Chi sarà il killer che si cela dietro la maschera di Ghostface? La nostra recensione di “Scream VI”.
Un killer si aggira per le umide strade di New York. Armato di coltello e con indosso una maschera bianca per celare il suo vero volto. L’assassino colleziona un cadavere dopo l’altro, seminando il panico nella Grande Mela. Le sue vittime urlano terrorizzate, fuggono alla sua vista e, in uno modo o nell’altro, tentano di fronteggiarlo. Ma una ad una, lentamente e inesorabilmente, finiscono sbudellate, squartate o sgozzate sotto i colpi del suo letale coltello.
La polizia si schiera in forza per acciuffarlo e le sue gesta arrivano ad attirare persino l’attenzione dell’FBI. Eppure, nonostante i numerosi sforzi, il killer riesce costantemente a sfuggire alla presa della giustizia. E mentre la sua furia omicida continua ad abbattersi su New York, la trama si fa sempre più inquietante e il suo obiettivo diventa chiaro: porre fine alla vita delle sorelle Carpenter.

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Ebbene sì, Ghostface è tornato! In questo sesto capitolo sembra più che mai determinato a concludere l’opera iniziata dai suoi predecessori, Richie Kirsh (Jack Quaid) e Amber Freeman (Mikey Madison). E ad uccidere i quattro superstiti dell’ultima strage di Woodsboro, ossia Samantha e Tara Carpenter (Melissa Barrera e Jenna Ortega) e Mindy e Chad Meeks (Jasmin Savoy Brown e Mason Gooding).
Dopo il successo di “Scream V” Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett tornano al timone del franchise per dirigere un nuovo capitolo che, fin dalla sconvolgente e sanguinolenta sequenza iniziale, appare molto più cupo, angosciante e, soprattutto, violento rispetto ai suoi predecessori.
Questa volta i due registi decidono di enfatizzare definitivamente il cambio di rotta introdotto nel film del 2022. La storia difatti si allontana dalla piccola e provinciale Woodsboro per essere trapiantata nella più famosa delle metropoli. Una New York tanto tetra quanto luminosa che improvvisamente diventa un perfetto palcoscenico per le atrocità di Ghostface.
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Un cambio di location che, oltre a facilitare la transizione tra i vecchi e i nuovi protagonisti, aiuta a imprimere nella mente dello spettatore quanto Ghostface abbia influenzato la cultura popolare.
“Scream VI”, così come tutti gli altri capitoli, ha il grande pregio di elevare alla massima potenza l’arte del meta-cinematografico.
Citando e omaggiando, oltre alle pellicole horror che hanno fatto la storia del genere (come “Nightmare” e “Psyco”). Basti pensare al santuario creato in onore di Ghostface, tutti i capitoli che hanno reso celebri i film di Wes Craven.

L’epopea delle sorelle Carpenter infatti non è una semplice lotta contro un fantasma il cui unico scopo è quello di eliminarle. Bensì con un mostro a distanza di anni continua a tormentare gli abitanti Woodsboro.
Invero, un cambio di stile tanto drastico non rende “Scream VI” un film diverso o distaccato dai suoi predecessori. La definitiva consacrazione della nuova generazione di “perseguitati”, a cui viene dato molto più spazio, riesce a reggere ottimamente il confronto con l’assenza dei personaggi storici a cui eravamo tanto affezionati.
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E, nonostante una sceneggiatura a tratti scricchiolante, e alcune forzature troppo evidenti, tra cui la presenza (di nuovo) di Gale Weathers che non aggiunge niente alla trama, e un paio di personaggi, come Danny Brackett, “il Belloccio della porta accanto”, la cui caratterizzazione scarseggia, “Scream VI” si conferma come uno dei migliori capitoli della saga.
Tuttavia, a causa della violenza esplicita e dell’inquietudine di alcune sequenze (specialmente quella della metropolitana), la trama potrebbe sembrare meno compatta rispetto al precedente capitolo ma, invece, si rivela essere assolutamente più cupa e intrigante. L’immediatezza dettata dai continui colpi di scena e il dinamismo della spettacolarizzazione della storia riesce a coinvolgere e incuriosire lo spettatore pur risultando a tratti troppo poco elaborata.
“Scream VI” è quindi l’immutabile conferma che, senza rinnegare i canoni che l’hanno resa celebre, la serie sta cambiando. Il lavoro alla regia di Gillett e di Bettinelli-Olpin non rinuncia a quell’auto ironia e a quel citazionismo che aveva caratterizzato le opere di Wes Craven.
Di seguito, il Trailer di “Scream 6”.