“Vento dall’Est, la nebbia è là. Qualcosa di strano fra poco accadrà. Troppo difficile capire cos’è. Ma penso che un’ospite arrivi per me.” (Cit. Bert in “Mary Poppins”)
Siamo a Londra nei primi anni del 1900. Bert, un giovane artista di strada, sta eseguendo il suo numero di fronte ad un piccolo gruppo di persone, quando d’un tratto si rende conto che il vento sta cambiando, si ferma e ascolta…
…poi rivolgendosi verso noi che guardiamo, come un narratore, ci invita nel Viale dei Ciliegi, dove tutto avrà inizio. Bert ci trascina in un’atmosfera magica, quasi fiabesca, in uno scenario degno di un teatro di Broadway.
La favola inizia cosi…
Mary Poppins (Julie Andrews) è una tata con la magica capacità di comprendere i sogni dei piccoli Banks, riuscendo a trasportarli in un mondo di fantasia, mostrando loro le cose da un’altra prospettiva. La sua magia farà “saltare” Jane e Michael in un dipinto dove i cavalli “si staccano” dalle giostre e i pinguini servono da bere ballando. Ma lo scopo principale dell’ingegnosa bambinaia non è certamente solo questo. Mary Poppins infatti, giunge al 17 del Viale dei Ciliegi non soltanto per risollevare il morale di Jane e Michael, bensì per far comprendere a George Banks, capofamiglia severo e assente nella vita dei ragazzi, cosa vuol dire essere un padre amorevole e presente.
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George Banks, ha un impiego di rilievo in banca, così come suo padre e suo nonno prima di lui, sposato con Winifred, suffragetta attivista (appartenente al movimento di emancipazione femminile), e proprietario di una casa nel cuore di Londra, appartenente alla borghesia del 1900, pretende la stessa educazione tipica dei Banks: rigore, disciplina, puntualità.
Anche se Jane e Michael sono solo dei bambini vorrebbe che dessero la giusta importanza al denaro e alla responsabilità.
All’inizio del film, come ogni giorno, il Signor Banks torna a casa esattamente alle 18.00 in punto. Aspettandosi che i suoi figli alle 18.03 corrano ad accoglierlo, non trovandoli in casa, egli si stupisce molto.
Allarmato dalla loro assenza, chiama subito la polizia per rintracciarli; anche se pochi istanti più tardi varcheranno la soglia di casa, accompagnati dal poliziotto del parco. Sani e salvi, si confesseranno “colpevoli” di aver abbandonato la mano della tata; che nel frattempo si è licenziata; per rincorrere l’aquilone da loro stessi costruito. I due bambini, bisognosi di trascorrere del tempo con il padre, cercano di cogliere la sua attenzione invitandolo a riparare l’aquilone con loro.
Il vento è cambiato e Mary Poppins han trovato…
Invece di cogliere il bisogno dei propri figli nell’avere accanto il loro padre, George Banks pensa a cose più pratiche: trovare una nuova tata. Nel tentativo di aiutarlo, Jane e Michael scrivono un loro personale annuncio per avere una bambinaia “che sia buona e sia paziente, sempre allegra e divertente. Non dovrà gridar, ma solo giocar. Solo compiti leggeri e niente purghe né clisteri.”
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Ritenendole solo sciocchezze, strappa il simpatico annuncio e lo butta nel caminetto spento. Tale gesto non impedisce al vento dell’est di far arrivare la lettera a Mary Poppins, che puntualmente si presenta la mattina dopo a casa Banks con in mano l’annuncio dei bambini rimesso insieme, mandando in confusione il signor Banks.
Dopo essersi auto assunta, la magica tata si dirige verso la stanza dei bambini in modo al quanto insolito; sale per la ringhiera seduta all’amazzone lasciando i bambini sbigottiti. E chi l’aveva mai vista una cosa del genere?!
