Nel settembre del 1894 a Parigi si svolse una dimostrazione del Kinetoscopio, l’ultima grande invenzione di Thomas Edison (l’inventore della lampadina e del fonografo). Ad assistere a tale esibizione era presente anche Antoine Lumière, il padre di Auguste e Louis (I fratelli Lumière), che ne rimase profondamente colpito e affascinato.
Si trattava di un apparecchio simile ad una grande cassa sulla cui parte superiore si trovava un oculare. Poggiando l’occhio su di esso e girando una manovella, lo spettatore vedeva una serie di immagini che si succedevano l’una all’altra, dando l’impressione del movimento.
In quel momento Antoine pensò a quanto sarebbe stato bello poter far uscire dalla cassa quelle immagini, rendendo il tutto più luminoso, le vedute più grandi e i movimenti più realistici.
Pensò che così facendo la visione non si sarebbe limitata ad un singolo spettatore alla volta, ma a più individui contemporaneamente. E se esistevano delle persone capaci di realizzare una macchina in grado di renderlo possibile, queste erano senz’altro i suoi figli.
Auguste, il maggiore dei fratelli Lumière, cominciò immediatamente a lavorare a questo nuovo progetto, ma non ebbe un gran successo. Fu di Luois l’idea geniale di creare una macchina che al tempo stesso filmasse una scena grazie ad un sistema di scorrimento della pellicola; stampasse e impressionasse su di essa le immagini; per poi proiettarle dando l’illusione del movimento.
Come Edison, i Lumière iniziarono a lavorare su pellicole tagliate in strisce di 35 millimetri. A differenza dell’americano la cui pellicola presentava quattro perforazioni laterali per ogni fotogramma; modello che poi sarebbe diventato lo standard per il cinema; Auguste e Louis praticarono una sola perforazione tonda per fotogramma.
Una volta tagliata e perforata, la pellicola si presentava come un’unica striscia di immagini che scorrevano velocemente. Con 17 metri di pellicola, si poteva realizzare una veduta di circa 50 secondi con una media di 16/18 fotogrammi al secondo.
I fratelli Lumière depositarono il brevetto nel febbraio del 1895 e, dieci mesi più tardi, il 28 dicembre di quello stesso anno diedero luogo al primo spettacolo pubblico, con spettatori paganti.
Come raccontato dal documentario “Lumiere” del Cinema Ritrovato, e prodotto da Cineteca Bologna, quella di dicembre non fu la prima proiezione con cui i Lumière deliziarono il pubblico. L’11 giugno 1895, a Lione si svolse il Congresso della Società Fotografica Francese, e ai fratelli venne l’idea di filmare lo sbarco di fotografi e inventori mentre scendevano da un battello dopo una gita sul fiume. Il giorno dopo, di fronte e tutti quei luminari e progressisti della fotografia, i Lumière proiettarono quella stessa ripresa spiazzando il pubblico. Avevano reso, improvvisamente, obsolete le loro macchine fotografiche.
Dopo la prima proiezione i Lumière si resero definitivamente conto del potenziale della loro invenzione, cominciarono quindi a cercare un posto dove poter riprodurre regolarmente i loro film. Antoine trovò il luogo ideale nel Salone Indiano del Grand Café, situato al pian terreno del Grand Hotel nel Boulevard des Capucines.
Era un enorme stanzone inutilizzato dai proprietari, decorato in stile orientale, che furono felici di affittare ai Lumière per 30 franchi al giorno. La sala venne allestita con 100 posti a sedere e per pubblicizzare l’evento, i fratelli si fecero fare un cartellone dal pittore A. Brispot che raffigurava un baffuto poliziotto impegnato nel tenere sotto controllo un’orda entusiasta di persone che faceva la fila davanti alla porta. Il primo giorno solamente trentatré persone assistettero alla proiezione, ma la voce di questo spettacolo inedito si sparse velocemente e ben presto di fronte al Grand Café cominciarono a formarsi delle lunghe file.
Avendo a disposizione una sostanziosa scorta di pellicole, il programma delle riproduzioni variava ogni giorno, anche se iniziava sempre con lo stesso film: “La sortie des usines”.
Ambientato di fronte all’azienda dei Lumière, il corto mostrava l’uscita da lavoro degli operai della fabbrica. Una volta spalancata la grande porta, donne e uomini cominciavano ad uscire passando di fronte alla cinepresa, senza che nessuno guardasse mai la macchina se non furtivamente. “La sortie des usines” è riconosciuto come il primo film della storia del cinema, ma coloro che assistettero alla prima proiezione asserirono che al termine della ripresa, dalla fabbrica comparve una carrozza trainata da due cavalli, particolare che in molti non avevano notato. Questo perché ne esistono varie versioni (almeno tre), in cui la veduta cambia e cambia la luce, ma i personaggi rimangono gli stessi: un gruppo di donne con il cappello in testa, uomini con la bicicletta, un cagnolino gioioso e solamente in due versioni vediamo una carrozza.
I Lumière registrarono tre volte la stessa scena, creando così non solo il primo film della storia del cinema, ma anche il primo remake.
I film dei fratelli ritraevano scene di vita quotidiana o familiare, e fornivano un’immagine piuttosto chiara di quello che era lo stile di vita delle famiglie borghesi, coloro che facevano le file per andare a vedere lo spettacolo.
Quasi sempre accadeva che August fosse l’attore protagonista dei film, mentre Luois, il più tecnico dei due fratelli, stava dietro alla macchina da presa. In “Repas de bébé” per esempio, vediamo August e sua moglie servire la colazione alla loro bambina Andrée. Le persone non si trovavano più di fronte ad un’immagine statica come in una fotografia, ma ad azioni in movimento. In questo caso vediamo dei gesti di vita quotidiana in pieno svolgimento, ma oltre ai tre protagonisti si muove tutto ciò che hanno intorno, come le foglie e i rami mossi dal vento.
Parlando di scene di vita quotidiana, nel 1896 i Lumière trassero ispirazione da uno dei quadri di Cezanne della serie dei “Giocatori di Carte” (1890–1895) per realizzare “Partie d’écarté”, che vedeva protagonista loro padre Antoine.
L’azione si svolgeva ad un tavolo da gioco dove Antoine era impegnato in una partita a carte con il padre delle due sorelle che sposarono Auguste e Louis. Nella scena vediamo un terzo uomo che versa la birra in tre bicchieri ed un cameriere. Quello stesso anno George Melies ne realizzò un remake dal titolo “Partite de Cartes”.
Un anno più tardi, nel 1897, I fratelli Lumière girarono “Démolition d’un mur” in cui Auguste diresse un gruppo di operai durante la demolizione di un muro, mentre, come sempre, Luois girava la manovella dietro la macchina da presa per registrare il tutto. Ma durante la proiezione accadde un piccolo imprevisto. Louis si scordò di riavvolgere il nastro a proiettore spento una volta concluse le riprese. La sera della proiezione, l’operatore accese il macchinario per poi far partire il riavvolgimento e mentre il nastro scorreva la lampada del cinematografo proiettava le immagini che scorrevano al contrario sullo schermo. Quello che gli spettatori videro non fu il crollo di un muro, bensì la sua ricostruzione.
Ai Lumière va attribuito anche il merito di aver portato sullo schermo quella che è stata etichettata come la prima commedia, o prima gag, della storia del cinema.
Si tratta di “Arroseur et arrosé”, “L’innaffiatore e l’innaffiato”, del 1895. Tratta da un popolare fumetto degli anni ’80 del 1800, nell’ “Arroseur et arrosé” un uomo sta innaffiando un giardino, quando un ragazzino pestifero schiaccia con un piede il tubo dell’acqua, in modo da bloccarne il flusso. Quando l’uomo punta l’innaffiatore verso il proprio volto per controllare cosa sia successo, il monello alza il piede, il getto d’acqua colpisce il pover’uomo che reagisce prendendo a sculaccioni l’artefice dello scherzetto. Sebbene la trama possa apparire piuttosto semplice e scontata, nel 1895 era una novità vedere una gag del genere e il pubblico riempì la sala con una fragorosa risata!
Ma il primo film a sconvolgere letteralmente gli spettatori fu “Arrivée d’un train à La Ciotat” (1897), probabilmente il più famoso dei fratelli Lumière.
Auguste e Luois utilizzarono una prospettiva diversa dal solito per girare questo corto. Venne registrato con la macchina da presa che dall’alto inquadrava la ferrovia. Così facendo i binari attraversavano in diagonale lo schermo, mentre la locomotiva, che passava sulla sinistra, tagliava a metà l’inquadratura. L’immagine, che inizialmente si presenta chiara e luminosa, viene invasa sulla sinistra dall’arrivo della locomotiva dividendo obliquamente i fotogrammi successivi. Leggenda vuole che gli spettatori saltarono sulle sedie, impauriti dall’immagine del treno che gli stava arrivando addosso. Fu un vero e proprio shock.
I film dei Lumière sono diventati un patrimonio dell’arte cinematografica e una preziosa testimonianza della vita quotidiana tra fine ottocento e inizio novecento. Grazie al successo che riscossero i loro film, capirono che il cinema poteva catturare l’attenzione ed essere in grado di coinvolgere ed emozionare il pubblico.
La storia dei Lumière annovera 1422 vedute, ciascuna della durata di circa un minuto, girate tra il 1895 al 1905.
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