Esattamente trent’anni fa, nelle sale cinematografiche mondiali, uscì “Pulp Fiction”, il secondo film di Quentin Tarantino, una pellicola che cambiò la storia del cinema.
Il 1994 fu un grande anno per il cinema. Invero, in un piccolo sobborgo del Sud Italia, Massimo Troisi con la sua bicicletta consegnava la posta al poeta cileno, Pablo Neruda, costretto a fuggire dal suo paese a causa delle sue idee comuniste. In quel gioiello della cinematografia italiana dal titolo “Il Postino”, tratto dal romanzo di Antonia Skarmeta.
E mentre l’attore napoletano interpretava la sua ultima parte, dall’altra parte del globo, Forrest Gump incantava il mondo intero correndo per tutti gli Stati Uniti d’America. Intanto Brad Pitt e Tom Cruise davano vita ad “Intervista col vampiro”. Film tratto dall’omonimo romanzo di Anne Rice, una delle più belle storie dedicate agli eredi di Dracula.
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Ma, ovviamente, questo non è tutto. Infatti, nel 1994, nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, usciva “Il Re Leone”, il 32esimo Classico Disney. Un capolavoro dell’animazione tratto da “Amleto” di Shakespeare. E Tim Robbins e Morgan Freeman organizzavano la più grande e famosa evasione da un carcere in quel film indimenticabile qual è “Le ali della libertà”.
Intanto, circa un anno prima, ad Amsterdam, un giovane appassionato di cinema dopo aver presentato al mondo la sua prima opera da regista se ne stava seduto nella sua stanza d’albergo. Nelle vicinanze del Betty Boop, un famoso coffee shop. Concentrato e totalmente immerso nella scrittura della sua nuova sceneggiatura, circa un anno dopo, quella stessa sceneggiatura che era tanto intento a scrivere gli fece vincere la Palma d’Oro al prestigioso Festival di Cannes.
Così Quentin Tarantino concepì “Pulp Fiction”, una storia unica nel suo genere. Un racconto di gangster, violenza e umorismo come solo il regista di Knoxville sa fare. Una pellicola in cui, guarda caso, ha deciso di omaggiare la capitale olandese. Inserendo molteplici riferimenti alla città che lo aveva accolto permettendogli di ultimare il suo secondo film.
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Invero, sia Vincent Vega, un gangster interpretato da John Travolta, sia Mia Wallace, la nuova moglie del suo capo, hanno trascorso del tempo ad Amsterdam. Ed anche se nel film il dialogo è stato tagliato, nella stesura iniziale della sceneggiatura, mentre Vincent e Mia sono intenti a mangiare al Jack Rabbit Slim, scoprono di aver frequentato lo stesso hashish bar di proprietà di un certo Derrick. Grande amico di entrambi, chiamato “Cobra”. E non solo. Durante la permanenza ad Amsterdam e al Cobra, Vincent ha visto più volte una foto, in cui Derrick era assieme ad una donna che indossava una maglietta da baseball e un cappello da cowboy.
Ma a chi affidare la parte di Mia? Molte erano le attrici che sarebbero state adatte per interpretare il personaggio creato da Tarantino. Tuttavia il regista aveva un’idea ben precisa su chi avrebbe voluto vedere indossare le vesti della signora Wallace. Ed era fermamente convinto che senza Uma Thurman non avrebbe girato “Pulp Fiction”.
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Peccato che l’attrice inizialmente rifiutò la parte. Per tal motivo, prima di mandare definitivamente a monte il suo progetto, decise di telefonarle e leggerle tutta la sceneggiatura. Solamente a quel punto Uma Thurman accettò il ruolo. Tuttavia, per quanto accurata, questa non è l’unica facezia legata a “Pulp Fiction”.
1 – Quentin Tarantino ha sempre ammesso che i suoi film sono collegati da un finissimo filo conduttore. Certo, alcune sono solamente teorie, come il fatto che il personaggio di Tim Roth in “The Hateful Eight” sia il trisavolo del tenente Archie Hicox di “Bastardi senza gloria”. Altre invece sono fatti appurati, come il legame di sangue che lega Mr. Blonde (Michael Madsen) a Vincet Vega. I due infatti sono fratelli, tant’è che il vero nome del rapinatore è Vic Vega.
Il regista stesso ha confermato la parentela affermando che, anni addietro ormai, avrebbe scritto la sceneggiatura di un film, dal titolo “Double V Vega”, che avrebbe dovuto essere un prequel de “Le Iene” e di “Pulp Fiction”. Incentrato, appunto, sui fratelli Vega.
Progetto che poi è stato accantonato. Poiché sia John Travolta che Michael Madsen erano troppo avanti con l’età per interpretare la versione più giovane dei loro personaggi. Peccato, perché vedere le gesta dei fratelli Vega riuniti sarebbe stato davvero interessante.
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2 – Durante la scrittura della sceneggiatura, se Tarantino era ancora incerto su chi affidare i ruoli di Vincent e di Jules, sapeva perfettamente che avrebbe voluto Harvey Keitel nel film. E quindi scrisse appositamente per lui il ruolo Mr. Wolf, l’uomo che risolve problemi.
Inoltre, il regista decise di includere il personaggio di Esmeralda Villalobos solo dopo aver visto un cortometraggio di trenta minuti in cui l’attrice, Angela Jones, interpretava una donna affascinata dagli omicidi, tanto da ripulire le scene dei crimini dopo il passaggio degli assassini.
3 – In una delle scene più famose del film, Mia Wallace e Vincent Vega gareggiano in una gara di ballo al Jack Rabbit Slim e si esibiscono in un twist sulle note di “You Never Can Tell” di Chuck Barry. La sequenza è divenuta in breve tempo una delle più famose dell’intera cinematografia. Eppure, durante le riprese, Uma Thurman espresse più volte il suo disappunto a Tarantino. La futura “Sposa” infatti non apprezzava affatto la scelta della canzone, ma il regista le disse di fidarsi di lui e che sarebbe stata perfetta. Inutile dire che alla fine il buon Quentin aveva ragione!
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4 – Il ruolo di Vincent era inizialmente stato offerto a Michael Madsen, che rifiutò per apparire come Virgil Earp nel film “Wyatt Earp”, che fu un flop al botteghino. John Travolta invece, la cui carriera era in una fase calante, rifiutò i ruoli da protagonista in “American Gigolò” e “Ufficiale e Gentiluomo” pur di recitare al servizio di Quentin Tarantino in “Pulp Fiction”.
Una scelta che si rivelò azzeccata poiché la pellicola fui un successo di critica, pubblico e incassi. In seguito, lo stesso Madsen, dichiarò di essersi amaramente pentito di non aver accettato l’offerta di Tarantino.
5 – La famosissima citazione biblica che Jules recita a memoria prima di uccidere qualcuno, in questo caso il mal capitato Brett, inizialmente era stata scritta per essere inclusa nel film “Dal tramonto all’alba” e a recitarla avrebbe dovuto essere Harvey Keitel mentre camminava in un lungo corridoio colmo di vampiri.
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