Emanuele Arioli, studioso italiano di stanza a Parigi, ci racconta la storia del più misterioso Cavaliere della Tavola Rotonda, il Cavaliere del Drago.
Di abili spadaccini e di intrepidi cavalieri è colma la letteratura. Dai tre moschettieri e D’Artagnan di Alexander Dumas all’Orlando (Furioso) di Ludovico Ariosto fino a Inigo Montoya di William Goldman. Lesti di mano e fini di mente (almeno alcuni di loro), i cavalieri, che siano questi erranti o meno, hanno ispirato, e quindi intrattenuto, scrittori e poeti fin dagli albori della parola narrata. Protagonisti di epiche avventure, flagelli di creature mitologiche come draghi, giganti e streghe, questi eroi hanno da sempre messo le proprie abilità al servizio del Regno (o del Reame).
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Molte sono le fiabe e leggende a noi e al nostro tempo pervenute, ma se c’è un gruppo di audaci battaglieri che più di ogni altro sono riusciti a guadagnarsi un posto d’onore nella mitologia, questi sono sicuramente i Cavalieri della Tavola Rotonda. Sir Gawain, che sconfisse il Cavaliere Verde in nome di Re Artù. Parsifal, colui che dedicò la propria vita alla ricerca del Sacro Graal. E, naturalmente, Lancillotto, il più fidato e il più famoso cavaliere a servizio della corte di Re Artù. Anche se quella storia con Ginevra…

Eroi, guerrieri, prodi combattenti senza macchia e senza paura, le cui gesta sono divenute, a ragion veduta, materia di storie che ancora oggi riecheggiano nella letteratura. Canti, poemi e romanzi sono stati dedicati alle ardimentose imprese di Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Novelle provenienti da un’altra epoca, ormai molto più che remota. E come ogni racconto scritto o narrato prima dell’avvento dell’editoria, alcune di esse, purtroppo sono andate perdute. Una di queste, per secoli rimasta ignota, è quella di Sivar. Colui che nel torneo organizzato da Artù sconfisse i cavalieri di Camelot e salvò il regno da una terribile minaccia, guadagnandosi il titolo di Cavaliere del Drago.
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Una storia che Emanuele Arioli, storico e attore italiano trasferitosi a Parigi, ha deciso di cercare e di ricostruire, dopo aver ritrovato una serie di antichi manoscritti, la leggenda del giovane eroe e di adattarla per l’epoca moderna, attraverso un fumetto edito da Saldapress.
Ambientato nella Britannia dominata da Re Artù, “Il Cavaliere del Drago” racconta la storia di Sivar, un aitante giovane proveniente dall’Isola Che Non Sa. In cerca di vendetta contro l’uomo che ha attaccato e decimato il suo popolo, il ragazzo partirà alla volta di Camelot. Così avrà inizio un’avventura in cui, grazie all’aiuto di un drago, Sivar dovrà mettersi alla ricerca del Sacro Graal per salvare il reame di Re Artù dai piani della perfida Morgana.

Tra epici scontri, arti magiche, tradimenti e intrighi, Emanuele Arioli, assieme all’illustratore Emiliano Tanzillo, riesce a creare un’opera magnificamente illustrata, in grado di trasportare il lettore in quell’epoca dominata dai cavalieri, dagli eroi, dai maghi e dalle streghe. Grazie ad un line art chiaro e ben definito che enfatizza l’espressionismo dei personaggi, riuscendo a delineare le diverse caratteristiche fisiche, “Il cavaliere del drago” si presenta come un’opera esteticamente ineccepibile. Ogni protagonista infatti si distingue ottimamente, senza nessuna difficoltà, e le azioni compiute da Sivar e dai suoi compagni sono perfettamente comprensibili.
E per quanto i disegni di Tanzillo, già illustratore di alcuni numeri di “Dylan Dog”, siano forse il fiore all’occhiello de “Il cavaliere del drago”, l’opera elaborata da Emanuele Arioli funziona benissimo anche per quel che concerne lo scorrere dei fatti.
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Invero, se si esclude un finale troppo frettoloso, a cui qualche tavola in più avrebbe giovato a livello narrativo, anche la storia viene ben approfondita. Oltre a quelle di Sivar, anche le motivazioni dei sui alleati e dei suoi nemici vengono esplicitate egregiamente, rendendo credibile una trama decisamente fantasy.
Pubblicato in Italia grazie a Saldapress, disponibile in un’edizione in cartonato arricchita con un’interessante postfazione sul ritrovamento dei manufatti dedicati alla storia di Sivar e con dei contenuti extra sull’illustrazione del fumetto, “Il cavaliere del drago” è una di quelle classiche letture che riescono ad appassionare ed incuriosire. Certo, alcuni eventi avrebbero dovuto godere di una maggiore strutturazione narrativa. Tuttavia quella di Arioli è un’opera che, pur peccando (a piccoli tratti) di alacrità, merita di essere letta. Consigliata, assolutamente, sia agli appassionati del genere cavalleresco e fantasy sia ai neofiti.