Chi ha detto che un uomo e una donna non possono essere amici? E che inevitabilmente subentrano implicazioni di carattere sessuale?
La risposta è il cinema. In ogni film è racchiusa la chiara allusione che un uomo e una donna, non possono essere amici. Perché è chiaro. Inevitabilmente, il cuore o comunque il sesso o tutti e due, ci mettono lo zampino.
Nel 1977 ci pensò Woody Allen nel film “Annie Hall” a spiegare il concetto. Se un uomo e una donna hanno una forte intesa, un forte legame emotivo, chiaramente, l’amore e il sesso sono quasi inevitabili. Come la separazione, e il riavvicinamento. Ma questa è un’altra storia. Qui non stiamo parlando di due estranei che si incontrano per caso, come potevano essere Annie (Diane Keaton) e Alvy (Woody Allen). Ma di un legame molto più profondo.
Potremo paragonare i protagonisti di “Platonic” a Harry (Billy Crystal) e Sally (Meg Ryan) di “Harry ti presento Sally”, classe 1989, quando da perfetti sconosciuti e affetti da irritabilità condivisa diventano col tempo inseparabili, amici. Gelosi l’una dell’altro.
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E infatti qui gatta ci cova.
Ma il cinema, seppur produca delle notevoli opere narrative che ipnotizzano gli spettatori davanti ad uno schermo, non per forza è portatore di verità.
Lo sanno bene Will (Seth Rogen) e Sylvia (Rose Byrne), due ex migliori amici che, alla soglia della mezza età (o giù di lì) si ritrovano dopo una lunga “pausa di riflessione” – per non dire rottura – in un caffè qualsiasi a… parlare del più e del meno. Da perfetti sconosciuti. Ma basterà poco ai due ex migliori amici per ritornare alle origini del loro rapporto, fatto di complicità e casini a non finire, divenendo così e di nuovo inseparabili. Paragonati nientemeno che a due “fidanzatini”, Will e Sylvia si ritrovano dal non parlarsi e vedersi per anni al condividere ogni singola cosa: da ogni piccolo o grande consiglio, paura, o traguardo allo scambiarsi messaggi più o meno infantili alle 3:00 del mattino. Peccato che Sylvia sia felicemente sposata con Charlie (un tenerissimo Luke Macfarlane) con figli… tanti figli.

Dai produttori esecutivi Seth Rogen e Rose Byrne (tra i tanti nomi), che insieme sono apparsi sullo schermo come marito e moglie nella duologia “Cattivi vicini”, “Platonic” è una serie esilarante, composta da 10 episodi e distribuita da Apple TV+.
Firmata e interpretata da due dei comici contemporanei più simpatici e creativi del nuovo millennio (capirete quando vedrete Seth Rogen alle prese con i monopattini), scoprirete che “Platonic” non è una serie come le altre. Non è una rom-com. O almeno, non al momento.
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Rinnovata per una seconda stagione, “Platonic” è la semplice e leggerissima storia di un’amicizia che trova linfa vitale nella bravura dei suoi protagonisti. Rogen, sempre in ottima forma, probabilmente, è più arrabbiato che mai: costretto ad affrontare un divorzio imminente, proprietario di un bar in cui lui stesso crea le birre, i suoi soci in affari non si fidano del suo giudizio. Quindi Sylvia, ex avvocato, attualmente casalinga disperata e madre di una valanga di figli, giunge nuovamente nella vita di Will nel momento in cui l’uomo ha più bisogno.
Tra i due (vuoi la bravura di lei, vuoi la bravura di lui) accresce l’intesa. Episodio dopo episodio l’amicizia di Will e Sylvia si fa sempre più bella, si fa sempre più intima. Tanto che Sylvia troverà maggiore conforto nelle parole di Will (e nelle serate a sballarsi nei locali con lui) che con il marito, accrescendo così un’insicurezza perpetua che il povero Charlie si porterà dietro puntata dopo puntata.
Ma è l’amicizia il punto focale di “Platonic”. Restando ferma sul principio che un uomo e una donna, seppur legati da un forte legame emotivo, non debbano per forza cadere nel baratro della gelosia e del sesso, “Platonic” è caratterizzata da una scrittura scorrevole, tanto che lo spettatore si trova a divorare quei soli dieci episodi. Ogni puntata è un crescendo e sottolinea a più riprese l’incredibile intesa tra Will e Sylvia. Ogni personaggio sia primario che secondario subisce una piccola o grande evoluzione. Non resta fermo a guardare. Come Charlie, che manifesta il proprio disagio nel vedere la moglie rivelare a Will cose che lui saprà solo in seguito. E Charlie, agirà di conseguenza.
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Rose Byrne, è splendida nel dare volto e voce ad una donna che chiaramente è insoddisfatta della propria vita da casalinga disperata, e non riesce a trovare nel marito un degno confidente. Quel rapporto di complicità che a volte si ha con il proprio migliore amico (anche se, obiettivamente, quel ruolo è il marito che dovrebbe ricoprirlo).
“Platonic” è quindi una serie leggera, incredibilmente spassosa, da vedere in spensieratezza. Un prodotto che ricorda allo spettatore che l’amicizia è un dono prezioso, e che a volte passare il limite, tornare ragazzi solo per una sera, fa bene all’anima. E che la vita, anche se superati i quarant’anni, può essere vissuta, e cambiata radicalmente. Perché un amico può sempre tornare a farti sorridere e aiutarti a vivere un’esistenza più serena.
Di segui il trailer di “Platonic”.
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