.
Come nel fumetto, i protagonisti sono due giovanissimi adolescenti che durante le vacanze estive si avvicineranno tanto da diventare inseparabili, nonostante i caratteri apparentemente incompatibili e la differenza di età. Difatti, i boschi sconfinati e i laghi immersi nella natura, sono il meraviglioso palcoscenico impressionistico dell’incontro tra Bastien (non più Antoine, omaggio al fumettista?. Può darsi), tredicenne introverso, leggermente idrofobo, e decisamente più irresponsabile a dispetto della sua controparte cartacea e Chloé, sedicenne intrepida e sensuale.
Ma a dispetto di quel che accade tra le pagine del fumetto, i due si avventureranno sì in un’intima conoscenza, ma che, fortunatamente, sarà molto, ma molto meno esplicita. Ma non solo.
Leggi – Stranizza d’amuri: Giuseppe Fiorello al suo esordio alla regia ci racconta la storia ispirata al delitto di Giarre – recensione
La delicata regia di Charlotte Le Bon, vera e propria scoperta nel panorama cinematografico, gioca talmente con la bravura dei suoi interpreti, con i silenzi, con i panorami canadesi mozzafiato, e con una sceneggiatura intima ma all’altezza delle aspettative, che “Falcon Lake” diventa automaticamente un’opera difficile da dimenticare. Una storia che si prende con naturalezza le proprie libertà narrative, e brilla di unicità. Sì, perché “Falcon Lake” ricalca la storia proibita tra due ragazzini e le loro prime esperienze sessuali. Ma a differenza dell’opera di Bastien Vivès regala a noi spettatori un film con un significato molto più profondo e autentico. Un significato accentuato anche dall’evocativa e provocante musica di Wilhelm Brandl e Shina Shanabi (che vi invito ad ascoltare).
La storia, difatti, sebbene molto simile a quella narrata da Bastien Vivès, diventa unica. Basti pensare al “fantasma” che Chloé è convinta di percepire. Oppure all’inizio, un momento talmente evocativo che riecheggia nell’epilogo.
Sara Montpetit e Joseph Engel (rispettivamente Chloé e Bastien), nonostante la loro giovane età, si dimostrano perfettamente in grado di dar vita a tutte le sfumature dei personaggi creati dal fumettista francese, rendendo “Falcon Lake” una rara perla di genere.