“Le Streghe”. Una lettura non ordinaria. Ispirata al romanzo di Roald Dahl, è stata pubblicata da Salani Editore e adattata e illustrata da Pénélope Bagieu.
Chi ha paura delle streghe? Questo era il titolo del film anni ’90 ispirato al romanzo di Roald Dahl, intitolato “Le Streghe”, o per meglio dire “The Witches” facente parte della narrativa per ragazzini. Un film, che molti di voi ricorderanno, con protagonista la strega per eccellenza, Anjelica Houston, regina di molti traumi infantili e adolescenziali a causa della famosa “svestizione”, in cui per una riunione generale delle streghe d’Inghilterra, si toglie letteralmente la maschera, mostrando un naso adunco… e molte altre cose terrificanti.
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Un film rimasto nel cuore di molti, compresa la sottoscritta. E al di là dell’aspetto mostruoso della strega suprema (interpretata appunto da una straordinaria Anjelica Houston), il film, come la graphic novel di cui sto per parlarvi, si concentra su un concetto molto semplice: mai e poi mai dare confidenza agli sconosciuti. E, aggiungerei, mai accettare niente dagli sconosciuti. Neanche una barretta di cioccolata, per quanto possa essere buona all’apparenza.
La morale, quindi, si basa sul concetto vecchio quanto il mondo stesso, ma spiegato, direi in maniera molto efficace. Al di là delle molteplici cappuccetto rosso che danno confidenza al lupo cattivo, e quindi al male, che qui è impersonato dalla figura della strega. E il messaggio che Roald Dahl vuole trasmettere arriva dritto dritto al cuore di chi legge.
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“Le Streghe”, è quindi la storia di questo ragazzino di 8 anni, chiamato con i nomignoli più disparati da sua nonna (cricetino, trottolino), che si scoprirà essere una vecchia cacciatrice di streghe (anche se chi ha letto il romanzo e chi ha visto il film già lo sa), in lutto a causa dell’improvvisa dipartita dei suoi genitori.
Sua nonna, chiamata semplicemente “Nonna”, è una singolare vecchietta di circa ottant’anni (la adorerete), fumatrice accanita e appassionata di gioco d’azzardo che racconterà al nipote tutto ma proprio tutto sulle streghe. E le streghe che popolano la terra di Roald Dahl non hanno cappelli a punta e non cavalcano scope. Mimetizzatesi come donne dall’aspetto ordinario hanno, invece, un aspetto insolito.
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Indossano guanti per nascondere artigli e dita grinzose, parrucche per nascondere la calvizie. E molto, molto altro ancora. Grazie ai numerosi avvertimenti e ai racconti di gioventù della cara nonnina, il caro trottolino della nonna, si troverà quindi preparato a riconoscere una strega. Ma impreparato ad affrontarne più di una.
Da qui vi preparerete a leggere un’avventura straordinaria, incredibilmente scorrevole, differente dal film in molti aspetti, e molto, molto intrigante. “Le Streghe”, adattata e illustrata da Pénélope Bagieu, è stata pubblicata dalla casa editrice Salani Editore in cartonato da 304 pagine. Un’edizione bellissima aggiungerei, piena di colori e con un fine umorismo che ve la faranno amare.
Un umorismo che parte dall’intraprendente nonnina e continua con l’amichetta del caro trottolino della nonna. Colori che variano dall’oscurità della sala conferenze, futura sede provvisoria che fungerà da ritrovo per le streghe, alla spiegazione di chi sono le streghe. Dal terrore del caro trottolino della nonna nel trovarsi di fronte una reale strega allo stesso terrore, ma illustrato in maniera diversa, nel ritrovarsi in una cucina con mille pericoli.
Sono quindi le emozioni che fanno di “Le Streghe” una lettura difficile da dimenticare. I disegni trovano un’estetica semplice, ma allo stesso tempo arricchiscono con originalità momenti in cui l’espressività regna sovrana. Ricordiamo le innumerevoli espressioni del il caro trottolino della nonna. La paura è esternata. Si sente in maniera tangibile. La cattiveria della strega suprema di percepisce su ogni tavola. E, cosa molto importante, ogni dubbio viene svelato. E anche se ho trovato un po’ debole la parte finale, “Le Streghe” è una letture essenziale. Perché il male, per quanto, purtroppo, si trovi molto spesso sulla strada che percorriamo, deve essere combattuto, o perlomeno, sapere che esiste.
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