Scritto da Sofia Coppola, “Priscilla” è l’adattamento cinematografico delle memorie di Priscilla Presley.
Nel 1957, mentre era impegnato nella lavorazione del film di Michael Curtiz “La via del male”, Elvis Presley venne convocato per svolgere il servizio militare in Arkansas. Per poi essere trasferito in Texas e poi a Brema, in Germania. E, proprio mentre era di stanza nella città tedesca, durante una festa, conobbe una ragazzina americana impacciata, timida e letteralmente incantata da lui. Fu così che il Re, all’epoca ventiquattrenne, conobbe la quattordicenne Priscilla Beaulieu, ossia la futura signora Presley.
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Dall’incontro della giovane ragazzina e Elvis, comincia “Priscilla”, la nuova pellicola della regista e sceneggiatrice Premio Oscar, nonché figlia del grande Francis Ford, Sofia Coppola. Candidato al Leone d’Oro all’80esima Mostra del Cinema di Venezia, riconoscimento poi assegnato a “Povere Creature!”, il film è incentrato sulla figura di Priscilla e del suo complicato matrimonio con Elvis.
Sofia Coppola, decide di raccontarci la storia di Priscilla Presley come se fosse una fiaba, ma senza il lieto fine. La giovane principessa, seppur di umili origini, incontra e si innamora di Elvis, il principe azzurro che, inizialmente, la riempie di attenzioni ma che poi si rivela essere un drago, il cui unico scopo è quello di celare al mondo il proprio tesoro tenendolo nascosto nel suo castello, in questo caso Graceland, la sfarzosa dimora del principe divenuto Re.
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Scritto egregiamente da Sofia Coppola, che è anche regista, “Priscilla” si rivela essere un lungo viaggio introspettivo nei sentimenti della giovane moglie di Elvis, impersonata da Cailee Spaeny, che a breve rivedremo in “Civil War” di Alex Garland. Sebbene la regia possa risultare poco convincente, la pellicola scorre in maniera lenta ma efficace e, cosa ancor più importante, mai pesante. Al suo fianco troviamo Jacob Elordi che riesce a dar vita ad un Elvis tanto odioso quanto credibile. Un uomo possessivo e allo stesso tempo voglioso di agire liberamente, come se il vincolo del matrimonio per lui non esistesse.
Tuttavia, la bravura della star di “Euphoria”, che conferma nuovamente di non possedere solamente un bel faccino ma anche un grande talento, viene messa in ombra dal magnetismo della giovane Cailee Spaeny. L’attrice vincitrice della prestigiosa Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia, riesce nel complicato compito di trasmettere ogni emozione provata dalla signora Presley. Dalla frustrazione a causa di un uomo che non riesce ad appagarla, alla gelosia. Fino al desiderio sfrenato di voler rimanere accanto al suo carceriere.
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La sceneggiatura, tratta dalle memorie “Elvis and Me”, riesce a curare i dettagli di una relazione tanto complicata quanto tossica, almeno per la “Piccola” Priscilla. E, a differenza dei due protagonisti della storia, Cailee e Jacob dimostrano un’alchimia capace di sfondare la quarta parete.
Ma, oltre ad essere una pellicola biografica, “Priscilla” si rivela il racconto della crescita, sia emotiva che fisica, della “Piccola” Priscilla, che da bambina ingenua, soggiogata e poi imprigionata da quello che credeva essere un principe, si trasforma in una donna forte e convinta delle proprie idee.
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Quello che traspare dall’ultima fatica di Sofia Coppola è infatti il desiderio di una donna di non sottostare alle regole di un marito dispotico. Ma a cui è costretta a sottostare. Col passare degli anni, quella che Priscilla sviluppa nei confronti di Elvis è una dipendenza. Di quelle che danneggiano il corpo quanto l’anima e della quale non riesce a liberarsi, nonostante il bisogno di rivalsa.
Le sensazioni della moglie del Re sono il vero fulcro di “Priscilla” e, oltre all’espressività di Cailee Spaeny, che recita con ogni singola fibra del proprio corpo, vengono trasmesse anche attraverso la colonna sonora che, fatto curioso, non comprende neppure una canzone di Elvis.
In un’epoca dunque in cui il femminismo ha bisogno di essere sostenuto e raccontato, una pellicola fine ed elegante come “Priscilla” potrebbe veramente essere necessaria.