Ci fu un periodo storico, noto a tutto il mondo come “l’Età d’oro di Hollywood”, in cui le case di produzione regnavano sovrane. La vita di ogni stella del cinema veniva costantemente sorvegliata dall’occhio vigile delle major e del gossip. Chiunque osasse infrangere o trasgredire ad una qualsiasi regola imposta, poteva dire addio alla propria carriera nell’olimpo hollywoodiano.
Era difatti consuetudine fra le star, adottare un tenore di vita non appropriato all’immagine pubblica. Le major avevano paura che la visione idilliaca costruita attorno alle loro stelle, potesse infrangersi, influenzando negativamente i sogni e gli equilibri delle menti malleabili della folla. Onde evitare spiacevoli situazioni, alcune case di produzione integravano i contratti dei divi con delle clausole che vietavano loro di sposarsi o di concepire figli senza il loro benestare. Ne seppe qualcosa Judy Garland.
La dolce Dorothy de “Il mago di Oz”, nel corso della sua intensa e difficile carriera fu costretta ad abortire clandestinamente per ben due volte.
Anche l’omosessualità non era vista di buon grado dalle pudiche menti americane. Molti attori, considerati dei sex symbol, furono costretti a celare la loro vera natura. Rock Hudson, per esempio, sebbene nell’ambiente cinematografico le sue inclinazioni sessuali fossero ben note, dovette mantenere la sua immagine di playboy agli occhi delle numerose ammiratrici. Per questo motivo venne incastrato in un matrimonio di copertura con Phyllis Gates, segretaria del suo agente.
Judy Garland e Rock Hudson non furono i soli a trovarsi al centro di uno scandalo, difatti Hollywood era colma di notizie in grado di creare scalpore.
I giornali scandalistici andavano a nozze con tali “indecenze”, sempre pronti a pubblicare gli articoli dei loro cronisti, che come avvoltoi si avventavano sulle notizie. E mai nessun avvoltoio fu più vorace di Louella Parsons e Hedda Hopper, le signore del gossip.
Ogni singolo personaggio pubblico doveva ben riguardarsi dal commettere atti di immoralità che potessero precludere la propria immagine e, di conseguenza, la propria carriera. Ma soprattutto, doveva essere certo che né Louella né Hedda lo scoprissero. Perché se esisteva qualcuno più potente delle major, queste erano proprio le pettegole più famose di Hollywood.
Nei primi anni del ‘900 furono fondati due settimanali che col tempo sarebbero divenuti molto influenti: “Photoplay” e “Motion Picture Story”, le prime riviste interamente dedicate al mondo del cinema. Inizialmente si occupavano di promuovere le pellicole per destare l’attenzione del lettore e spingerlo ad andare al cinematografo. Grazie a tali magazine, la popolarità degli attori cresceva sempre di più e, assieme ad essa, la curiosità dei lettori, avidi di cicalecci sulle star hollywoodiane. Questa forte attrattiva da parte del pubblico portò i direttori editoriali a istituire, all’interno delle riviste, delle rubriche riservate unicamente al gossip. Piano piano le trame che avevano così catturato l’attenzione del lettore, furono rimpiazzate dalle cronache sulla presunta vita privata delle star.
Come detto, ad Hollywood gli scandali erano all’ordine del giorno.
Anche se i divi tentavano con ogni mezzo di tenere segreti vizi come la promiscuità sessuale, le relazioni extraconiugali, e vari comportamenti sconvenienti. Vi era sempre qualcuno, però, che riusciva a raccogliere delle informazioni da prima pagina. Le più acute a carpire tali clamori, erano senza dubbio Louella Parsons e Hedda Hopper, le regine del gossip, coloro che dominavano la vita delle star. Difatti all’inizio degli anni ’20 le riviste di gossip possedevano una considerevole influenza.
Gli articoli di Louella Parsons avevano un forte ascendete sulle produzioni cinematografiche. Gli incassi di un film e la popolarità delle star dipendevano dai suoi pezzi. Per avere successo, in un modo o nell’altro, ognuno avrebbe dovuto entrare nelle sue grazie. In definitiva, le major si servivano del potere mediatico delle rubriche di Louella per cogliere l’attenzione del pubblico e, di conseguenza, incassare più soldi.
Grazie alla popolarità delle sue rubriche, la Parsons aveva la possibilità di visionare in anteprima qualsiasi film ella desiderasse. Poteva elogiare una pellicola ancor prima che uscisse nelle sale, infondendo nel pubblico una forte curiosità, oppure stroncarla e renderla un fiasco. La sua campagna di boicottaggio contro “Quarto Potere”, per esempio, fece sì che il capolavoro di Orson Welles venisse totalmente ignorato a Hollywood e quindi nelle sale cinematografiche.
Col passare del tempo, Louella otteneva sempre più potere, tanto da risultare fastidioso.
