Cult cinematografico degli anni ’80 e classico della letteratura romantica, “La storia fantastica” ci insegna il valore del vero amore.
Quali sono le storie d’amore più belle mai raccontate? E quali sono quelle tanto intense da riuscire a rimanere impresse nella memoria?
Qualcuno potrebbe citare gli shakespeariani Romeo e Giulietta, i due innamorati che appartenevano a due famiglie costantemente in guerra tra loro. Altri potrebbero ricordare la nobile impresa del principe Filippo, che attraversò una foresta di rovi e affrontò un drago pur di salvare la sua amata Aurora. Altri ancora, che potrebbero definirsi leggermente più moderni (o contemporanei), menzionerebbero Noah ed Allie nel film “Le pagine della nostra vita”. Ma quello che accomuna ognuna di queste vicende amorose, tanto diverse tra loro, è il messaggio che, in ultima analisi, traspare attraverso le pagine dei romanzi, e nei rispettivi adattamenti cinematografici, il vero amore trionfa su tutto, nonostante le innumerevoli difficoltà da affrontare.
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Ed è proprio su tale principio che si basa il romanzo di William Goldman, datato 1973, “La principessa sposa”, meglio noto come “La storia fantastica”, che ispirò la pellicola diretta da Rob Reiner nel 1987.
La storia narra le vicende legate a due giovani innamorati, ossia Bottondoro (Robin Wright) e Westley (Cary Elwes), il giovane e bel garzone che lavora per la famiglia dell’avvenente fanciulla. Partito per mare in cerca di fortuna, il giovane Westley troverà però la morte per mano del famigerato Pirata Roberts. E Bottondoro, distrutta dal dolore per la perdita di Westley e che ha giurato di non amare nessun altro uomo per il resto della sua vita, si trova costretta a sposare il Principe Humperdinck (Chris Sarandon), un uomo subdolo e viscido che progetta però di ucciderla per poter così scatenare una guerra contro il regno confinante.

Tuttavia, il suo piano andrà in fumo quando, durante il rapimento di Bottondoro da parte del trio di mascalzoni più simpatico di sempre, un misterioso uomo mascherato giungerà in soccorso della futura sposa.
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“La storia fantastica” è una di quelle pellicole in grado appassionare, tanto è profondo l’amore che lega i due protagonisti. Ma anche di divertire grazie alla presenza di personaggi bizzarri come Vizzini (Wallace Shaewn), Inigo Montoya (Mandy Patinkin) e Fezzik (André Roussimoff) e dei brillanti dialoghi scritti da William Goldman stesso. Una storia d’amore, di vendetta e di intrighi politici che, nonostante quella che apparentemente potrebbe sembrare la più tipica delle storie romantiche, si distacca completamente dal classico schema in cui il principe si rivela essere l’ovvio eroe che porta in salvo la sua amata. Invero, soprattutto dai Classici Disney, abbiamo imparato che alla fine della storia la donzella in difficoltà viene salvata dal prode cavaliere senza macchia e dalle nobili origini.
Tra le tipiche atmosfere dei fantasy anni ’80 si sviluppa quindi una storia d’amore che riesce a pensare fuori dai classici schemi. Invero il principe, e i suoi galoppini, vengono rappresentati come i nemici, coloro che ostacolano il compimento del vero amore. Gli eroi, al contrario, sono invece i reietti della società. Inigo Montoya, per esempio, un abile spadaccino senza dimora con il vizio dell’alcol. Oppure Fezzik, un gigante estremamente forte fisicamente, buono ma poco sveglio a livello intellettivo, rinnegato da tutti tranne che dal suo amico spadaccino. E, soprattutto, Westley. Il garzone divenuto pirata che si dimostra essere il vero eroe de “La storia fantastica”.
Difatti, nonostante le umili origini e la professione poco raccomandabile, le sue gesta sono motivate dal più nobile dei sentimenti. E se è la folle ingordigia e il desiderio di potere che induce il principe Humperdinck a compiere i suoi subdoli raggiri, è invece il vero amore che spinge Westley ad affrontare i più orribili pericoli, dai Roditori Taglia Forte alla tortura, pur di ricongiungersi con la sua amata Bottondoro.
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Così tra duelli con le spade, coreografati dal leggendario Bob Anderson (colui che aveva curato anche le coreografie con le spade laser in“Star Wars”) ed eseguiti da Mandy Patinkin e Cary Elwes, quindi senza alcun bisogno di controfigure, torture fisiche e mentali, imbrogli, raggiri e congiure, Rob Reiner dipinge una storia romantica tanto bella quanto intrisa di sofferenza.

Ovviamente, sul set come nel film, non mancarono i momenti divertenti, soprattutto grazie alla presenza scenica e all’interpretazione di Billy Crystal. Curiosità vuole che l’attore infatti, che ha dato volto e voce a Max dei Miracoli, improvvisò gran parte delle sue battute. E con i suoi modi da burlone costrinse più volte Rob Reiner a interrompere le riprese tante erano le risate che scaturiva, non solo nel regista, ma in tutti i membri della troupe e del cast.
E per quanto nel romanzo l’amore che lega Westley e Battondoro, e il supplizio che essi provano a causa della loro forzata separazione, sia molto più viscerale, la sceneggiatura di William Goldman riesce a cogliere alla perfezione l’essenza del suo racconto. Il profondo sentimento dei due protagonisti, reso ancora più intenso dall’alchimia di Robin Wright e Cary Elwes, che all’epoca (come i due protagonisti) stavano vivendo il loro idillio d’amore, si percepisce ad ogni scambio di sguardi.
Allo stesso modo, la morale dell’opera cartacea quanto della pellicola, non potrebbe essere più chiara. Quando due anime si amano davvero, come Westley e Bottondoro, ogni ostacolo può essere superato dalla forza del vero amore. E non esiste avversità che non possa essere sormontata o nemico che non possa essere sconfitto se affrontata assieme alla persona che ami dal profondo del cuore.
Di seguito il Trailer del film “La storia fantastica”.