Nato dalle menti di Jeph Loeb e Tim Sale, “Batman: Il lungo Halloween” è un viaggio introspettivo; la storia del passaggio di potere tra la criminalità organizzata e i freaks; un noir che sancisce il sodalizio tra i due fumettisti e la DC Comics.
Gotham è da sempre una città flagellata dalle nefandezze del crimine organizzato. Ma qualcosa sta per cambiare. Batman, il nuovo vigilante mascherato il cui scopo è quello di ripulire la città dalla feccia rappresentata dalle famiglie di Carmine “il Romano” Falcone e di Sal “il Boss” Maroni, è pronto ad allearsi con il commissario Jim Gordon e con il Procuratore Distrettuale Harvey Dent nella crociata contro la mafia che appesta la vita degli abitanti di Gotham.
Tuttavia, mentre i freaks (super criminali in costume come Joker, lo Spaventapasseri e l’Enigmista) si preparano ad insorgere, spodestare il crimine organizzato e assumere il controllo di Gotham, la faida tra i Signori del Crimine si intensifica. Difatti, la città viene sconvolta dall’arrivo di un nuovo misterioso assassino che agisce nell’ombra uccidendo i componenti delle due famiglie mafiose e colpendo esclusivamente in occasione delle festività più importanti. Un modus operandi che ben presto gli varrà il soprannome di Holiday.
Chi è questo assassino? Qual è il suo scopo? E come reagiranno i freaks di Gotham City?
Scritta da Jeph Loeb e illustrata da Tim Sale, “Batman: Il lungo Halloween” (edito da Panini Comics) è una storia che si discosta notevolmente dalle classiche storie di supereroi, assumendo i tipici tratti del giallo alla Agatha Christie, con qualche citazione di alcune perle del cinema come “Il Padrino” e “Il silenzio degli innocenti”.
Tutto nacque durante il Comic–Con di San Diego del 1996. Lo storico sceneggiatore ed editor della DC Comics, Archie Goodwin, si incontrò con Loeb e Sale per discutere della creazione di un nuovo arco narrativo dedicato al Cavaliere Oscuro. L’idea era quella di elaborare una vicenda ambientata durante i primi anni di attività di Batman, quando ancora Gotham era tenuta in scacco dalla potente famiglia Falcone. Lo scopo di Goodwin era quello di produrre una storia che richiamasse le atmosfere tetre di “Batman: Anno Uno” e che si ricollegasse ai personaggi introdotti nell’opera di Frank Miller e, cosa ancora più importante, decretasse la definitiva disfatta del crimine organizzato nonché l’ascesa al potere dei freaks.
Il risultato fu incredibile. Loeb e Sale diedero vita ad una storia, dalle avvolgenti atmosfere noir, tanto oscura quanto introspettiva.
Oltre ad esplorare i conflitti interiori di Batman, consente ai lettori di provare una forte empatia emotiva con i protagonisti; e (concedetemi un piccolo spoiler) rielaborando le luttuose origini di un criminale come Due Facce, riesce a donare ampio spazio alla caratterizzazione del Procuratore Distrettuale Harvey Dent e alle motivazioni che lo spingono ad agire prima come un paladino della giustizia e poi come un malvivente in cerca di vendetta.
Infine, “Batman: Il lungo Halloween” pone al centro della trama un’importante riflessione sui cambiamenti che stanno avvenendo a Gotham. Il Crociato Incappucciato viene rappresentato come l’emblema del mutamento che sta subendo la malavita, con il chiaro sottinteso che l’arrivo di Joker, Catwoman, Poison Ivy e tutti gli altri super criminali sia strettamente legato alla comparsa in scena di Batman. Viene quindi da chiedersi: Gotham era destinata a subire la transizione dal crimine organizzato ai freaks, oppure tale cambiamento è stato indotto dallo stesso Uomo Pipistrello?
Per citare Jim Gordon durante una delle tante visite all’Arkham Asylum:
“adesso sono tanti. Quasi il doppio rispetto a quando sei apparso tu per la prima volta. Non che ci sia una relazione diretta ma… ci hai mai pensato?” (Batman: Il lungo Halloween).
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