Con il favore del pubblico, disponeva della facoltà di decidere quali film sarebbero stati un successo e quali invece non avrebbero incassato neanche un dollaro. Le major non tolleravano più una simile autorevolezza, per questo motivo Luis B. Mayer prese una decisione del tutto discutibile. Fece in modo che Hedda Hopper, ex attrice divenuta giornalista, venisse assunta dal Los Angeles Times per curare una rubrica di gossip in modo da fare concorrenza a Louella Parsons.
Ben presto, sia il boss della MGM che i leader delle altre case di produzione, si pentirono amaramente della loro decisione.
Per numerosi aspetti, Louella e Hedda erano molto simili. Amavano comparire sulle prime pagine delle riviste di gossip, nutrivano un grande fiuto per ogni possibile notizia, sfruttando tutte le risorse e informazioni necessarie per scrivere ogni articolo che potesse dare loro visibilità.
Tuttavia esisteva un limite, e quel limite la Parsons non aveva mai osato superarlo.
La Hopper, invece, era spietata. Hollywood era così colmo di scandali da far drizzare i capelli ai più puritani e alcuni scandali, alcune torbide storie… era meglio che rimanessero segrete. Louella, consapevole di tale segretezza, non osava sconvolgere la vita di quelle stelle che tanto amava frequentare. Ma a Hedda, queste futili scuse, non interessavano. Se la notizia finiva tra le sue grinfie, automaticamente veniva pubblicata.
Lo scoop legato alla relazione segreta tra Specer Tracy e Katharine Hepburn è un esempio perfetto di quanto i modi di Hedda fossero diversi da quelli di Louella. Nonostante ambedue fossero a conoscenza della relazione segreta tra Tracy e la Hepburn, solo Hedda non si fece scrupoli a divulgare tutto quello che sapeva, infischiandosene che Tracy fosse un uomo sposato…
D’altronde, se Spencer Tracy non si era fatto alcuno scrupolo a tradire la propria moglie, perché Hedda avrebbe dovuto ritenersi?
Nella serie TV “Feud”, basata sulla leggendaria faida tra Joane Crawford e Bette Davis, Ryan Murphy dipinse Hedda Hopper (interpretata da Judy Davis) come una giornalista opportunista, ma molto meno inesorabile di quanto non fosse nella realtà. Tuttavia le attribuì il ruolo di colei che, agendo nell’ombra, alimentò la rivalità, già molto accesa, tra le due dive di Hollywood. Secondo la versione di Murphy, tra la Crawford e la Davis sarebbe potuta nascere una bella amicizia durante le riprese di “Che fine ha fatto Baby Jane?”. Se non ci avesse messo lo zampino Hedda Hopper, la faida tra la Davis e la Crawford sarebbe diventata così leggendaria? E soprattutto, sarà stata davvero la Hopper ad alimentare il loro odio?
Conservatrice, repubblicana convinta, anticomunista e grande sostenitrice del Senatore McCarthy, direttore del Comitato Parlamentare per le Attività Antiamericane, Hedda, a differenza della sua concorrente, era molto invischiata nella politica.
Difatti, assieme al Senatore e al capo e fondatore dell’FBI, J. Edgar Hoover, la Hopper diede il via ad una vera e propria caccia alle streghe. È grazie a questa alleanza che molte stelle di Hollywood, legate a presunte attività comuniste, come lo sceneggiatore di “Vacanze Romane”, Dalton Trumbo, finirono sotto accusa. Hedda ebbe il compito e la soddisfazione di fornire i presunti nomi ai membri dell’Attività Antiamericane.
Sfruttava il suo potere mediatico per boicottare i film nei cui crediti comparivano le star inserite nella Lista Nera. Secondo la rivista “Variety”, fu proprio a causa dei suoi articoli diffamatori che Dalton Trumbo, costretto dai membri del Congresso a ritirarsi dal mondo del cinema, scrisse e riadattò firmando sotto falso nome sceneggiature come “Vacanze Romane”. Il film “L’ultima parola” è un esempio. Dalton Trumbo (interpretato da Bryan Cranston), lottò, attraverso i suoi principi, contro il potere mediatico di cui la Hopper (Helen Mirren) fu la principale artefice.
Negli anni ‘30 e ‘40 Louella Parsons e Hedda Hopper furono le padrone incontrastate di Hollywood. Tuttavia, nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, l’America subì una profonda rivoluzione culturale e, inevitabilmente, il mondo ne seguì l’evoluzione. Iniziarono a nascere nuovi magazine, e nuove regole di divulgazione. Per quanto Louella e Hedda fossero due icone del gossip, non poterono competere con simili colossi, ma è indubbio che senza il loro lavoro, tali riviste non sarebbero mai potute esistere.
Approfondimenti:
-Il Production Code – dall’era pre-codice alle Screwball Comedy