La nostra opinione su “La Ferrovia Sotterranea”, il romanzo (edito da BigSur) che è valso il Premio Pulitzer a Colson Whitehead. Un’opera inoltre capace di ispirare un’omonima serie TV di grande successo.
Il 23 giugno del 1865 si concluse ufficialmente la Guerra di Secessione. Gli Stati Confederati vennero sconfitti l’entrata in vigore del XIII Emendamento, abolì la schiavitù negli Stati Uniti d’America. Un tale gesto rese liberi milioni di persone fino a quel momento sfruttate nei campi di cotone.
Tuttavia, durante la prima metà del XIX secolo, gli abolizionisti elaborarono un altro stratagemma per aiutare ogni individuo che desiderasse fuggire dallo sfruttamento. Nacque così una rete di itinerari segreti la cui funzione era quella di condurre gli schiavi in fuga attraverso il paese per far sì che giungessero sani e salvi negli “Stati Liberi”. Tale progetto prese il nome di Ferrovia Sotterranea.
Col tempo la Ferrovia Sotterranea si espanse sempre di più. Raggiunse il proprio apice verso la metà del 1800, quando raggiunse un tale livello di estensione da arrivare fino in Canada e in Messico, e in alcuni rari casi, persino oltre oceano.
Nel corso dei decenni la leggendaria crociata portata avanti dai membri della Ferrovia Sotterranea, è stata fonte di ispirazione per opere di vario genere. Ma purtroppo la maggior parte delle prove dell’esistenza di tale organizzazione sono state distrutte. Harriet Beecher Stowe, per esempio, ne fa cenno nel suo celebre romanzo “La capanna dello Zio Tom”, narrando alcuni episodi legati al periodo in cui la Ferrovia era ancora in attività.
E nel 2021, il regista e sceneggiatore Premio Oscar, Barry Jenkins ha ideato, scritto e diretto la serie TV vincitrice del Golden Globe “La Ferrovia Sotterranea”.
La serie è senza ombra di dubbio un grande successo ed è stata tratta dall’omonimo romanzo scritto nel 2016 da Colson Whitehead, opera che gli è valsa il Premio Pulitzer per la letteratura. Un angoscioso, desolante romanzo di formazione ambientato nella Georgia schiavista nella prima metà del 1800.
Tra piantagioni di cotone nel profondo Sud degli Stati Uniti pre–Guerra di Secessione e paesaggi degni dei migliori classici Western, “La Ferrovia Sotterranea” racconta la storia di Cora, una schiava discendente da due generazioni di schiavi che, grazie all’aiuto degli abolizionisti, tenterà di fuggire da una realtà tanto crudele e dallo sfruttamento, dalle umiliazioni e, soprattutto, dalla prospettiva di una morte tanto atroce quanto dolorosa. Per non parlare di un letale cacciatore di schiavi, vero e proprio antagonista del romanzo. Whitehead riesce quindi a combinare abilmente la narrativa d’autore allo stile fresco e genuino della cultura pop. Un espediente che gli permette di raccontare la drammatica storia di una donna temprata dalla brutalità delle sevizie durante i suoi anni trascorsi nei campi di cotone.
“La Ferrovia Sotterranea” difatti risulta essere un romanzo tanto inesorabile quanto godibile, capace di coinvolgere nella lettura anche i meno avvezzi al genere storico.
E se la Storia ci insegna che gli abolizionisti erano soliti comunicare per mezzo di un fine passaparola il cui codice segreto risiedeva attraverso le canzoni tramandate nei campi di cotone, Whitehead crea qualcosa di reale e tangibile. La Ferrovia Sotterranea intesa nel romanzo infatti è una vera e propria linea ferroviaria. Nascosta tra le pietre, il carbone e il ferro delle grotte, per mezzo di una serie di passaggi sotterranei che attraversavano in toto gli Stati Uniti, accompagna infine i fuggitivi verso la libertà.
In conclusione, “La Ferrovia Sotterranea” risulta essere un viaggio intenso che, raccontando le battaglie del passato, punta il dito contro le problematiche attuali legate al razzismo.
La seguente edizione è stata pubblicata da Big Sur.
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