Un cult del cinema anni ’80. Una storia d’amore epica. “La storia fantastica”, nella sua trasposizione cinematografica si è presa qualche libertà dal romanzo da cui è tratta. Scopriamo quale.
Nato ad Highland Park (Illinois), William Goldman è stato uno dei più grandi sceneggiatori in attività tra il XX e il XXI secolo. Invero, in più di cinquant’anni di onorata carriera, Goldman è stato l’autore dello screenplay di pellicole di pregevole fattura come “Papillon”, “Il maratoneta” e “Misery non deve morire” (per citarne alcune). Ma, soprattutto, ha scritto le sceneggiature di “Butch Cassidy” e “Tutti gli uomini del presidente”, che gli valsero rispettivamente l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale (nel 1970) e non originale (1977).

Eppure, nonostante la lunga e prolifica carriera da sceneggiatore, l’opera più importante e intima di Goldman altro non è che un romanzo dal titolo “La principessa sposa”, che l’autore scrisse in onore delle sue due figlie. La trama racconta le gesta di Bottondoro, una bellissima lattaia figlia di due contadini, e del suo stalliere, l’affascinante Westley. La storia quindi gira attorno al loro grande amore. Un sentimento tanto profondo da affrontare innumerevoli pericoli e ostacoli, tra cui la follia del Principe Humperdinck, il promesso sposo dell’avvenente donzella.
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Meglio conosciuto come “La storia fantastica”, grazie alla sua intrigante narrazione che fonde il fantasy con il genere sentimentale, in breve tempo il romanzo divenne un classico della letteratura romantica. Invero, grazie ad una trama talmente ben articolata e approfondita, la storia è riuscita a cogliere l’attenzione di alcuni tra i migliori registi in circolazione all’epoca.
Tuttavia Goldman era talmente affezionato al suo libro che si dimostrò piuttosto riluttante alla sola idea di affidare a qualcun altro il compito di dirigerne un adattamento cinematografico. Così tanto da riacquistarne i diritti dopo averli già venduti ad una casa di produzione. Goldman fu quindi molto protettivo con la sua opera. Fino a quando Rob Reiner, che aveva dichiarato più volte il suo grande amore per “La principessa sposa”, riuscì a convincerlo a concedergli l’onore di dirigerne la trasposizione.
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Nonostante ciò, Goldman fu categorico per quanto riguardava la sceneggiatura. Nonostante l’insistenza del regista newyorkese, decise che nessun altro se non lui stesso avrebbe lavorato allo screenplay. A malincuore, Rob Reiner accettò le condizioni poste dallo scrittore, e così nacque ufficialmente il progetto de “La storia fantastica”, e a ragion veduta aggiungerei. Invero, la sceneggiatura riesce a ripercorrere fedelmente le avventure descritte nel romanzo, anche se l’autore ha dovuto fare alcuni tagli necessari, volti a comprimere la storia in una pellicola che supera di poco la durata di un’ora e mezzo. E, naturalmente, trattandosi di due media diversi, “La storia fantastica” presenta qualche piccola ma significante differenza da “La principessa sposa”. (qui la recensione del film “La storia fantastica”).

Prima di proseguire e illustrarvi alcune di tali differenze è obbligo avvertire i lettori che da questo momento ci saranno degli importanti SPOILER sulla trama sia del libro che del film. (acquista qui il romanzo “La principessa sposa”).
1 – Il bambino, il nonno e lo sceneggiatore
Vi ricordate come comincia la pellicola di Rob Reiner? Il piccolo Jimmy, costretto a stare a letto a causa di una brutta influenza, trascorre le ore giocando ai videogames, fino a quando suo nonno non giunge a trovarlo. E così il nonno, affezionato al nipote, comincia a leggere la storia di Bottondoro e Westley. Così inizia il racconto de “La storia fantastica”. Tuttavia, nell’opera originale le cose sono leggermente diverse.
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A leggere la storia infatti non è il nonno, che nel film è impersonato da Peter Falk, bensì uno sceneggiatore. Presentato come l’alter ego di Goldman stesso, allo sceneggiatore era stato letto “La principessa sposa” dal padre quando era bambino, e gli era piaciuto talmente tanto che, una volta adulto aveva deciso di regalarne una copia al figlio. Rileggendo il romanzo però si rende conto che il padre aveva saltato molti passaggi considerati troppo prolissi e inutili ai fini della trama. Lo sceneggiatore decide quindi di riscrivere il libro estromettendo i passaggi saltati dal padre.
2 – Lo Zoo della Morte
Dopo aver salvato la sua amata Bottondoro dalle grinfie di Vizzini e aver attraversato le Paludi di Fuoco, dimora di innumerevoli pericoli, tra cui i Roditori Taglia Forte, Westley è costretto ad arrendersi al Principe Humperdinck e al Conte Rugen. In seguito alla sua cattura viene condotto in un laboratorio segreto dove è costretto a subire dolorose torture per giorni e giorni, fino a quando non perisce a causa della brutalità del supplizio.

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Ebbene, quel lugubre luogo prende il nome di Zoo della Morte. E, oltre ad essere il laboratorio personale del sadico Conte, è il territorio di caccia del viscido Principe Humperdinck. Invero, lo Zoo della Morte è stato progettato e costruito dallo stesso erede al trono di Florin ed ospita gli animali più letali del mondo.
3 – Il finale aperto
Nel film Westley riesce infine a sconfiggere il Principe Humperdinck e riconquistare la sua amata Bottondoro. Inigo Montya riesce finalmente a vendicare la morte del padre e Fezzik raduna i migliori destrieri del regno per fuggire verso il lieto fine. E tutti vissero felici e contenti… Peccato che nel libro sappiamo che i nostri eroi avranno un finale lieto solamente perché lo sceneggiatore afferma che sarà così. Ma in realtà l’epilogo rimane molto aperto.
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Senza scendere nei particolari per non rovinare il finale a nessuno, lo sceneggiatore decide di riscrivere la storia de “La principessa sposa” non tanto per il lieto fine, bensì per dare un importante insegnamento ai suoi lettori. Invero, l’alter ego di Goldman afferma di voler trasmettere il messaggio che la vita purtroppo è ingiusta e l’unico vantaggio di viverla è che è comunque più decente della morte.
Ma se proprio ci tenete a saperlo…
… Mentre Westley, Bottondoro, Inigo Montoya e Fezzik sono in fuga dal regno di Florin, con il Principe Humperdinck alle calcagna, i quattro si trovano in una situazione piuttosto disperata. Westley infatti ha un malore dovuto alla tortura subita durante la prigionia nello Zoo della Morte, la ferita che Inigo si è procurato durante lo scontro con il Conte si riapre e il cavallo di Fezzik si azzoppa, mentre la nave del Pirata Roberts li attende sulla costa. Ma riusciranno i nostri eroi a raggiungerla e salvarsi dalla furia di Humperdinck? Ci sarà dunque un lieto fine?