“Il robot selvaggio”. La DreamWorks risponde a “Inside Out 2” con una pellicola semplicemente spettacolare.
Una nave cargo viene colpita da una forte tempesta e finisce per schiantarsi contro alcuni scogli, perdendo così tutto il carico. Un carico che finisce sperduto su un’isola incontaminata. Qui si risveglia l’unità ROZZOM 7134, “ma tu puoi chiamarmi Roz”, un robot pensato e costruito per assistere gli esseri umani e portare a termine i compiti da essi assegnati. Ma sull’isola non ci sono esseri umani (per fortuna). Così Roz si trova costretta a dover imparare il linguaggio degli animali che la popolano finendo così per affezionarsi ad un pulcino, che poi prenderà il nome di Becco Lustro, con il quale instaurerà un profondo legame madre-figlio.
Scritto e diretto da Chris Sanders, già regista di “Lilo & Stich” e “Dragon Trainer”, “Il robot selvaggio” è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo illustrato di Peter Brown. E, come si evince anche dal trailer, è un film d’animazione di rara bellezza e potenza, accompagnato da un comparto sonoro composto da Kris Bowers. Una colonna sonora letteralmente da brividi, che riesce a trasmettere emozioni talmente forti da colpire direttamente il cuore degli spettatori. Senza però rinunciare al tipico intrattenimento infantile perché, è bene ricordarlo, nonostante la profondità della storia, “Il robot selvaggio” è un film pensato anche, e soprattutto, per i più piccoli.
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È ormai evidente che negli ultimi anni l’animazione ha fatto passi da gigante. Basti pensare ad un’opera meravigliosa e originale come “Pinocchio” di Guillermo del Toro. Oppure allo stesso “Inside Out”. E la pellicola di Sanders è l’ennesima conferma delle grandi potenzialità di questa tecnica. Interamente girato con l’ausilio della computer grafica “Il robot selvaggio” si presenta come un’opera che trova proprio nella rappresentazione delle immagini il suo più grande pregio.
La trama infatti, nella sua banalità, non è di certo la più scontata vista in un’opera animata. Tuttavia non priva da difetti, anche se in questo caso (più che in altri) si può tranquillamente soprassedere. Infatti, per quanto l’amicizia tra Roz e la volpe Fink sembri nascere per caso, complice anche un salto temporale forse un po’ troppo accentuato, il rapporto che si crea tra lo strano trio completato da Becco Lustro, è talmente bello e intenso da poter tralasciare tali negligenze (se così si possono definire).
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Ed anche l’introduzione di alcune personalità secondarie, che avviene solamente superata la metà del film, sia davvero molto casuale, le emozioni che si provano nel vedere come si sviluppa la trama colmano senza dubbio la fretta con cui tali personaggi entrano a far parte della storia.
Ma, come è già stato sottolineato, è la giustezza delle immagini il vero punto di forza del nuovo film animato e targato DreamWorks. I colori avvolgono i personaggi, che risultano estremamente espressivi nonostante si tratti di animazione, e stagione dopo stagione cambiano tonalità, rendendo il tutto estremamente realistico. Persino il rigido e grigio inverno, rappresentato con quella che viene definita come la peggior tempesta mai vista, risulta essere una gioia per gli occhi.
Alcune sequenze sono talmente belle da ricordare i tratti artistici di una tela. L’attenzione ai dettagli, supportati da una fotografia in grado di esaltare sia i momenti luminosi che quelli più cupi. Riesce infatti a cogliere sia l’evoluzione dell’isola durante il cambio delle varie stagioni sia raffigurare visivamente lo stato d’animo degli animali e del robot che la popolano.
In conclusione “Il robot selvaggio” è una poesia visiva. Un film per i più piccoli che riesce a trasmettere un vortice di emozioni nonostante la trama si sviluppi senza eclatanti colpi di scena.
Di seguito il Trailer del film “Il robot selvaggio”.
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