Creata dalla penna di Elena Ferrante, l’ultima stagione de “L’amica geniale” si conferma essere tra le migliori serie italiane di sempre. O forse, lo è già.
L’attesa è finalmente finita. Lila e Lenù, anche se con nuovi volti, sono tornate e sono pronte a riportarci in quel Rione che tanto abbiamo detestato e amato durante le scorse stagioni. Forte dell’ennesimo cambio generazionale, “L’amica geniale 4” ricomincia esattamente da dove eravamo rimasti. Ossia dalla fuga d’amore di Lenù e Nino Sarratore, mostrandoci le conseguenze della loro scelta di abbandonare le proprie famiglie per vivere l’idillio che (ammettiamolo), molti di noi attendevamo di vedere da un pezzo.
Ma poi la stagione fa un bel passo avanti, accompagnandoci in quelle che sono le nuove vite dei nostri protagonisti. Elena (Alba Rohrwacher) è ormai una scrittrice di successo e la sua relazione con Nino (Fabrizio Gifuni) è più consolidata che mai. O forse, almeno in apparenza. Lila (Irene Maiorino) intanto, che non ha mai lasciato il Rione, ha aperto una propria azienda assieme a Enzo (Pio Stellaccio), detronizzando i Solara e divenendo la regina indiscussa del quartiere. L’unico che sembra intenzionato a non accettare la sconfitta è Marcello (Lino Musella), che invece controlla la maggior parte dei traffici illegali del Rione.
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Il prologo si chiude, la regia stacca e, accompagnata dall’inconfondibile “Whisper” di Max Richter, inizia l’iconica sigla de “L’amica geniale 4”. Qui vediamo presentati, grazie ad un ottimo uso del montaggio, i nuovi interpreti. Inevitabile il cambiamento, considerato il passo in avanti della serie e la nascita e la crescita di molti personaggi.
Nonostante il cambio di regia, che da Daniele Luchetti è passata a Laura Bispuri, fin dalla prima inquadratura si respira l’aria di quelle atmosfere tipiche de “L’amica geniale”. La regista classe 1977 infatti, così come i suoi illustri precedenti colleghi, riesce a dar volto e movimento alle parole scritte da Elena Ferrante. Parole e immagini che trasudano tanta verità proprio perché si suppone che l’autrice abbia realmente vissuto tale verità. Così nasce la quarta stagione de “L’amica geniale”, una serie in grado di osservare un’Italia segnata dalla miseria e dalla criminalità. Ma soprattutto di commuovere, di intrattenere ma anche di far riflettere su quale sia la realtà della storia italiana e dei suoi sobborghi.
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Ed anche se in taluni frangenti la trama accelera notevolmente, offrendo risoluzioni forse troppo sbrigative (probabilmente le puntate finali avrebbero avuto bisogno di un po’ più di respiro), soprattutto per una serie che è sempre stata minuziosamente attenta anche ai più piccoli dettagli, la sceneggiatura riesce a creare quel senso di empatia con i personaggi tanto forte da percepire le loro gioie e le loro angosce. Merito anche delle profonde interpretazioni dei nuovi protagonisti, su cui spicca l’espressività e l’immenso talento di Irene Maiorino che ha saputo cogliere il dolore di Lila e mostrare quelle fragilità che in gioventù aveva sapientemente saputo celare. E non dimentichiamoci l’intensità di Alba Rohrwacher, la nostra Lenù adulta, narratrice degli eventi della serie.
Eppure, nonostante i salti temporali e il continuo cambio di cast, ricordiamoci che si tratta pur sempre di un adattamento dei celebri romanzi della Ferrante. Ergo, qualche mancanza a livello narrativo, purtroppo, è ovvia.
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Ma sono la sceneggiatura e la bravura dei suoi interpreti, due dei punti di forza della serie. Invero, puntata dopo puntata, ogni personaggio subisce una forte evoluzione, che sia positiva o negativa, e prende coscienza di sé, del proprio ruolo e delle proprie potenzialità. In particolare, alcuni dialoghi risultano tanto intensi da sottolineare la grande sensibilità e maturità sia degli interpreti che dei personaggi stessi. E fanno sì che quel cambio generazionale (sottolineato più volte soprattutto dal volto di Fabrizio Gifuni, il fin troppo maturo Nino Sarratore, ma bravissimo nel ruolo) risulti fin troppo evidente ma necessario. Renato De Simone, per esempio, ha dato volto e anima ad un intenso e sensibile Alfonso. E come non menzionare l’incredibile interpretazione di Anna Rita Vitolo, l’indimenticabile Immacolata, madre di Lenù?
E in questa Italia raccontata attraverso le parole di Elena Ferrante, flagellata dalla criminalità, analfabetizzazione, dalla povertà, ideali politici, la colonna portante della quarta stagione de “L’amica geniale”, sono Alba Rohrwacher e Irene Maiorino. Due donne tanto diverse ma unite dalla lealtà, dalla vita e dalla fanciullezza. Donne forti, poi fragili, narratrici di una storia così forte ma difficile da raccontare. Protagoniste di un’amicizia che ha saputo varcare le soglie della povertà, dell’istruzione, e infine della disperazione. Entrambe, ricorderemo sempre Lila e Lenù, capaci di riuscire a portare sulle proprie spalle il peso di uno dei più grandi successi italiani degli ultimi anni.
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