“Flamer”. Una lettura indispensabile per ogni adolescente (e non), capace di far riflettere e porre domande sulla vita e sulla morte.
A volte le parole feriscono molto più dei pugni, molto più della testa ficcata nel water, molto più del viso spiaccicato sul vassoio del pranzo dai bulli della scuola. A volte, ma non sempre. Perché i ricordi, le brutte esperienze occupano la mente, feriscono l’anima, specialmente se chi viene ferito è ancora piccolo e deve ancora capire e definire la propria identità.
Ed è proprio questo che succede ad Aiden Navarro, un giovane uomo in procinto di entrare alla scuola superiore pubblica. Un ragazzo che fino a poco tempo prima era stato costretto a subire i soprusi e le angherie perpetrati dai compagni e dovuti alla permanenza nella scuola cattolica. Una scuola che promulgava l’odio verso coloro che a detta loro erano “diversi”. E anche Aiden, istruito al pensiero cattolico, era stato indottrinato a pensare che l’omosessualità era una “cosa sbagliata”.
Un pensiero che ha tormentato il ragazzo, tanto che, bollato come gay, Aiden ha più volte rifiutato l’appellativo, perché: “dicono che i gay fanno cose brutte, ed io non sono una brutta persona. Perciò non posso essere gay”. Questo pensiero ingiusto, ha tormentato il ragazzo fin dalla tenera età, condizionando quindi il suo pensiero e, di conseguenza, la sua identità.
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Ed è quindi di identità che parla “Flamer”, scritto e illustrato da Mike Curato e pubblicato in Italia dalla casa editrice Tunuè in 368 pagine. Un Graphic Novel importante, curato sia attraverso i disegni, che attraverso i pensieri di Aiden, un giovane, sveglio e intelligente ragazzo che sta scoprendo il mondo, bello o brutto che sia. “Flamer” è, come scritto da Mike Curato in Postfazione, un’opera di fantasia, nonostante abbia poi specificato che molto di quello raccontato si basa sulla sua esperienza personale. E, cosa molto importante, attraverso la Postfazione che vi invito caldamente a leggere, spiega che durante gli anni ’90, o meglio, il 1995, anno in cui il fumetto è ambientato, c’era un atteggiamento bigotto, offensivo nei confronti degli omosessuali, anche perché l’AIDS stava ancora, purtroppo, dilagando. E il pensiero all’interno dei campi scout, non era da meno.

Una copertina, che colpisce chi la osserva non solo per l’impatto visivo dato da un ragazzo avvolto dalle fiamme, ma che chiarisce all’istante lo stile del disegno di Curato. Le pagine della Graphic Novel infatti disegnate con un tratto di matita spesso ma semplice e in bianco nero, delineano non solo il riflesso dei pensieri di un adolescente, ma ne accentuano anche i loro significati. Il cui unico tocco di colore è riservato al giallo e al rosso, la cui fiamma, e quindi la forza di Aiden lo spinge a prendere decisioni fondamentali per la sua vita, o lo spingono a riflettere su di essa. Come ad esempio i sogni di Aiden, i brutti ricordi del ragazzo legati anche alle violente discussioni tra i suoi genitori (un mix di nero e rosso).
Il fuoco, simbolo della forza del ragazzo. La rabbia, la paura, il desiderio, (l’incontro con l’orso) oppure la fede che sente crescere dentro di lui.
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“Flamer” racconta quindi la storia di Aiden Navarro, lui stesso narratore della sua esistenza, tra disegni e parole che, messe insieme, formano le pagine di un diario, dove l’autore mette a “nudo” tutta la sua fragilità, dedicando queste pagine al sé stesso adolescente, un ragazzo alle prese con le prime scoperte sessuali, le prime cotte (al campo Scout Aiden è incantato dal fascino di Elias), le prime vere amicizie, il tutto e molto più in un’estate ricca di profondi mutamenti, in un campo Scout di soli maschi. Un luogo che, inevitabilmente, gli dà modo di crescere, di imparare tante cose nuove, ma soprattutto a reagire a chi lo deride, e a scoprire chi realmente può essere davvero un amico.

Aiden ha quindi quattordici anni e un animo gentile, devotamente cattolico anche se non profondamente. Frequenta un campo Scout di soli maschi e si sente sovrappeso, a disagio nel mostrare il suo corpo. Attorno a lui si forma costantemente una mascolinità tossica che, molte volte, lo porta a mostrare la parte più femminile di sé, e a causa di questo, viene deriso e mortificato (anche con offese razziste a causa delle sue origini asiatiche) più volte, perché essere gay (cosa che lui nega di essere) è sbagliato. I suoi comportamenti sono sbagliati.
Aiden sogna quindi di essere popolare, un X-Men come il suo personaggio preferito, Jean Grey, usato come una fantasia e un rifugio da coloro che si sentono autorizzati a prendersi fin troppe libertà nei suoi confronti. Un parallelismo che fa riflettere. Un X-Men, un rinnegato dalla società che vive ai margini del mondo a causa di una mutazione genetica, capace di far crescere in lui particolari abilità che lo condurranno a rivendicare sé stesso.
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Mike Curato cura quindi fin nei minimi dettagli l’esistenza di Aiden Navarro, proponendoci un importante spaccato di vita sociale anni ’90, con scene che ritraggono l’adolescenza nella sua più cupa e disastrosa manifestazione e che affonda le sue radici nell’odio: omofobia, razzismo, mascolinità repressa. Una manifestazione dove la cultura del diverso è alla base del racconto dell’autore. E Aiden ne è protagonista, divenendo portavoce d’identità: chi siamo? Chi vorremmo essere? E chi la società vorrebbe che fossimo?
“Flamer” è quindi un racconto potente, un’anima infuocata che ha bisogno di risposte, ma che purtroppo, ancora non ce l’ha. Perché è solo respirando, e quindi vivendo con coraggio che si possono avere. Un coraggio che trova una bruciante risposta attraverso le pagine finali che fanno di “Flamer” tra i fumetti indispensabili da leggere, almeno una volta nella vita.
Accanto alla Postfazione, una importante pagina dedicata a chi ha bisogno di aiuto o a chi potrebbe averne.