Il titolo della mini serie, “Little Fires Everywhere” non lascia presagire nulla di buono. Infatti ci ritroviamo nella vita drammatica di Elena Richardson, interpretata da Reese Witherspoon, giornalista e madre di ben quattro figli. Ella vive nella sua lussuosa villa lasciatale in eredità dai genitori. La protagonista si ritrova molto giovane incinta del 4° figlio che la costringe a rinunciare nuovamente al suo lavoro. Questo sacrificio la porterà ad odiare la sua ultima figlia Izzy Richardson (Megan Stott) con conseguenze non molto piacevoli.
Come se non bastasse la sua vita si incrocia con quella della co-protagonista Mia Warren (Kerry Washington), una talentuosa artista che lavora part-time come cameriera, ma che si ritroverà presto in casa di Elena come sua domestica. Tra le due il rapporto non è mai idillico. Tant’è che la stessa Elena usa le sue fonti per indagare sulla vita passata di Mia scoprendo segreti scottanti che porteranno le due a scontri non indifferenti. E se pensate che i guai di Elena dipendano solo dall’intrusione di Mia e di sua figlia Pearl Warren, interpretata dalla stupenda Lexi Underwood, vi sbagliate di grosso. I problemi della moglie dell’avvocato Bill Richardson, il cui interprete Joshua Jackson risveglia in noi adolescenti degli anni ’90 incredibili emozioni, risiedono ben più nel profondo. Essi infatti, riguardano soprattutto una persona del passato della donna.
Inoltre, sarà proprio il suo passato ad influenzare Mia nelle sue scelte. Infatti ella si invischia negli affari della migliore amica di Elena creandole non pochi guai. Come se non bastasse, l’artista è ammirata e molto stimata da Izzy, per lei rappresenta la madre che non ha mai avuto, e questo fa crescere l’odio provato di Elena nei confronti di Mia, ma anche nei confronti della sua stessa figlia.
E qui tocchiamo un argomento a noi tutti molto caro. Ovvero la paura di molti adolescenti di confessare ai propri genitori la propria omosessualità e purtroppo molto spesso si ritrovano molto più a loro agio a confidarsi con estranei, esacerbando ancora di più i rapporti con la propria famiglia. Questo è uno dei tanti temi di attualità che viene toccato in questa splendida mini serie.
“Little Fires Everywhere” non rappresenta solo la volontà espressa dalle madri di avere figli perfetti e che riescano laddove esse hanno fallito, ma anche l’accettazione dei propri fallimenti, dell’essere etichettato come “diverso”, dell’essere consapevole dei propri limiti, ma soprattutto dell’essere consapevoli che nasciamo liberi e che possiamo, indipendentemente dai nostri genitori, essere perfetti a modo nostro e fare delle scelte che ci rendano felici.
La fine però, di “Little Fires Everywhere” mette in rilievo quanto possa essere difficile tutto ciò e quali conseguenze catastrofiche possano avere i mancanti confronti genitore-figlio. Se siete curiosi di sapere il perché del titolo vi consiglio di guardarla dalla prima all’ultima puntata. Io l’ho fatto e ne ho apprezzato il tema di vita comune e il cast di attori. In conclusione, Reese Witherspoon si conferma all’altezza della situazione, sublime nella sua interpretazione. E se l’avete già vista spero che possiate confermare quanto scritto.
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