Inizia così l’avventura di Mary Poppins, una giovane tata in grado di rendere divertente anche l’operazione più barbosa di questo mondo: riordinare la propria stanza.
“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”.
Ecco quindi con il solo schioccare le dita, ogni giocattolo torna al proprio posto, i vestiti si ripiegano rientrando nei cassetti, e i letti si rifanno da soli. Per Jane e Michael non era mai stato così divertente riordinare la loro stanza. Agli occhi di uno spettatore meno attento, è evidente che Mary Poppins sia giunta al 17 di Viale dei Ciliegi per fare da tata ai due bambini; ma il suo ruolo è ben altro. E’ vero che fa vivere a Jane e Micheal mille divertenti avventure, come saltare dentro ad un dipinto, ridere a crepapelle fino volare e ritrovarsi a bere il tè sul soffitto dello zio Albert, facendoli anche assistere alla danza degli spazzacamini, ma il divertimento non è tutto.
Ai due ragazzini, se pur in maniera dilettevole, la bella bambinaia insegna a star dritti con la schiena, il valore dei soldi e, soprattutto, l’umiltà. Il suo ruolo più importante, aiutata dall’amico Bert, è però quello di far comprendere a George Banks quanto i suoi figli abbiano bisogno di lui e sentano la sua mancanza. La persona che realmente Mary Poppins è venuta ad aiutare è proprio il padre di Jane e Michael, e questo aspetto della storia è confermato anche grazie al film del 2013 “Saving Mr. Banks”, incentrato sulla storica realizzazione di “Mary Poppins” e sull’infanzia della scrittrice Pamela Travers.
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Una catena di eventi portò Walt Disney a realizzare il suo più grande capolavoro.
Frutto di un sogno rincorso per vent’anni, creato dalla penna di Pamela Lyndon Travers, ricreato sullo schermo, dopo anni di duro lavoro, con intelligenza e creatività. Assieme a Disney e alla scrittrice inglese, alla realizzazione di “Mary Poppins” collaborarono menti creative, entrate di diritto nella Disney Legends, come il disegnatore di layout Don DaGradi, lo sceneggiatore Bill Walsh, il pittore e creatore di effetti speciali Peter Ellenshaw, e i due fratelli Sherman, i parolieri e musicanti che crearono le canzoni di “Mary Poppins”. Robert e Richard Sherman, capaci di ideare canzoni e parole quali “Supercalifragilistchespiralidoso”; “Basta un poco di zucchero”; “Cam caminì; e “Tutti insiem”, entrate nella storia del cinema e nei cuori delle persone.
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Dispiaciuti che il padre sia così triste, volendo rimediare, i bambini chiedono scusa e Michael regala i suoi due penny al suo papà. Il gesto di suo figlio e le parole di Bert fanno riflettere molto il signor Banks, e lungo il percorso che lo porterà alla banca sarà trafitto dal rimorso e dal dispiacere.Arrivato in banca, George si trova in un ambiente tetro come una prigione e viene scortato da due guardie nell’ufficio del capo, un ufficio buio e freddo. Umiliato e licenziato, George Banks guarda i due penny che suo figlio gli aveva lasciato poco prima a casa. A questo punto capisce che la cosa più importante del mondo non è la stabilità di un lavoro, bensì la felicità della sua famiglia.
Come se il bambino che è in lui si risvegliasse improvvisamente.
Cantando e danzando, a sorpresa George Banks arriva a casa, prende in mano l’aquilone che i suoi figli avevano costruito e che lui stesso ha riparato, e propone loro di andare nel parco a farlo volare. Il vento è cambiato e il lavoro di Mary Poppins a casa Banks è terminato. George è completamente cambiato, al punto che nessuno, neppure i suoi stessi figli, lo riconoscono. Sebbene fossero tristi; con le lacrime agli occhi per l’imminente partenza della loro tata; nel momento stesso in cui vedono il loro padre allegro e felice che li aspetta con l’aquilone in mano, la famiglia Banks riacquista immediatamente il sorriso.