Credevate di sapere tutto su “Ghostbusters”? Da dove nacque l’idea? Quali furono i retroscena della lavorazione?
Se credete che “Ghostbusters” sia solo una brillante commedia in grado di fondere la comicità alla fantascienza, con un cast d’eccezione e battute impresse nella memoria collettiva, allora vi sbagliate di grosso. C’è molto altro da dire della pellicola datata 1984.
Invero, “Ghostbusters” è la realizzazione (anche se parziale) del sogno di un ragazzino cresciuto in una famiglia che aveva un particolare interesse per il paranormale. Tant’è che il suo bisnonno, il dottor Samuel Augustus Aykroyd, era uno studioso della British Psychical Research Society (BPRS) che per l’associazione americana di parapsicologia. Oltre ad essere un famoso revisore dei presunti atti soprannaturali.
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Affascinato dall’attività del bisnonno, il giovane Dan cominciò ad interessarsi alla sua materia di studio. Così, mentre sbirciava nella biblioteca di famiglia, nella loro casa in Ontario, oltre a trovare una serie di articoli pubblicati sulle più famose riviste che trattavano di paranormale, in un vecchio baule il giovane Dan rinvenne tutte le lettere, gli appunti e i diari di Augustus.
Mentre li leggeva cominciò a coltivare un’idea, che anni dopo si sarebbe trasformata in un soggetto, poi in una sceneggiatura e infine in una delle più brillanti commedie di sempre.
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Ma come abbiamo già accennato, quello di “Ghostbusters”, è un sogno realizzato solamente a metà. Per quanto l’affiatamento tra Dan Aykroyd, Bill Murray e Harold Ramis sia palpabile ad ogni sequenza, e gli Acchiappafantasmi siano una squadra semplicemente perfetta, il progetto iniziale era ben diverso.
Curiosi di sapere quale fosse? E volete sapere quale siano le altre curiosità a legate a “Ghostbusters”? Ebbene, eccovi serviti.
1 – Dan Aykroyd cominciò a scrivere la sceneggiatura di “Ghostbusters” nutrendo la speranza di poter lavorare nuovamente in coppia assieme al suo grande amico John Belushi (vi ricordate i Blues Brothers?). Invero, il ruolo di Peter Venkman, era stato scritto per Belushi.
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Sfortunatamente però, il sogno di Aykroyd non si concretizzò a causa della prematura scomparsa di Belushi, avvenuta due anni prima che “Ghostbusters” uscisse nelle sale cinematografiche.
All’inizio, i Ghostbusters furono pensati per essere un trio. E il terzo, avrebbe dovuto essere Eddie Murphy, che con Dan aveva già recitato nell’indimenticabile “Una poltrona per due” (1983).
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2 – Curiosamente, oltre a scrivere il personaggio di Peter Venkman pensando a John Belushi, Dan Aykroyd si ispirò al suo caro amico anche per la creazione di un altro iconico personaggio del franchising di “Ghostbusters”. Ossia Slimer, il simpatico e pasticcione fantasma verde, che all’epoca delle riprese era semplicemente definito “Onion Head”.
Proprio come Slimer infatti, John era maldestro e ghiotto di qualsivoglia pietanza, capace di combinare, inconsapevolmente, qualsiasi tipo di disastro. Ma soprattutto, a detta di Aykroyd, come il suo alter ego ectoplasmatico, Belushi era una persona estremamente divertente. Così nacque Slimer, il fantasma verde, divenuto, nel corso degli anni, parte integrante dei Ghostbusters. Anche se, la serie animata andata in onda dal 1986 al 1991, contribuì molto al successo di Slimer.
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3 – L’idea che il personaggio di Dana Barrett dovesse essere posseduto da uno dei due mostri a servizio di Gozer, fu di Sigourney Weaver. Nella sceneggiatura, infatti, non era stata menzionata alcuna possessione. Durante l’audizione infatti, l’attrice newyokese, già famosa per il ruolo di Ellen Ripley in “Alien” espresse la sua idea a Reitman. Ma per dimostrare la validità della sua trovata, improvvisamente, e sotto gli occhi stupiti dello stesso regista, saltò sul divano, si mise a quattro zampe e cominciò a ululare, abbaiare e mordere e scuotere i cuscini. Proprio come se fosse un cane.
Il regista rimase piacevolmente sconvolto dalla performance della Weaver. E decise non solo di scritturarla per il ruolo di Dana, ma soprattutto, di seguire il suo consiglio. Così, assieme ad Harold Ramis modificò la sceneggiatura. Facendo in modo che Dana venisse posseduta da uno dei due mastini infernali.
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4 – C’era un modello all’interno dell’uomo di marshmallow per farlo muovere. Il costume, alto circa due metri, era stato realizzato in gommapiuma. E la testa, invece, era in vetroresina. All’interno della testa, gli occhi venivano mossi con l’ausilio di alcuni meccanismi adatti a muovere anche le guance e la bocca. Il modello, doveva seguire un’andatura “ondulata”, grazie ad una cintura di gommapiuma, posta all’interno del costume. In questo modo, i movimenti dell’uomo marshmallow dovevano sembrare soffici e delicati. Per riprenderlo dall’alto, costruirono una miniatura di Central Park West. Il tutto, però, veniva manovrato esternamente, tramite dei fili collegati, da chi aveva creato il pupazzo gigante. Tramite un carrellino collocato in un posto non visibile, gli artisti manovravano il pupazzo e, di conseguenza, il modello all’interno.
5 – Al posto di John Belushi venne quindi scritturato Bill Murray. Ma, considerato che l’unico modo per contattare l’attore era, ed è ancora oggi, solamente tramite la sua segreteria telefonica nessuno sapeva se effettivamente il giorno dell’inizio delle riprese si sarebbe presentato.
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Fortunatamente, Murray non mancò. Reitman e Aykroyd non persero tempo. Colsero la palla al balzo, e ancor prima che potesse mettere piede sul set, fecero indossare a Murray gli abiti di Peter Venkman.
Iniziarono così a girare una scena, consci della maestria dell’attore nell’arte dell’improvvisazione. Un esempio perfetto è la battuta “Venimmo, vedemmo e lo inc…..o”, che Peter pronuncia dopo aver catturato Slimer. Ebbene, non era prevista nella sceneggiatura.
Le prime scene che si trovarono a girare furono quelle in cui corrono per le strade di New York indossando la tuta e gli zaini protonici. Oltre a dare finalmente il via alle riprese, mostrò per la prima volta in pubblico i Ghostbusters. Gli abitanti di New York invero, vedendoli correre per le strade, spinti dalla curiosità corsero al cinema il giorno dell’uscita del film.
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6 – Solo 13 mesi per terminare le riprese di Ghostbusters. O meglio. Solo 13 mesi per realizzare una buona sceneggiatura, scegliere il cast, e trovare una buona agenzia per gli effetti speciali che dovevano commissionare, montarlo e distribuirlo nelle sale. Era il 1983 e molti film di fantascienza e con un grosso budget e molti effetti, richiedevano anni per essere sviluppati. Ad ogni modo, La Columbia voleva che il film fosse pronto per l’estate, che, a quel tempo risultava essere il periodo di maggiore incasso. Così, Iva, Harold e Dan si ritirarono per circa due settimane a Martha’s Vineyard, dove Dan aveva una tenuta. Stettero dalla mattina alla sera a scrivere, e a divertirsi scrivendo.
7 – A causa del poco tempo a disposizione, si avvalsero di alcuni rudimentali trucchi “vecchio stile” . Nella scena in biblioteca, dove i libri si muovono da soli da uno scaffale ad un altro, tra i libri furono inseriti alcuni fili e spostati orizzontalmente. Oppure, quando all’inizio i cassetti si aprono e i fogli svolazzano, furono fatti volare grazie ad alcune persone che soffiavano con delle cannucce all’interno dei cassetti.
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8 – Nella scena in cui Sigourney è posseduta e si alza per aria, non c’è stato bisogno di nessun effetto ottico. Ivan Reitman, anni prima, aveva diretto a Broadway “Merlin”, uno show che gli permise di acquisire alcune doti che gli consentirono di dirigere senza bisogno di effetti speciali. Sigourney aveva infatti un busto per sostenere il suo peso, attaccato ad una barra di acciaio, coperto dal drappeggio, che serviva per farla girare su sé stessa.
9 – A proposito di effetti speciali. Nella scena del lampadario, dove vediamo Slimer svolazzare, in realtà, incredibilmente, era una nocciolina. Una nocciolina di quattro centimetri che i tecnici degli effetti speciali videro bene di colorare di verde lime, inserire su una piccola sospensione e fare roteare.
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10 – Per il ruolo del vicino di Dana Barrett, Reitman aveva convocato John Candy, ma le sue idee non erano in linea con l’idea del personaggio. Voleva interpretarlo come se fosse tedesco, esigendo due cani lupo. Ma Ivan, il regista, bocciò entrambe le richieste. Ed è così che entrò in scena Rick Moranis, membro, anch’esso come Aykroyd e Murray del Saturday Night Live.
11 – La sceneggiatura iniziale era di circa 80 pagine. Prima che Dan cominciasse a riscrivere la storia con Ivan Reitman e Harold Ramis, prevedeva che i Ghostbusters fossero già in attività. La storia era molto complicata. Era ambientata in un futuro non precisato, in un’epoca in cui diverse squadre di acchiappafantasmi erano in competizione.
Ma realizzarlo sarebbe stato troppo costoso. Molto complicato. Impossibile. La storia era troppo bizzarra. Inizialmente parlava di spazio aperto, dove i mostri fluttuavano. E navicelle spaziali e New York. Un vero caos, ma l’idea racchiudeva una genialità unica e rara. Per questo Reitman si convinse a realizzare un progetto che all’inizio sembrava davvero impossibile. E fu di Reitman l’idea di ridimensionare la storia e di chiedere ad Harold Ramis di scrivere a quattro mani la sceneggiatura assieme alle idee di Dan. Era necessario ridurre i Ghostbusters ad una sola squadra e mostrare al pubblico l’inizio di tutto. La sceneggiatura sarebbe stata più semplice e la realizzazione meno dispendiosa.