Nel 1984 al cinema approdò “Ghostbusters”, una delle commedie più divertenti e originali di tutti i tempi. E il merito di tale successo fu anche di “Who you gonna call?”, il brano composto da Ray Parker.
1983. Ray Parker, chitarrista e cantante classe 1954, aveva appena pubblicato “Woman out of control”, il suo secondo album da solista, dopo lo scioglimento della sua band, i Raydio. Nonostante gli innumerevoli sforzi da parte del cantante di stare al passo con i tempi e di piegarsi all’avvento della musica elettronica, il disco non riscosse molti apprezzamenti, né dalla critica né dal pubblico, rimanendo piuttosto anonimo.
L’ex leader dei Raydio si rimboccò quindi la maniche, riprese le redini della sua carriera e si rimise in gioco, tornando nuovamente a comporre, in attesa di trovare quel sound e quelle parole necessarie per creare il successo che, alla fine, lo consacrò nel firmamento della musica. O, almeno, sicuramente nel cinema.
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Ma andiamo per gradi. Qualche mese più tardi, ad Hollywood, prima e dopo la scomparsa del suo grande amico John Belushi, Dan Aykroyd si mise a lavoro assieme a Ivan Reitman e Harold Remis per la produzione di una pellicola la cui realizzazione nei tempi imposti dalla Columbia Pictures sembrava impossibile.

La sceneggiatura era pronta, il casting, che comprendeva nomi del Saturday Night Live come Bill Murray (oltre ad Aykroyd) e personalità importanti dal mondo alieno come Sigourney Weaver, era ultimato. E le riprese procedevano. Ma i tempi erano veramente molto stretti e, nonostante la colonna sonora di Elmer Bernstein fosse già in lavorazione, mancava una componente fondamentale per la realizzazione del film: la canzone portante che avrebbe accompagnato l’entrata in scena degli Acchiappafantasmi.
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Inizialmente, l’onore e il privilegio di comporre il brano di “Ghostbusters”, era stato concesso al grande Huey Lewis. Questi, anche se inizialmente si era detto interessato, decise improvvisamente di rinunciare a tale opportunità per poter così dedicarsi mente e spirito a “The Power of Love”, canzone che poi avrebbe fatto parte di “Ritorno al Futuro”, lasciando così Reitman, Aykroyd e Remis in una situazione piuttosto sgradevole.
Intanto il tempo passava rapido, le lancette della scadenza ticchettavano e “Ghostbusters” giunse finalmente in fase di montaggio riuscendo miracolosamente a rispettare le scadenze. Tuttavia, nessuno dei sessanta candidati era riuscito a presentare la canzone giusta. Neppure Lindsay Buckingham, il chitarrista e cantante dei Fleetwood Mac era stato in grado di soddisfare i requisiti di Reitman e Aykroyd.
Urgeva trovare una soluzione. E al più presto. Qualche giorno prima, a Los Angeles era giunto proprio Ray Parker. Il cantante di Detroit era arrivato nella Città degli Angeli per una collaborazione con i New Edition e fortuna volle che Ray Parker si incontrasse con un amico che lavorava all’Università della Columbia, che in tutti i mesi precedenti era stata uno dei set del film “Ghostbusters”. E gli suggerì proprio Reitman per un a per un accordo che avrebbe potuto essere vantaggioso per entrambi.
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Il primo montaggio del film “Ghostbusters” era già pronto e Parker accettò di buon grado di comporre la canzone. Anche se, il tempo era molto ma molto limitato per poter solo pensare ad un’idea che potesse risuonare valida. Parker aveva solamente tre giorni a disposizione. Una follia!
Non solo. Il testo, sotto richiesta di Ivan Reitman, doveva contenere la parola “Ghostbusters”, nonostante fosse una parola difficile da utilizzare.

Ma la musica non era un problema. Ray Parker Jr. si mise infatti a comporre la canzone, e in men che non si dica la musica era pronta. Le note erano al posto giusto. I problemi infatti arrivarono quando si trattò di scrivere il testo. Per due giorni interi, sotto pressione per il poco tempo a disposizione, il cantante si dedicò ore e ore nel tentativo di trovare le giuste parole che combaciassero con la parola impossibile: “Ghostbusters”! Ma era tutto inutile.
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Fino a quando, la notte prima di consegnare la canzone alla produzione, non incappò in un semplicissimo spot pubblicitario locale che gli fece scattare qualcosa nella mente. Reitman aveva infatti mostrato alcune scene a Parker nella fase di montaggio del film. E quelle scene mostravano il famoso annuncio che i Ghostbusters avevano registrato per informare gli abitanti di New York che se avevano problemi con “Spiriti, spiritelli o fantasmi”, potevano chiamare proprio loro.
Grazie a quello spot, colto da una strana ispirazione, invece di scrivere il testo di una normale canzone, Parker decise di scrivere uno slogan pubblicitario. E a quel punto le parole vennero da sole: “Who you gonna call? Ghostbusters!”.
La musica era composta e la canzone era conclusa. Ma una volta consegnata a Reitman sorse un nuovo problema. L’accordo iniziale infatti era che Parker avrebbe dovuto creare un motivetto di pochi secondi, esclusivamente per accompagnare la scena della biblioteca, ma al momento della presentazione, il regista chiese a Ray di trasformarlo in una canzone vera e propria di almeno quattro minuti.
Ci vollero molte ore in sala di registrazione, ma alla fine il musicista riuscì a soddisfare la richiesta della produzione, e “Ghostbusters” divenne uno dei singoli più venduti e ascoltati del 1984. Per la prima volta nella sua carriera, Parker raggiunse i vertici delle classifiche e venne addirittura candidato ai Premi Oscar. Anche se non vinse purtroppo.
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Curiosità vuole che fu proprio Ivan Reitman, già regista di Ghostbusters, a dirigire il video della canzone. Nel video, oltre ai quattro Ghostbusters, compaiono personalità come Carly Simon, Peter Falk, Danny De Vito, Irene Cara, Chevy Chase e John Candy. Quest’ultimo era stato inizialmente scelto per interpretare Louis Tully, ruolo che poi andò a Rick Moranis a causa di alcune divergenze artistiche tra l’attore e il regista.
Ma veniamo al videoclip.
Protagonista del video è Cindy Harrell, una ragazza che, abitando in una casa stregata, viene perseguitata dal fantasma di Ray Parker. Tra personalità del mondo del cinema e della televisione, luci al neon in puro stile anni ’80 e aria di ectoplasma, il video di Ray Parker è un video tributo al film, con moltissime scene che lo richiamano. “Who you gonna call? Ghostbusters!”.
Il video prosegue e si conclude poi a Times Square, con il cantante che, assieme a Ray, Peter, Egon e Winston esegue il famoso balletto che ha reso celebri gli acchiappafantasmi. Balletto che venne usato poi anche nel celebre cartone animato “The Real Ghostbusters”.
Ma nonostante il grande successo, non tutto filò liscio. Poco dopo la pubblicazione dell’album, Huey Lewis si fece avanti accusando il compositore di Detroit di plagio. In effetti, quella creata da Parker somiglia molto alla melodia che Lewis aveva composto prima di abbandonare il progetto. Anche se la produzione e Reitman negarono tale accusa. Tuttavia, il tutto fu risolto in via extragiudiziale.
Quello che è certo, è che “Ghostbusters” fu il più grande successo di Ray Parker. Un successo che ancora oggi, a distanza di quarant’anni, la gente continua a canticchiare e fischiettare.