La nostra recensione della Graphic Novel di Becco Giallo dedicata a Rosa Parks.
19 dicembre 1956.
Una data importante per la storia dei diritti umani. L’ordinanza che poneva fine alla segregazione sui mezzi pubblici, venne resa ufficiale. Tutti i cittadini, al di là del colore della loro pelle, ottennero il pieno diritto di sedersi ovunque essi volessero. Senza in alcun modo essere obbligati a dover cedere il proprio posto.
Ma non fu un cammino di facile risoluzione come si potrebbe pensare. Le leggi in vigore all’epoca che vietavano anche le più semplici attività erano rigide, e l’odio, purtroppo, regnava sovrano. Scritto e illustrato da Mariapaola Pesce e Matteo Mancini, “Rosa Parks”, pubblicato dalla casa editrice Becco Giallo in edizione brossura da 127 pagine, che troverete sul sito nella sezione Biografie, non è solo la storia di una donna che ha avuto il coraggio di opporsi ad un sistema ingiusto che vedeva ogni nero del sud America sottostare alle leggi Jim Crow, ma è la storia di un popolo, di una comunità, a Montgomery in Alabama, unita contro l’odio bianco assuefatto ormai da anni (se non secoli) a seminare terrore.
Come viene spiegato anche attraverso le pagine del fumetto, le leggi Jim Crow (in vigore tra il 1876 e il 1964) avevano il potere di negare i più semplici diritti che ogni uomo, donna, bambino avrebbe sempre avuto il diritto di avere. Le scuole dei bianchi, per esempio, erano maggiormente finanziate rispetto a quelle dei neri. I luoghi pubblici, come bagni, autobus, ristoranti, erano soggetti a disparità, in quanto, non solo erano indicati con frasi come “Waiting room for white only”, ma i settori riservati ai neri erano così fatiscenti da essere negabili per diritto di causa.
Leggi – Rosa Parks: Il boicottaggio che cambiò la storia degli Stati Uniti d’America
E fu proprio a causa di una delle leggi Jim Crow che il 1 dicembre 1955, Rosa Parks, sarta di professione ma attivista per vocazione, segretaria della N.A.A.C.P (Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore), si rifiutò di cedere il proprio posto sull’autobus a un uomo bianco. Pronunciando quel “No” che divenne tra i più ricordati della storia dei diritti civili.
Sì, perché, sebbene la storia di Rosa Parks sia databile a metà degli anni ’50, razzismo e appartenenza razziale sono più che mai attuali. Come d’altronde hanno dato notizia sia le pagine dei giornali che i notiziari, ponendo in evidenza episodi che hanno generato dissensi da parte di una popolazione stanca di continui episodi di violenza. Come lo slogan associato al movimento “Black Lives Matter”, “I Can’t Breathe”. La frase trae origine dalle ultime parole di Eric Garner, assassinato nel 2014 a causa della prepotenza di un poliziotto bianco che, per riuscire bloccarlo a causa di un arresto, perse la propria vita perché non riusciva a liberarsi e a respirare dalla stretta energica del poliziotto.
Ed è proprio da qui che Mariapaola Pesce e Matteo Mancini iniziano a raccontare, in maniera più che interessante la storia che ha reso Montgomery, città dell’Alabama, un luogo determinante nella storia dei diritti civili. E lo fanno grazie ad un espediente che è in grado di far riflettere anche sul nostro presente. Le generazioni di oggi, perché non si interrogano abbastanza su un passato che, ha regalato loro alcune libertà che altrimenti non avrebbero?
Leggi – Bloom into you: l’amore tra i banchi di scuola
Ed è questa la domanda che, probabilmente, fa riflettere ancor più rispetto alla storia che fu di Rosa Parks. Ed è un concetto su cui le generazioni di oggi dovrebbero prestare sempre più attenzione. Per questo presumibilmente Mariapaola Pesce, autrice del fumetto, ne precisa il contenuto nella prefazione intitolata “Ha senso parlare ancora di Rosa Parks?”.
E la risposta la troviamo proprio attraverso le prime pagine del fumetto, quando, un giovane uomo insolente e fin troppo preso dai propri successi da non riuscire a vedere più in là del suo naso, trova nella figura di un anziano tassista l’insolito narratore di una storia che, in qualche modo, cambierà la sua visione della vita.
Tutto ha inizio a New York il 1 dicembre 2014, appena cinque mesi dopo la morte di Eric Garner. I colori delle luci al neon e dei fari dei taxi saturano la narrazione, e un anziano tassista di nome Aloysius, nato nel 1948 a Montgomery, inizia a raccontare a un giovane uomo privo di una qualsiasi educazione, la storia di una donna che, grazie al suo coraggio, cambiò le menti di un popolo che fin per troppo tempo ha dovuto chinare la testa, obbedendo all’arroganza della supremazia bianca.
Ed è da qui che i ricordi riaffiorano, i colori cambiano. E così l’illustratore Matteo Mancini, inizia ad adottare una scala di toni che vanno dal seppia al grigio scuro, così da porre una netta separazione tra passato e presente, tra unione e inconsapevolezza. In questo modo, attraverso un uso intelligente del colore, Mancini è desideroso di sottolineare la netta contrapposizione tra passato e presente. Un presente dove regna l’ignoranza e l’inciviltà e un rispetto per l’individuo che viene continuamente a mancare.
Leggi – Il Castello delle Stelle vol. 1: un’avventura ai confini del cielo – e oltre – recensione del fumetto di Alex Alice
“Rosa Parks” è quindi un fumetto da leggere e conservare con cura. Un frammento di vita che non viene narrato direttamente da chi ha fatto la storia, ma che trova nella narrazione un testimone che, da spettatore, ha saputo conservare nella memoria aneddoti preziosi che ha saputo tramandare a generazioni e generazioni.
Una nota a margine sento, però, di dover inserire. La fine è, ahimè, un po’ troppo frettolosa, se non irreale e quasi stucchevole. Un capovolgimento così immediato nella caratterizzazione, secondo me, non avrebbe dovuto esserci. O forse, probabilmente, per mantenere ancora più veritiero quel senso di ignoranza, avrebbero dovuto lasciar spazio all’arroganza.
Arricchisce la Graphic Novel, oltre ai numerosi bozzetti e mini biografia degli autori, una “Lettera di Martin Luther King ai cittadini neri di Montgomery”. La lettera è datata 19 Dicembre 1956.
Di seguito, l’edizione pubblicata dalla casa editrice Becco Giallo.