Colorato, naif, e allo stesso tempo sconclusionato. “IGOR”, l’ultimo album di Tyler, The Creator (grande amico di Earl Sweatshirt), ha magnetizzato la critica aggiudicandosi il Grammy come Miglior album Rap dell’anno. Il principe degli Odd Future ci pone davanti un lavoro ambizioso, sicuramente non perfetto, ma animato da un bisogno pantagruelico di ampliare i confini del genere, attingendo a piene mani nelle varie direzioni del poliedrico mondo musicale odierno.
Ma innanzitutto chi è IGOR?
Nel linguaggio cinematografico è il personaggio grottesco con gobba prominente e tratti spaventosi che si incontra in molti film horror di genere gotico (ad esempio l’assistente di laboratorio di Frankenstein). Un personaggio negativo quindi, associato all’antagonista e chiamato ad infondere disgusto nello spettatore. Dal canto suo Tyler, attraverso un lungo tweet pubblicato prima dell’uscita del disco, ci suggerisce come intendere il termine ed approcciarsi al disco in maniera corretta:
“IGOR. THIS IS NOT BASTARD. THIS IS NOT GOBLIN. IS NOT WOLF. IS NOT CHERRY BOMB. THIS IS NOT FLOWER BOY. THIS IS IGOR. PRONOUNCED EEE-GORE. DONT GO INTO THIS EXPECTING A RAP ALBUM. DONT GO INTO THIS EXPECTING ANY ALBUM. JUST GO, JUMP INTO IT. I BELIEVE THE FIRST LISTEN WORKS BEST ALL THE WAY THROUGH, NO SKIPS. FRONT TO BACK. NO DISTRACTIONS EITHER.
NO CHECKING YOUR PHONE NO WATCHING TV NO HOLDING CONVO, FULL ATTN TOWARDS THE SOUNDS WHERE YOU CAN FORM YOUR OWN OPINIONS AND FEELINGS TOWARDS THE ALBUM. SOME GO ON WALKS, SOME DRIVE, SOME LAY IN BED AND SPONGE IT ALL UP. WHATEVER IT IS YOU CHOOSE , FULLY INDULGE. WITH VOLUME. AS MUCH AS I WOULD LIKE TO PAINT A PICTURE AND TELL YOU MY FAVORITE MOMENTS, I WOULD RATHER YOU FORM YOUR OWN. IF WE EVER CROSS PATHS, FEEL FREE TO ARTICULATE WHAT THOSE MOMENTS WERE FOR YOU, KEEP IT TIMELY THO IM NOT TRYNA HAVE AN OPRAH EPISODE. STANK YOU SMELLY MUCHO.”
“IGOR NON è BASTARDO, NON è GOBLIN, NON è WOLF, NON è CHERRY BOMB, NON è FLOWER BOY. QUESTO è IGOR, PRONUNCIATO III-GOR. NON ASPETTATEVI UN ALBUM RAP. NON ASPETTATEVI NESSUN ALBUM PRECEDENTE, ASCOLTATELO E BASTA, SALTATE DENTRO DI ESSO. IO CREDO CHE IL PRIMO ASCOLTO FUNZIONI MEGLIO SE COMPRENDA TUTTO L’ALBUM, SENZA SKIPPARE, DALL’INIZIO ALLA FINE. ED ANCHE SENZA DISTRAZIONI. NON CONTROLLARE IL TUO CELLULARE NON GUARDARE LA TV NON TENERE CONVERSAZIONI. TUTTA L’ATTENZIONE VERSO I SUONI DOVE PUOI FORMARE LA TUA OPINIONE E SENTIRE L’ALBUM. ALCUNI PASSEGGIANO, ALTRI GUIDANO, ALCUNI SI SDRAIANO A LETTO E LO ASSORBONO TUTTO. IN OGNI MODO è UNA SCELTA TUA. COMPLETAMENTE SODDISFATTO CON IL VOLUME. COSì COME MI PIACEREBBE DIPINGERE UN QUADRO E DIRTI I MIEI MOMENTI PREFERITI IO VORREI PIUTTOSTO CHE TU FORMASSI I TUOI. SE MAI NOI DOVESSIMO INCROCIARE I PASSI, SENTITI LIBERO DI ARTICOLARE QUALI MOMENTI FURONO PER TE.”
Un album che vuole apparire come una rivoluzione sconcertando l’ascoltatore con una miriade di sensazioni diverse e contrastanti. Il problema è che forse c’è davvero troppa carne sul fuoco e non tutta è cucinata a dovere. E’ tutto impeccabile, ma manca un collante capace di tenere davvero unite tutte queste tracce.
Il concept si articola come una storia d’amore che vede l’amante, l’amata e il rivale.
Tyler ha naturalmente grandi aspettative per questo lavoro in quanto, nonostante l’identità fittizia in cui si nasconde, paradossalmente riesce mettere a nudo sé stesso. La verbosità del rap lascia spazio a grandi intermezzi strumentali in cui l’ego del cantante sembra vacillare o, d’altra parte, la sua mente si perde a riflettere e a meditare. Il silenzio è una qualità nuova e promettente nel rapping contemporaneo e Tyler è qui riuscito a cavalcare mirabilmente l’onda. Inoltre spinge la sua voce ad altezze fin ora inesplorate che giungono dai falsetti al rauco borbottio di “New Magic Wand“. Il sogno elettronico spinge dunque una voce camaleontica che scruta sé stessa da tutte le angolature. Le tecniche dal canto vanno dal rapping propriamente inteso a sfumature più melodiche, fino al soul di certi coretti angelicati.
I generi seguono queste direttive mischiandosi fra di loro: si passa dal rap al jazz spaziando per l’avantguard e il pop.
Singolo più ascoltato è senza dubbio “Earfquake“. Una strana storia d’amore in cui Tyler si mette a nudo e chiede alla sua compagna di non abbandonarlo, dicendo di ammettere le sue colpe. Complice del successo anche l’ispirato videoclip: una reinterpretazione kitsch e retrò di un’audizione televisiva. Dopo l’intro parlata dalla presentatrice (Tracee Ellis Ross) entra in scena l’artista con un vistoso completo turchese Versace, un improbabile parrucchino biondo e sporgenti occhiali da sole. L’audizione prosegue con movenze grottesche e stilizzate (alcuni vogliono vederci un scimmiottamento a D’Angelo) mentre la voce nasale e stonata conclude in bellezza l’assurdità della scena. Il tutto si conclude con un incendio devastatore, non prima della comparsa di un sontuoso pianoforte bianco che echeggia il celebre capolavoro lennoniano .
Il video è senz’altro utile per entrare nel mood del disco.
Il postmoderno prende forma attraverso una indefinibile nostalgia verso un passato ambiguo ed immaginato, come quello descritto nel video che sembra ammiccare agli anni ’50. Una musica patinata e pop, una musica che tradisce le sue origini street o hip–hop per elevarsi a gioco raffinato ed intellettuale. Musica che non ascolta il presente e le sue ingiustizie sociali, ma si prende il lusso di volare verso un passato glitterato per creare una soap opera fittizia capitanata da una maschera, un personaggio inventato che annulla e trascende l’identità dell’autore, D’altronde anche i Beatles per emancipare il genere pop a musica d’arte sentirono l’esigenza di erigere un personaggio immaginario nel capolavoro Sgt Pepper’s Lonely Heart’s Club Band.
Ecco dunque l’urgenza primaria del disco: creare una musica pop dignitosamente accostabile alla musica d’arte ed all’avanguardia intellettuale.
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