“Frankenstein Junior”, uscito in America nel 1974, ancora oggi è considerato come uno dei più grandi capolavori del cinema comico.
Anno Domini 1931. Nelle sale cinematografiche americane uscì “Frankenstein”, l’adattamento dell’omonimo romanzo di Mary Shelley diretto James Whale, una pellicola destinata a terrorizzare generazioni e generazioni di appassionati di cinema.
Un anno più tardi, nell’estate del 1932, “Frankenstein” uscì anche nel cinema del sobborgo newyorkese di Williamsburg.
Un ragazzino di nome Bernie Kaminsky decise di approfittare della rassegna per poter finalmente godere della visione del capolavoro di Whale e vedere Boris Karloff nei panni del terrificante Mostro che in seguito sarebbe divenuto un’icona della storia del cinema. Quel pomeriggio quindi, il giovane Bernie si diresse al cinematografo e decise di portare con sé il fratellino Melvin, che all’epoca aveva solo sei anni. Melvin rimase indelebilmente terrorizzato dalla visione del film. Eppure, fu proprio grazie alla visione del “Frankenstein” di James Whale che, quarant’anni più tardi, il piccolo Melvin, che una volta cresciuto assunse il nome d’arte di Mel Brooks, diresse il film che lo avrebbe consacrato come uno dei migliori registi comici del mondo.
1972. Gene Wilder, reduce da due clamorosi flop al botteghino per i film “Per favore, non toccate le vecchiette” e “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato”, raggiunse finalmente il meritato successo grazie alla sua interpretazione del dottor Doug Ross nel film di Woody Allen “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere)”. Fu proprio in quel periodo che Wilder cominciò a coltivare l’idea per il soggetto di una parodia del capolavoro di Whale che, come era successo a Mel Brooks, era riuscito a segnare indelebilmente la sua infanzia.
Così, proprio mentre stava lavorando con Brooks per le riprese di “Mezzogiorno e mezzo di fuoco” iniziò a lavorare alla sua idea. Sulla prima pagina di un blocco notes giallo scrisse le parole “Young Frankenstein”, chiedendosi cosa avrebbe fatto se fosse stato il discendente del dottor Victor von Frankenstein.
Di seguito alcune curiosità su Frankenstein Junior.
1 – La famosa scena in cui il Dottor Frankenstein e la Creatura danzano e ballano sulle note di “Puttin on the Ritz” fu fonte di un’accesa discussione tra Mel Brooks e Gene Wilder.
2 – Concluso il montaggio del film, Brooks era intenzionato a tagliare la scena dell’incontro tra Frederick e Igor alla stazione, ritenendo le battute “troppo scontate”. Tuttavia, durante l’anteprima, l’entusiasmo dimostrato dal pubblico lo convinse a non cancellarla.
3 – Venuto a sapere del progetto di “Frankenstein Junior”, Gene Hackman chiese a Gene Wilder, suo caro amico, se nel film era disponibile una piccola parte anche per lui. L’attore sperava di poter ottenere un ruolo secondario e interpretare un personaggio che avesse anche solo una battuta. Rimase estasiato quando gli offrirono la parte dell’eremita cieco, l’unico ruolo ancora disponibile.
4 – Probabilmente molti di voi si saranno chiesti: perché girare un film in bianco e nero durante gli anni ’70?
Mel e Gene nutrivano il desiderio di omaggiare i Classici film Horror degli anni ’30, come il cinema di James Whale, il regista “Frankenstein” e “La moglie di Frankenstein”. Erano convinti che realizzare “Frankenstein Junior” a colori avrebbe perso mordente. E avevano ragione. Molte case di produzione non vollero essere coinvolte nel progetto perché era troppo rischioso dirigere in bianco e nero a quei tempi.
Ma in un modo o nell’altro, erano ostinati a realizzare la loro “Creatura” secondo la loro visione. E così fecero. Durante la produzione del film, il direttore della fotografia aveva il compito di ricreare le atmosfere in bianco e nero dei film anni 30′. Cosa non facile perché quel tipo di pellicola non veniva più elaborata da molti anni a causa dell’avvento del colore. Non solo. Sotto richiesta di Mel Brooks, il volto di ogni attore doveva essere illuminato durante i primi piani, in modo da trasmettere tutta la comicità attraverso l’espressività.
6 – Sia il miagolio del gatto che sentiamo mentre il Dottor Frankenstein gioca a freccette con l’ispettore Kemp e l’ululato all’inizio del film, mentre Frederick e Inga viaggiano attraverso la nebbia scortati da Igor, furono eseguiti da Mel Brooks in persona.
7 – Una delle battute più famose di “Frankenstein Junior” è quella pronunciata da Igor “lupo ululà, castello ululì”.
Tuttavia nella versione in lingua originale la frase è ben diversa. Difatti, il gobbo dall’occhio guercio, dopo che Inga e Frederick pronunciano la parola “Werewolf” (Lupo Mannaro) risponde dicendo “There Wolf! There Castle!” (Là il Mannaro! Lì il maniero).
8 – I teschi che vengono inquadrati in primo piano nel laboratorio sotterraneo, erano veri. Tranne “6 Months Dead” che venne riprodotto dalla troupe.
9 – Durante la scena in cui la creatura si trova a casa dell’eremita furono presi alcuni accorgimenti perché Peter Doyle non si facesse male. Quando il povero cieco (interpretato da Gene Hackman) versa la minestra bollente sui pantaloni anziché nel piatto, misero addosso all’attore un grembiule di plastica per impedire che si bruciasse. Quando nel film l’eremita invece di accendere il sigaro infiamma il dito della Creatura, in realtà a prendere fuoco era un semplice pollice finto ricoperto di alcol in modo che la fiamma si accendesse subito.
11 – Gene Wilder, così come Marty Feldman, aveva un tempismo comico eccezionale. Per girare correttamente una scena infatti non gli occorrevano più di due ciak, eccezion fatta per le volte in cui scoppiava a ridere. E capitava molto spesso.
12 – Per realizzare la famosa scena in cui Frederick rimane incastrato dietro la libreria e pronuncia la celebre frase “Rimetta a posto la candela” è stata modificata in fase di montaggio da Mel Brooks. Il regista raddoppiò la velocità dei fotogrammi in cui il Dottore viene trascinato dalla libreria.
13 – Una volta giunti al castello, prima di entrare dentro l’immensa dimora della famiglia Frankenstein, Igor pronuncia il nome Blücher per fa nitrire di terrore i cavalli. La battuta non faceva parte del copione originale ma è stata un’ improvvisazione di Marty Feldman.
14 – Durante l’incontro sessuale tra la Creatura ed Elizabeth, la donna intona la canzone “Ah, Sweet Mystery of life” che venne selezionata da Madeline dopo aver ascoltato e provato decine di altre canzoni poiché, sia Madeline Kahn che Mel Brooks pensavano che rispecchiasse lo spirito della scena.
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