“George era un regista indipendente estremamente fiero del fatto di aver pochi legami con Hollywood.” (Steven Spielberg – dal documentario “L’impero dei Sogni”)

Gli anni ‘60 e ‘70 furono un ventennio di grandi tumulti per gli Stati Uniti, diretta conseguenza della Guerra in Vietnam che ormai imperversava da quasi vent’anni. Anche l’industria cinematografica subì le ripercussioni di tali clamori. Molti colossi di Hollywood, come la Warner e la 20th Century Fox, per evitare il definitivo crollo, furono costretti a vendere la proprietà degli studios a delle società esterne. I grandi e i piccoli schermi vennero invasi da pellicole colme di nichilismo, che riflettevano tutti gli sconvolgimenti sociali e politici che l’America stava affrontando. Gli eroi puri, vecchio stampo, si vedevano sempre più raramente, sostituiti da protagonisti caparbi che infrangevano ogni regola.
Ad Hollywood serviva una ventata di aria fresca, film che alleggerissero le atmosfere e storie che cogliessero l’attenzione del pubblico più giovane, sempre più interessato al cinema.

Pertanto le nuove società che controllavano Hollywood iniziarono a reclutare nei college gli studenti più promettenti dei corsi di cinema. Così nacque la generazione dei “The Movie Brats” (letteralmente “I marmocchi del film”). I principali interpreti di questo nuovo movimento cinematografico erano dei giovani e talentuosi registi: Brian DePalma; Martin Scorsese; Francis Ford Coppola; Steven Spielberg; e George Lucas.
“In questo caos, molti registi realizzarono dei progetti che non avrebbero altrimenti realizzato, e io mi ci ritrovai nel mezzo.” (George Lucas – dal documentario “L’impero dei Sogni”)
Insieme ad esimi colleghi come Stanley Kubrick e Woody Allen, questi nuovi cineasti diedero nuova linfa vitale all’industria cinematografica. Ognuno di loro portò innovazione e inventiva. Girarono film di ogni genere, guidando il cinema in una nuova era, un nuovo livello qualitativo su cui le generazioni future presero ispirazione. In particolare, Lucas aveva in mente un progetto chiamato “Star Wars”, che avrebbe definitivamente cambiato i canoni della fantascienza, che negli anni ‘70 verteva principalmente verso storie post–apocalittiche.

L’idea del regista di “American Graffiti” era quella di dar vita ad una fiaba galattica, ambientata in “una galassia lontana lontana”, che mescolasse mito, religione e fantasia. Lo scopo era reinventare un intero genere seguendo però gli archetipi delle storie classiche. Difatti, “Star Wars” racconta le gesta di un eroe (Luke Skywalker), che si troverà coinvolto in una guerra astrale. Dovrà inoltre aiutare una “damigella in difficoltà” (la Principessa Leia Organa) e la sua Alleanza Ribelle a salvare l’universo da un malvagio dittatore (Darth Vader) e dalla minaccia del suo Impero. Luke troverà dei preziosi alleati in un vecchio saggio (Obi–Wan Kenobi) e in un singolare pilota arrogante e sicuro di sé più interessato al proprio torna conto che al bene comune (Han Solo).
George Lucas produsse indipendentemente la sua opera galattica, attraverso la casa di produzione “Lucas Film” da lui stesso fondata nel 1971, appoggiandosi per la distribuzione alla 20th Century Fox.

Per oltre quarant’anni la “Lucas Film” è rimasta una casa indipendente, produttrice delle saghe di “Star Wars” e di “Indiana Jones”. Ma dal 2012 la “Lucas Film” è stata inglobata dal colosso della Walt Disney Studios. All’interno della sua piattaforma streaming Disney+, ha inserito tutti i contenuti derivanti da “Guerre Stellari”: la trilogia originale, “The Mandalorian”, da cui è stato tratto una docu-serie sulla realizzazione. E le serie animate “The Clone Wars” e “The Bad Batch” . Tra i prodotti derivati da “Star Wars” uno dei più interessanti è il documentario “L’impero dei sogni”, dedicato alla realizzazione della trilogia che tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80 rivoluzionò il genere “fantaspaziale”: “Guerre stellari”, successivamente rinominato “Una nuova speranza” (1977). “L’impero colpisce ancora” e “Il ritorno dello Jedi” (1983).

“L’impero dei sogni”, nella versione originale e non tagliata, ha una durata di due ore e mezzo circa e ripercorre, in ordine cronologico, tutto il cammino della saga stellare più famosa di sempre. Il documentario ha inizio con le origini della carriera di George Lucas, dagli studi universitari fino alla complicata realizzazione della Trilogia Originale. Attraverso le interviste agli attori e ai membri dello staff, “L’impero dei sogni” esamina ogni aspetto riservato alla psicologia dei personaggi principali e la loro parte grafica, la scelta del cast, la componente sociologica delle pellicole e l’impatto che hanno avuto sulla fantascienza e sulla storia cinema (senza tralasciare gli aspetti tecnici come la creazione delle navicelle, gli effetti speciali e il montaggio), riservando uno spazio interessante, alla stesura della prima sceneggiatura scritta da George Lucas.