Presente nel catalogo Netflix, “Kaos” è sicuramente uno dei prodotti più originale del colosso dello streaming.
“Una linea compare, l’Ordine si azzera, la Famiglia cade e il Kaos impera”.
Con queste parole, pronunciate da Prometeo, il Titano che rubò il fuoco agli Déi e venne incatenato ad una montagna con un’aquila che si nutriva del suo fegato, comincia la trama di una delle serie TV più originali che Netflix ha proposto negli ultimi tempi.
Ambientata in una Grecia moderna, dove i terrestri onorano gli Dèi con doni, sacrifici e preghiere, “Kaos” riesce a offrire un nuovo punto di vista su quella mitologia antica decantata da poeti, filosofi e romanzieri. La serie TV targata Netflix, fin dalle prime battute, appare come un tentativo ben riuscito di trasportare gli antichi miti in un’epoca contemporanea anche se (a tratti) fantastica.
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Tutto comincia con una profezia che preannuncia la caduta dell’Olimpo e delle sue divinità. In particolare, la detronizzazione di Zeus e della sua famiglia, da Era a Poseidone, e della conseguente ascesa del Kaos. Così, terrorizzato da tale prospettiva, il Re degli Dei si trova costretto ad escogitare qualsiasi stratagemma pur di evitare che la profezia si realizzi. Ma riuscirà il grande Dio ad impedire il compimento del destino?
Questa è solo una delle tante domande che la sceneggiatura, scritta in maniera tanto intelligente quanto originale, costringe lo spettatore a porsi. Sì, perché in “Kaos” non ci sono solo gli Dei, ma tutti i personaggi provenienti dalla mitologia greca, da Arianna e il Minotauro, ad Euridice e Orfeo fino ai troiani, Medusa e, ovviamente, le tre Moire, coloro che controllano la vita e la morte.
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Ognuno con un proprio scopo e una storia ben definita e funzionale alla trama generale della serie. E l’ombra della profezia che incombe sia su Zeus come sulle altre divinità e sui i tre umani prescelti dalle Moire, ossia i fautori della rivoluzione che potrebbe stravolgere il regno dominato dal Dio dei Fulmini, è il prefetto collante che unisce i vari miti in una sceneggiatura che non presenta (almeno apparentemente) alcun buco di trama. Anche se alcune situazioni trovano una risoluzione forse un po’ troppo sbrigativa.
Il tutto accompagnato da una colonna sonora che, grazie ad artisti come Abba, Dire Straits, Killian Scott, The Kills ed Enya (per citarne alcuni), comprende musiche ritmate ma anche anche melodiche in grado di trasmettere le emozioni dei personaggi. E da una messa in scena eccellente, che rappresenta la vita terrena e divina a colori tanto luminosi quanto accesi. Un’Oltretomba, dominata dal Dio Ade e da sua moglie Persefone, in uno splendido bianco e nero.
E forse, è proprio il Regno dei Morti quello che maggiormente subisce gli effetti della rivisitazione moderna, poiché esso viene raffigurato (apparentemente) come un luogo di speranza e rinascita piuttosto che di oblio e sofferenza.
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Tuttavia, nonostante la sceneggiatura sia scritta davvero molto bene e la caratterizzazione dei personaggi sia uno dei punti cardine di “Kaos”, a tratti pare che la serie voglia giungere in maniera troppo affrettata all’inevitabile conclusione di alcune storyline, che comunque risultano essenziali allo svolgimento della storia.
Invero, alcuni protagonisti accettano fin troppo rapidamente lo stravolgimento delle loro vite (vero Orfeo?). E tutto questo appare ancora più fuori luogo considerata la minuziosa attenzione con cui gli autori hanno sviluppato la storia. Invero, la serie targata Netflix e creata da Charlie Covell (già creatore di “The end of the F***ing World”), riesce a fondere in maniera estremamente intelligente le varie trame, senza però rinunciare alla mitologia ad esse legate.
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Così facendo, ogni personaggio subisce una forte evoluzione oltre ad avere un ruolo del tutto diverso dalla versione originale del mito. Orfeo, per esempio, viene riscritto. Diventa quindi come una delle icone rock più famose al mondo. Minosse è il presidente della moderna Grecia. E le Furie sono raffigurate come i membri di una banda di ruggenti motocicliste. Tuttavia il destino di ognuno rimane lo stesso, tornando così alle origini del mito.
Ed è proprio questo il maggior punto cardine dell’intera sceneggiatura. Kaos ha l’enorme pregio di riuscire a rielaborare la leggenda preservando il mito. Ovvero quelle storie che, secolo dopo secolo, hanno influenzato e ispirato intere generazioni di scrittori.
Di seguito il Trailer di “Kaos”.
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