“Renfield” è il perfetto esempio come un trash possa risultare di ottima fattura.
Il conte Dracula, il famigerato vampiro creato dallo scrittore irlandese Bram Stoker nel lontano (se non remoto) 1897, è uno dei personaggi più affascinanti e iconici della storia dell’immaginario. Grazie al suo carisma, alla sua contorta e macabra bellezza, e al mistero che si cela dietro alla sua figura, il conte è stato fonte di ispirazione per ogni genere di artista. Scrittori, pittori, poeti, registi e attori hanno più volte tentato di rendere giustizia, fornendo una loro personale interpretazione, al temibile non-morto.
Invero, per più di un secolo in molti hanno indossato i panni di Dracula. Da Bela Lugosi, l’anima dannata del film diretto da Tod Browning nel 1931 a Leslie Nielsen nella parodia di Mel Brooks “Dracula morto e contento”. Senza dimenticare ovviamente l’affascinante Gary Oldman, protagonista (o antagonista) di “Bram Stoker’s Dracula”, l’opera d’arte di Francis Ford Coppola datata 1992.
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Demone notturno, icona della comicità, eroe romantico. Colui che ha “attraversato gli oceani del tempo” per ritrovare il suo perduto amore, il conte ha sempre ricoperto un ruolo di prima importanza nella cinematografia.
Come si può anche solo pensare, dopo più di un secolo di distanza dalla sua prima apparizione, di creare un’opera che possa risultare sia originale sia gradevole, senza cadere nel tranello del “già visto”? Chris McKay, già regista di “The Lego Movie – Batman”, ha preso la saggia decisione di concentrare la propria storia su Renfield, il pazzoide mangiatore di insetti e succube di Dracula.
Ambientato nell’odierna Chicago controllata dalla famiglia criminale dei Lobo, narcotrafficanti con il vizio delle mitragliatrici,”Renfield” racconta la storia dell’ex agente immobiliare che tenta, prendendo parte ad un gruppo di sostegno, di staccarsi dall’amore tossico che lo lega inesorabilmente al suo padrone. Scatenando in esso un’ira degna del diavolo descritto tra le pagine del libro di Bram Stoker.
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Il risultato è una pellicola che, nella sua semplicità, sfiora la genialità.
“Renfield” difatti è un film che neppure per un istante si prende sul serio tanto è grottesco. Quella di McKay è una horror-comedy (passatemi il termine) violenta ma divertente, a tratti persino splatter, dall’anima fortemente nostalgica. Nonostante l’ambientazione moderna infatti, non mancano i riferimenti a quelle opere che, nel corso dei decenni, hanno reso celebre il personaggio di Dracula.
Dalla rielaborazione delle sequenze dei film sopracitati ad una versione (anche se per pochi secondi) della conturbante colonna sonora di “Bram Stoker’s Dracula”.
Nicholas Cage, al meglio delle sue capacità attoriali, riesce a dar vita ad un perfetto mix di terrore e comicità. Senza mai mancare di rispetto al leggendario vampiro di Bram Stoker. Accompagnato da Nicholas Hoult, che darà vita ad un Renfield come non lo avete mai visto, Cage si affida ad un’espressività sopraffina per rendere il suo personaggio auto ironico ma, allo stesso tempo, temuto e terrificante.
Ogni personaggio inoltre, gode di una caratterizzazione ben definita. Dalla poliziotta in cerca di vendetta, interpretata dalla rapper Awkwafina, all’ambizioso ma irrisoluto gangster di Ben Schwartz.
“Renfield” può quindi essere definita come una pellicola irriverente, dal ritmo serrato e dall’estetica caotica. Ma mai irriguardosa nei confronti di un personaggio tanto importante quanto Dracula. McKay riesce quindi nella difficilissima impresa di donare nuova linfa vitale ad una storia ormai leggendaria. Creando un prodotto tanto bizzarro quanto malinconico in un susseguirsi di risate, colpi di scena, violenza e ironia.