Anne Hathaway e Jessica Chastain sono le protagoniste di “Mothers’ Instinct” l’opera prima di Benoît Delhomme che riesce a raccontare una storia di ossessione e turbamenti.
Come può un singolo evento, per quanto traumatico, sconvolgere la serenità e la tranquillità non di una ma di ben due famiglie? Com’è possibile che quello che sembrava essere un sogno, da un giorno all’altro si trasformi in un incubo, trasportando dal Paradiso all’Inferno cinque anime?
Lasciatemelo dire. Hitchcock avrebbe adorato “Mothers’ Instinct”. Tanto quanto avrebbe amato le sue interpreti.
Le due attrici Premio Oscar, Anne Hathaway e Jessica Chastain, interpretano rispettivamente Céline e Alice, due grandi amiche che conducono una vita molto simile.
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Entrambe sono sposate con uomini di successo, vivono in una bella casa e hanno due figli coetanei, Max e Theo, che trascorrono le giornate giocando insieme.
L’idillio però viene spezzato quando, a causa di un terribile incidente, il piccolo Max, figlio di Celine, perde prematuramente la vita.
Tratto dal romanzo “Oltre la siepe” di Barbara Abel, già adattato al cinema dal regista belga Olivier Masset-Depasse con il film “Doppio Sospetto”, “Mothers’ Instinct” è decisamente una pellicola disturbante, se non sconvolgente.
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La trama si sviluppa in un crescendo di ansia e inquietudine principalmente dettato dai comportamenti di Alice (Jessica Chastain). Questa, col passare dei minuti, sviluppa l’idea che Céline voglia sabotarle la vita.
Invero, oltre alla trama che potrebbe risultare tanto conturbante quanto finemente perversa, sono le magistrali interpretazioni di Anne Hathaway e Jessica Chastain a turbare psicologicamente noi umili spettatori.
Se Jessica Chastain porta in scena una donna inquieta e spaventata, tanto da diventare ossessiva, Anne Hathaway riesce a dar vita ad una madre sconvolta per la sua perdita ma altrettanto ambigua e angosciante tanto da apparire calcolatrice.
Eppure, scena dopo scena, è inevitabile domandarsi quale sia la verità e chi, delle due donne abbia ragione. La madre turbata ma estremamente enigmatica oppure la donna spaventata e sull’orlo della pazzia tanto è preoccupata per il suo bambino?
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Possibile che sia tutto frutto della fantasia, contorta e deformata dalla paura, di Alice? Oppure Céline nasconde veramente un oscuro piano misterioso?
Il tutto incorniciato da una regia disturbante, firmata da Benoît Delhomme, quanto la trama stessa e da un’atmosfera che non cade nella banalità dell’utilizzo di una fotografia tetra e buia. Perché, come “Midsommar” insegna, si può trasmettere inquietudine anche ambientando un film alla luce del sole.
Benoît Delhomme, autore parigino classe 1961, indossa quindi i panni sia del regista che del direttore della fotografia, fondendo anni di esperienza, che lo hanno portato a lavorare a pellicole come “One Day”, “La teoria del tutto” e “Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità” (per citarne alcune) con la sua opera prima dietro la macchina da presa.
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Ciò che ne consegue è un thriller dall’estetica impeccabile, in cui appare evidente fin da subito la maestria di un occhio navigato come quello di Delhomme, direttore della fotografia con oltre trent’anni di esperienza dietro di sé.
E non fatevi ingannare da quella che potrebbe sembrare una trama scontata perché (ve lo assicuro) i risvolti sono tutt’altro che prevedibili.
Ma, soprattutto, la pellicola di Delhomme riesce a toccare delle tematiche delicate come la maternità e la salute mentale senza però risultare offensiva.
Non solo. La sceneggiatura di Sarah Conradt, precisa e ben approfondita nella sua accuratezza, accompagna lo spettatore nei meandri più sperduti della psiche umana, risultando un vero e proprio pugno allo stomaco.
“Mothers’ Instinct” è quindi un thriller psicologico a chiare tinte Hitchcockiane. Anche se le pellicole del Maestro ovviamente non si toccano. Ma grazie al magnetismo delle due protagoniste, “Mothers’ Instinct” riesce a trasportare il pubblico in un vortice di ossessioni, insicurezze e tensioni.