Il castello delle stelle. 1869: la conquista dello spazio
Un’avventura priva di confini, dove solo una continua sete di conoscenza e il desiderio di addentrarsi in luoghi inesplorati dall’essere umano potrebbe catturare la curiosità di un lettore. Anche chi, non ha mai osato spingersi attraverso la bellezza delle tavole di un fumetto.
Esplorare l’arte, se tra le pagine di un libro oppure di un’opera figurativa è un’esperienza così soggettiva e colma di suggestioni che, se assimilata fino all’ultimo respiro può regalare momenti indimenticabili. Di pura estasi.
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Il fumetto è, infatti, se ben realizzata, un’opera figurativa di enorme valore culturale. Ancor più se il suddetto fumetto approfondisce ed espone con estrema cura molti dei fenomeni scientifici presenti in natura. Oppure arricchisce la trama includendo personaggi storici di un certo spessore, come nel caso de “Il Castello delle Stelle”, in cui l’autore, Alex Alice, ha riesumato personalità di un certo spessore, come Sissi l’imperatrice d’Austria, suo cugino Re Ludwing II di Baviera e il conte Bismark. Anche se i suddetti personaggi vengono mossi come pedine in una storia che, ovviamente, non corrisponde appieno alla realtà, in quanto trattasi, del frutto dell’enorme fantasia dell’autore.
Viaggiare attraverso le pagine dell’opera monumentale di Alex Alice, che ne analizza i fenomeni, ne setaccia la storia, ripercorrendo ad esempio la storica rivalità tra Francia e Prussia, o i desideri visionari del giovane Ludwing II, là nel sogno di un mondo migliore privo di violenza e colmo di fantasia e narrazione scientifica, è stata un’avventura straordinaria. Un fenomeno culturale davvero unico da leggere tutto d’un fiato.
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Una straordinaria avventura ai confini del cielo ispirata dalle storie e dall’immaginario visivo di Jules Verne, Hayao Miyazaki e a quelle riecheggianti avventure sottomarine dell’anime “Nadia – Il mistero della pietra azzurra”. Oltre che al romanticismo tedesco. Vari sono gli accenni alla Tavola Rotonda e alla leggenda di Perceval e alla sua ostinazione a trovare il Graal. Un’avventura coinvolgente sotto molti punti di vista. Una continua scoperta verso un orizzonte colmo di mistero e che riempie l’anima di curiosità e opportunità verso un universo ancora tutto da scoprire.
Che spinge i suoi giovani protagonisti non solo a formare una squadra chiamata “I cavalieri dell’etere”, pronta a proteggere il Re dall’attacco di spie prussiane pronte a rivelare i preziosi segreti del professor Dulac, ma a capire che non esiste limite alla conoscenza. Il giovane Seraphin, accompagnato dai suoi coetanei Hans e Sophie, accompagnerà suo padre, uomo di scienza dotato di un grande carattere oltre che intelletto, in questa avventura sorprendente ai confini del mondo, con la speranza di ritrovare sua madre Claire, anch’essa scienziata, partita con l’incredibile tenacia di scoprire l’Etere, ma sperduta ormai da circa un anno. L’avventura con L’Etermobile, un gigantesco vascello a forma di cigno desiderato da Ludwing per volare verso quell’Etere tanto desiderato, è divenuta tra le più fantastiche e stimolanti che abbia mai letto e che consiglio a chiunque, vivamente di leggere.
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Pubblicato in Italia grazie a Mondadori, nella collana Oscar Ink, il volume si presenta corposo, con copertina rigida in 135 pagine di fumetto, in più qualche pagina dedicata ad alcuni contenuti Extra: un’intervista, disegni preparatori, illustrazioni sul secondo volume, e copertine originali del fumetto francese. E disegni ispiratori dell’Etermobile.
Alex Alice ci conduce così tra le pagine della sua novella, una splendida favola in cui intrepidi esploratori si spingono oltre le frontiere dell’ignoto, in un viaggio grafico sorprendente, dove i meravigliosi disegni ad acquarello risultano essere un elemento difficile da dimenticare. Esaltano i volti e nel dettaglio ne creano sfumature ed espressività. Oltre chè ad evidenziarne l’arco temporale. Siamo infatti nel 1868, e come lo stesso Alex Alice confessa all’interno di una dettagliata intervista di Thomas Harston, presente all’inizio del volume, l’autore, affascinato dal “meraviglioso scientifico” del XIX secolo, definito così grazie alle grandi esplorazioni, all’arte, aalla scienza e dai grandi pensatori che sognavano un universo infinito di possibilità, ha creato una propria dimensione in cui il sogno è affiancato dalla conoscenza.
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“Il Castello delle Stelle” è unico. E come dice Re Ludwing “chi vi ha messo in testa che le fiabe non hanno alcun senso?”
La fantasia, il sogno e quindi l’immaginario, come la sete di conoscenza, sono il vero motore ad etere de “Il Castello delle Stelle”. In cui ad ogni personaggio viene riconosciuta una propria evoluzione. Perché è di evoluzione e progresso che narra la favola de “Il Castello delle Stelle”. Seraphin, ad esempio, è il protagonista della vicenda e lo vediamo crescere e divenire pian piano forte e pronto a tutto pur di salvare le persone che ama. Sophie, dotata di un carattere forte e coraggioso, stimolata e affascinata dal viaggio intrapreso, acquisirà nozioni ben più importanti di quelle di cameriera del Re.
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In conclusione, in attesa di leggere il secondo volume di questa straordinaria avventura, vi lascio con una domanda.
Alcuno potrebbe mai privare un sognatore, e quindi un lettore, la possibilità di vivere in mille mondi, mille avventure, sognare luoghi inesplorati. Fino ai confini del mondo. E oltre?
Attraverso le tavole de “Il Castello delle stelle” che hanno la firma di Alex Alice, no, perché credetemi, ne vale assolutamente la pena.
Il castello delle stelle. 1869: la conquista dello spazio