Madonna Louise Veronica Ciccone, nacque il 16 agosto 1958 a Bay City, nel Michigan. Ancora piccolissima, perse sua madre e Il padre, Tony Ciccone, si trovò costretto ad allevare cinque figli da solo. Trasferitesi a Rochester, città del Michigan, desiderosa di diventare una ballerina, Madonna entrò nella scuola di danza classica della città. L’insegnante, Christopher Flynn, la prese subito a cuore, tanto da insegnarle davvero molto sul mondo dell’arte e dalla vita al dì fuori di Rochester. Madonna capì ben presto che la vita da ragazza di provincia non era adatta ad uno spirito libero come lei.
Così, col tempo, Christopher Flynn divenne il suo mentore. Anni dopo, quando ormai Madonna era diventata quasi una donna, Flynn divenne insegnante di danza alla Michigan University, e convinse la giovane ad iscriversi al corso. Ed è qui che la ragazza conobbe Peter Kentes, un giovane ballerino che diventò molto amico della futura pop star. Ma l’insoddisfazione di restare ancorata a Rochester cresceva, quasi quanto il desiderio di scappare e desiderare una nuova vita a New York City.
Così un giorno, Peter Kentes assieme a Christopher Flynn, accompagnarono la giovane all’aeroporto, con direzione New York. Madonna aveva diciannove anni, e un gran desiderio di diventare qualcuno. E avrebbe fatto di tutto pur di riuscirci. Difatti, a causa di alcuni dissapori con il padre che non approvava i desideri di sua figlia, Madonna, il cui nome derivava da quello di sua madre, nel 1977, dal Michigan scappò di casa per tentare fortuna a New York. Desiderando una carriera nel mondo dell’arte.
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Appena arrivata nella grande mela, che niente aveva a che vedere con Rochester, iniziò un corso di danza classica da Pearl Lang e altri noti insegnanti del settore. Era determinata più che mai a diventare una ballerina professionista. Ma, ovviamente, le difficoltà erano molte. Tant’è che la svolta che voleva dare alla sua vita, stentava ad arrivare. Mangiava a malapena e per mantenersi, lavorava come cameriera e donna delle pulizie. Per guadagnare qualche soldo posò senza veli per alcuni corsi di fotografia. Anche se, proprio grazie a quegli scatti, iniziò a sentirsi a proprio agio con il proprio corpo, protagonista in un futuro non molto lontano, di numerose provocazioni derivate dalle sue canzoni e, soprattutto, dai suoi videoclip.
Ad una festa, Madonna conobbe il musicista Dan Gilroy che, assieme a suo fratello Ed Gilroy, si esibivano con lo pseudonimo Bil e Gil. Il tempo trascorso assieme a Dan fu prezioso per Madonna, tanto che il fidanzamento con il ragazzo diede i suoi frutti. Suonare la batteria per lei si rivelò essere abbastanza facile, tenendo anche presenti i numerosi esercizi sul tempo derivati dalla danza classica che faceva da quando era piccola. Anche gli esercizi con la chitarra che il ragazzo le impartiva giorno dopo giorno servirono alla giovane per sognare sempre più un futuro nel mondo della musica.
A vent’anni venne notata dal francese Patrick Hernandez, all’epoca in testa alle classifiche grazie al singolo “Born to Be Alive”. In cerca d coristi, Hernandez offrì un provino a Madonna che all’epoca era desiderosa di diventare una ballerina. La ragazza, impaziente più che mai di diventare famosa, acconsentì, anche se il canto non era esattamente tra le sue priorità. Anzi, per la precisione, dopo aver accennato alcuni passi di danza, in un primo momento si rifiutò di cantare quando le venne chiesto di farlo. Anche se, grazie alle numerose insistenze, alla fine cedette e cantò. Il brano era “Jingle Bells”. Soddisfatto dell’esibisione, Hernandez portò con sé Madonna a Parigi, intenzionato a farla diventare una stella. Ma Madonna, abituata alla vita pazza e mondana americana, si annoiava e così tornò di corsa a New York.
Ma l’esperienza francese che tanto fece scappare la ragazza da Parigi, l’aiutò a riflettere e a capire che se davvero il suo desiderio era diventare un’artista, avrebbe dovuto anche cantare.
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I sogni per la giovane Madonna erano il suo pane quotidiano. Talmente tanto che, intenzionata più che mai ad emergere, era disposta a tutto. Nel settembre del 1979 Madonna recitò in un film talmente mediocre che non uscì immediatamente nelle sale cinematografiche. Era un film talmente a basso budget che il suo compenso ammontava a 100 $. Il film si intitolava “L’oggetto del desiderio”, e ai tempi del successo di “Like a Virgin”, nel 1985, suo secondo Album, cercò di evitarne l’uscita. Il film fu il primo di una serie di flop cinematografici per la cantante.
Con il tempo, i sogni si fecero davvero sempre più grandi e assieme ai due fratelli Dan ed Ed Gilroy, voce e chitarra e ad Angie Smit (conosciuta sul set del film “L’oggetto del desiderio), al basso, divennero i “Breakfast Club”, la prima band di cui fece parte Madonna. Ma Angie Smit ebbe vita breve nel gruppo perché iniziarono ad emergere dissapori e gelosie.
