Natale è per molti il periodo preferito dell’anno. Luci, canzoni, addobbi donano alla nostra casa e alla città un’atmosfera incantata che solo a dicembre è possibile avere. Ognuno ha la propria tradizione a Natale: c’è chi ama un Natale luminoso e perciò cosparge la propria casa e il proprio giardino di luci colorate, c’è chi non vede l’ora di costruire il presepe insieme alla propria famiglia, ma sicuramente in nessuna casa o paese può mancare l’albero di Natale, sia esso finto o un vero abete.
La tradizione dell’albero di Natale ha origini antiche, risalenti alle popolazioni del nord, ed è diffusa soprattutto tra i Paesi tedeschi. Sin dagli antichi Romani, la popolazione aveva l’abitudine di decorare le proprie case con rami di pino durante le Calende di gennaio e questa usanza, con l’avvento del Cristianesimo, si è affermata anche nella tradizione cristiana.
Ma perché proprio l’abete è diventato il simbolo del Natale e il protagonista nelle nostre case in questo periodo magico?
Secondo la leggenda, mentre la stagione invernale si avvicinava e gli alberi stavano cominciando a perdere le loro foglie, un uccellino giunse in un bosco. Il povero uccellino aveva un’ala spezzata e non sapeva dove ripararsi dal freddo e dalla neve. Il primo albero che vide fu una betulla dal manto d’argento. Così l’uccellino chiese alla betulla di ospitarlo fra le sue fronde fino alla buona stagione, ma la betulla rifiutò e lo cacciò via.
Allora l’uccellino saltellò fino all’albero vicino, una quercia dalla fitta chioma, e cinguettò:
-“Grande quercia, vuoi tenermi al riparo fino a primavera?”
La quercia adirata rispose:
-“Se fossi così ingenuo da decidere di ripararti, sicuramente finiresti per beccarmi tutte le ghiande!”.
L’uccellino, sconfortato, volò verso un grosso salice che sorgeva sulla riva del fiume, ma anche lui lo mandò via. Allora l’uccellino si trascinò fino ai piedi di un grande castagno e gli chiese di rifugiarsi in un buco del suo tronco. Il castagno, scosso da un forte soffio di vento, rispose irritato:
-“Questo vento mi sta strappando via le foglie. Sono di cattivo umore e non ho voglia di essere buono. Non ho proprio tempo di occuparmi di una creaturina piccola come te!”
L’uccellino aveva ormai perso ogni speranza, quando lo vide un abete e gli chiese:
-“Dove vai, uccellino?”
-“ Non lo so. Nessuno mi vuole ospitare e io non posso volare tanto lontano, con questa ala spezzata.”
-“ Vieni qui da me. Riparati sul ramo che più ti piace.”
-“ Grazie piccolo abete. Potrò restare qui tutto l’inverno?”
-“Certamente, mi terrai compagnia.”
La notte trascorse e il vento gelido si abbatté sul bosco. La betulla, la quercia, il salice e gli altri alberi in breve tempo si trovarono senza foglie. L’abete, invece, fu l’unico albero a conservare il proprio manto. Per il suo atto di bontà un angelo lo aveva benedetto e quel piccolo albero divenne l’unico a non perdere la sua chioma verde, nemmeno in inverno.
Un giorno, un boscaiolo passò per quella stessa foresta. L’uomo era sposato con una giovane donna che amava molto e desiderava donarle una casa sempre calda, per questo trascorreva gran parte delle sue giornate nei boschi a tagliare la legna. Quella notte, la notte di Natale, alzando lo sguardo, vide il bellissimo abete, così maestoso con tutte le sue foglie verdi. Ma la sorpresa fu ancora più grande quando si accorse che, tra i suoi rami, riusciva a scorgere le stelle e che la luce di queste si rifletteva, brillando, sulle fronde dell’albero.
Decise che doveva mostrare quello spettacolo alla moglie adorata, così portò l’abete a casa e vi accese delle piccole candele sui suoi rami. La donna rimase talmente colpita che decise che ogni anno, in occasione del Natale, avrebbe sempre avuto un abete illuminato. La tradizione si diffuse e l’abete, l’albero che resta sempre verde, fu scelto con gioia da tutte le famiglie per porvi sotto i propri doni, diventando uno dei simboli più amati del Natale.
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