Dopo essere stato al vertice delle classifiche con “La verità sul caso Harry Quebert”, lo scrittore svizzero Joel Dicker torna a raccontare le gesta di Marcus Goldman con il romanzo “Il libro dei Baltimore”.
Marcus è un giovane scrittore divenuto famoso in tutto il mondo grazie alla sua opera prima “G come Goldstein”, un best seller campione di incassi. Sfortunatamente per lui, in seguito al successo dovrà fare i conti con un grave blocco dello scrittore. Blocco che riuscirà a superare solamente nel momento in cui si rende conto che per scrivere il suo prossimo romanzo dovrà ispirarsi alle sue esperienze personali.
Ne “Il libro di Baltimore”, Marcus incontrerà casualmente una sua vecchia conoscenza che lo porterà a pensare, e a scrivere, di un particolare periodo della propria vita. Questo lo costringerà a riflettere sul passato, sul rapporto con i suoi familiari e sull’amicizia con i suoi due cugini Hillel e Woody, la più importante della sua vita.
Ma partiamo dall’inizio…
I Goldman raccontati da Dicker rappresentano la classica famiglia statunitense, discendente del boom economico e del sogno americano. Il nonno di Marcus era il proprietario di una piccola ma proficua azienda, il cui più grande desiderio era quello di vedere i suoi due figli dirigere insieme l’attività di famiglia. Tuttavia i due ragazzi prenderanno strade diverse: Nathan (il padre di Marcus) diventerà un ingegnere e si trasferirà assieme alla moglie in una modesta abitazione di Montclair; mentre suo fratello Saul, a seguito di una tremenda litigata col padre, conseguirà la laurea in legge, e dopo essere diventato uno stimato avvocato andrà a vivere in una lussuosa villa a Baltimore, assieme alla moglie e al figlio Hillel.
E così nacquero le due fazioni dei Goldman: i Baltimore, abbiente e di successo, rispettati da tutta la comunità; e i Montclair, i genitori di Marcus, persone umili che vivono all’ombra delle ricchezze di Saul. Due famiglie molto unite soprattutto grazie al rapporto di Marcus con i suoi cugini. Una grande amicizia segnata, almeno nei ricordi dello scrittore, dall’ombra di una misteriosa “Tragedia” che sconvolgerà la vita della famiglia Goldman.
Per raccontare la storia dei Goldman, Dicker abbandona il genere thriller e si inoltra in una saga famigliare che attraversa due generazioni.
Difatti, al centro della trama de “Il libro dei Baltimore” ci sono le dinamiche interpersonali, e la natura psicologica dei personaggi (sia principali che secondari). Proprio come ne “La verità sul caso Harry Quebert”, lo scrittore svizzero si prende il tempo di costruire una trama solida (senza mai annoiare). Ma a differenza del libro, “La verità sul caso Harry Quebert”, che affrontava questioni delicate come l’amore tra un adulto e una ragazza adolescente, chiaro omaggio a “Lolita” di Vladimir Nabokov, “Il libro dei Baltimore” pone all’attenzione del lettore tematiche più introspettive, quali l’amicizia, la gelosia, gli asti e dissidi familiari.
Tutto questo è aiutato dalla scelta di raccontare il tutto in prima persona. Il punto di vista di Marcus ci aiuta ad entrare in empatia con i suoi ricordi e le sue emozioni. L’autore regala un ritratto molto dettagliato dei rapporti tra i membri della famiglia Goldman che, sebbene molto uniti, nascondono una profonda rivalità e invidia. Ognuno di loro tenta infatti di primeggiare sia nello studio che nel lavoro e, cosa molto più importante, nell’amore.
La seguente edizione è stata pubblicata da La nave di Teseo.
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