A questo punto i “Breakfast Club” iniziarono ad avere un urgente bisogno di musicisti. Un amico di infanzia dei Gilroy, Gary Burke e Mike Monahan, che già in passato avevano fatto parte di un gruppo assieme ai due fratelli, entrarono nella band.
Durante alcune esibizioni con i “Breakfast Club”, Madonna, che già era in grado di tenere un buon ritmo con la batteria, era decisa più che mai ad addentrarsi sempre più in profondità nel mondo della musica. Così iniziò a crearsi il proprio spazio per esibirsi anche come cantante.
Talmente era soddisfatta da un primo ascolto della sua voce, iniziò anche a scrivere canzoni.
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Una sera come tante altre, però cambiò qualcosa. I “Breakfast Club” si esibirono in un locale di Manhattan e Madonna, una volta preso il microfono in mano, fece impazzire letteralmente il pubblico. La giovane e ambiziosa futura leggenda della musica quella sera stessa si rese conto che la sua presenza scenica, oltre che i pezzi che scriveva con tanto impegno, significavano qualcosa. Suscitavano un forte impatto con il pubblico. Aveva scritto solo due canzoni con i “Breakfast Club”, ma il desiderio di sfondare, di dimostrare che tutti gli sforzi che aveva fatto fino ad allora non erano stati vani, era più forte di tutto. Anche della band. E del fidanzato Dan Gilroy.
Così, a mente lucida, quando chiese ai membri dei “Breakfast Club” cosa pensassero se lei potesse diventare la cantante ufficiale, la loro risposta fu un sonoro No. I ragazzi, infatti, compreso Dan Gilroy non erano della stessa opinione. Ad ognuno di loro, infatti, non andava proprio a genio di passare in secondo piano e diventare così “solo” un gruppo di musicisti che strimpellavano intorno ad un bel faccino. La loro era una band in cui ogni membro poteva avere il giusto spazio per poter cantare. Ma Mike e Gary (gli altri due membri della band assieme ai fratelli Dan ed Ed), appoggiarono la decisione presa da Madonna e i “Breakfast Club”, si sciolsero.
Non era stato facile prendere quella decisione, specialmente perché per Madonna e Dan significava lasciarsi.
I tre, Mike, Gary e Madonna si staccarono definitivamente dai “Breakfast Club” per riuscire a mettere in piedi una band tutta loro. Così, arrivati al “Music Building”, vicino a Times Square, la più grande struttura per prove musicali a Manhattan, i “Madonna in the Sky”, erano la nuova band con a capo Madonna che fungeva da cantante principale e quindi da leader. Ma i dissapori all’interno del gruppo non faticarono ad arrivare. E Mike, il batterista, abbandonò e Stephen Bray, un giovane batterista che Madonna aveva conosciuto nel Michigan, partì per New York ed entrò nella band. Il gruppo bambiò nome e divennero gli “Emmy”. Le cose non andavano molto bene e Il “Music Building” era diventata, oltre che una stanza per provare con la band, anche la casa della band di Madonna. Qui conobbero il quarto e definitivo membro degli Emmy. Brian Symms alla chitarra.
Consegnata una demo con le loro canzoni alla manager Camille Barbone, dopo qualche mese di attesa, nel 1981 la donna si convinse a dare un’opportunità ai ragazzi e andò a vederli esibire al “Max’s” di Kansas City. Fu una serata straordinaria dove Madonna ebbe il totale dominio del palco e una forte sintonia con la band. Camille Barbone rimase sbalordita, da così tanta bravura. Ma non dal resto della band. Bensì dalla Leader del gruppo. Quella stessa sera Camille si offrì di fare da manager a Madonna.
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Quello stesso anno Madonna firmò con Camille per la sua società di produzione, e grazie ai suoi contatti in giro per New York, iniziò a far esibire Madonna per night club della grande mela e a Long Island, dove la giovane artista cantava le sue canzoni. “Love on the run”, “Get up” erano alcuni dei titoli che la giovane cantante in erba proponeva ai nottambuli di New York. Con il tempo, però, i rapporti con Camille Barbone si fecero sempre più difficili. Così tanto che Madonna non voleva più che le facesse da manager. Tornata nei panni che aveva ai tempi del “Music Building”, chiese l’aiuto di Stephen Bray per incidere una demo con quattro tracce dance, una delle quali era “Everybody”. Madonna portò la Demo in tutti in dance club di New York, nutrendo la speranza che un dj la suonasse e che qualcuno si interessasse alla sua musica.
Alla Danceteria, un club di musica dance, un dj che aveva contatti con la casa discografica Sire Records, fece conoscere Madonna al suo presidente: Seymour Stein. Questi, letteralmente affascinato, la scritturò e nell’ottobre del 1982 uscì il primo singolo di Madonna, “Everybody”. La canzone raggiunse il terzo posto nella classifica Billboard dance/disco top 80. Grazie all’enorme successo ottenuto la Sire Records diede l’opportunità a Madonna di pubblicare un secondo singolo, “Burning Up”, presente anch’esso in quel famoso Demo.
Le esibizioni di Madonna, tra cui anche alla Danceteria, erano sempre più frequenti e il successo non faticò ad arrivare. Il 27 Luglio 1983, con il titolo “Madonna”, venne pubblicato il primo album in studio di Madonna Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna.